Il 23 luglio del 2011, esattamente 10 anni fa, la cantante veniva trovata senza vita nel suo appartamento di Londra
Amy Winehouse ci ha lasciati esattamente 10 anni fa. La cantante, non ancora 28enne, fu trovata morta nel letto dalla sua guardia del corpo Andrew Morris, il giorno 23 luglio 2011, in seguito ad una overdose alcolica.

Tutti conosciamo la sua vita travagliata: i problemi legati a disturbi alimentari fin da adolescente, la dipendenza dalla droga e dall’alcol.
È proprio per questo che oggi abbiamo deciso di ricordarla solo attraverso ciò che l’ha resa indimenticabile: la sua musica.
I brani che abbiamo scelto, infatti, ci raccontano molto dei momenti di sofferenza che ha vissuto: come quello legato all’amore per Blake Fielder-Civil, l’uomo al quale non solo ha dedicato le sue canzoni più famose, ma anche tutta la sua vita.
Rehab
La prima di queste canzoni, che forse conosciamo tutti, è Rehab. È il primo singolo del suo secondo album Back to black, uscito nel 2006, che ci racconta del suo rifiuto di andare in rehabilitation center (abbreviato rehab), cioè in una clinica di riabilitazione per disintossicarsi dall’alcol, come le era stato richiesto dai suoi manager. Ci andò una sola volta e in quella occasione spiegò il motivo per cui beveva senza controllo: “Bevo perché sono innamorata e perché ho rovinato la mia relazione”.
They tried to make me go to rehab but I said ‘no, no, no’
Hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho detto “no no no”
Yes I’ve been black but when I come back you’ll know know know
ho avuto un brutto periodo ma quando tornerò tu saprai saprai
Alcoholic Logic
Simile a Rehab è Alcoholic Logic, dal cui titolo possiamo già immaginare il significato. É il 2005 e Amy Winehouse paragona i problemi legati all’alcol con la sua relazione sentimentale distruttiva e dannosa proprio con Blake:
I can’t help it, need to stop it
Non posso farci nulla, ho bisogno di fermarlo
All that I put myself through
Tutto ciò che ho affrontato
Back to black
Sempre a lui dedicherà la famosissima Back to black, titolo omonimo a quello dell’album. È il racconto della fine della loro relazione, quando Blake decide di tornare con la sua ex e allora Amy torna nel buio della depressione o forse nel buio della dipendenza dalla droga, dato che black era anche un modo alternativo usato a Los Angeles per definire l’eroina.
We only said goodbye with words, I died a hundred times
Ci siamo detti addio solo a parole, sono morta un centinaio di volte
You go back to her and I go back to black
Tu torni da lei e io ritorno in lutto
Love is a losing game
Infine, come dimenticare Love is a losing game, quinta traccia dell’album: è il racconto di un amore che, come dice il titolo, è un gioco perdente. Nella metafora del gioco d’azzardo, la donna ha voluto puntare tutto e rischiare, finendo per perdere. Così si strugge desiderando di non aver mai giocato
One I wish I never played, oh what a mess we made
Un gioco a cui non avrei mai giocato, oh che disastro che abbiamo fatto
And now the final frame, love is a losing game
E adesso il fotogramma finale è che l’amore è un gioco perdente
Come spesso accaduto per altre icone entrate di diritto nella storia della musica, Amy Winehouse è morta proprio quando la sua carriera musicale stava raggiungendo le vette più alte del successo. Ma era veramente quello che voleva?
In una intervista, infatti, Amy affermò che avrebbe voluto essere solo una musicista, senza diventare una vera e propria star. Disse che non sarebbe mai riuscita a gestire il successo e che questo tipo di contesto l’avrebbe fatta sicuramente impazzire. Possiamo considerare queste parole come il presagio del tragico destino della nostra iconica artista?