Riapre al pubblico il famoso museo di Pompei, dopo tre anni di lavoro
Giuseppe Fiorelli avviò la costruzione dell’Antiquarium di Pompei tra il 1873-74. Sito al di sotto del tempio di Venere, si affacciava su Porta Marina. Tale capolavoro fu ampliato mediante l’aggiunta di alcune mappe, intorno al 1926, con reperti del 1748. Purtroppo l’edificio fu distrutto dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Amedeo Maiuri eseguì nel 1948, un primo restauro e il museo fu riaperto da Giuseppe Fiorello in occasione del secondo centenario. Devastato dopo il terremoto del 1980, fu chiuso per lungo tempo al pubblico, ma dopo trentasei anni, ovvero nel 2016, il museo riaprì. Attualmente, l’Antiquarium di Pompei, si presenta nel suo rinnovato allestimento. Rappresenta adesso un percorso museale dedicato all’esposizione permanente di reperti che illustrano la storia di Pompei.
Il percorso dell’Antiquarium di Pompei
La ricostruzione della città di Pompei va dall’età sannitica (IV secolo a.C.) fino alla tragica eruzione del 79 d.C. che ne decretò la fine e l’immortalità. Fondamentale è la relazione con Roma; infatti tale percorso si compone di dodici sale, suddivise su base cronologica: Prima di Roma, Roma vs Pompei, Pompeis difficile est, Tota Italia, Hic habitat felicitas, A fundamentis reficere, L’ultimo giorno. Mediante il lavoro di scoperta ancora oggigiorno tale città, continua a stupire studiosi e ricercatori. Fondamentale è l’ultima sala, dedicata in particolare ai calchi delle persone decedute, durante l’eruzione. Si esprime così Massimo Osanna, direttore ad interim del parco archeologico di Pompei:
”Visitando le sale di Pompei ci si rende conto di questo spessore straordinario della storia[…]è anche una bella storia di movimenti, immigrazioni, di contatti, d’ibridazione di culture, ciò si può percepire attraverso gli oggetti. Ogni oggetto racconta una storia, che ha una propria biografia, che bisogna riconoscere attraverso la vita dell’antiquario.”
L’innagurazione del capolavoro di Pompei
L’Antiquarium di Pompei si presenta come un vero e proprio nuovo museo, situato nel Parco Archeologico dell’omonima città. Colui che intraprende tale viaggio nel tempo, si ritroverà a vivere un’esperienza all’insegnamento dell’arte e della cultura di una città ancora viva. Il nuovo Antiquarium ospita l’allestimento permanente della collezione del Parco Archeologico, arricchita dalle ultime importanti scoperte.
“Eppure Pompei ha oggi, più che mai, bisogno del suo Antiquarium. L’estensione graduale degli scavi, la preziosità e la singolarità di alcune scoperte, il dovere, ineluttabile dovere, di difendere dagli agenti atmosferici e dalle insidie. Se non dal malvolere degli uomini, tutto ciò che non si può custodire all’aperto, l’utilità infine di presentare raggruppati e classificati i materiali che non si trovano nelle case …”
Amedeo Maiuri, 1967
Una nuova aggiunta al patrimonio culturale napoletano
Simbolo di un passato più vivo che mai, nel giorno 25 Gennaio 2021, è stato riaperto l’Antiquarium di Pompei. Un vero e proprio museo ricco di reperti, che illustrano la storia della città attraverso opere che ripercorrono tutta la storia della città immortale. Vi si può accedere al museo attraverso Piazza Anfiteatro, anche dal varco di Piazza Esedra. Allo scopo di assicurare una visita in sicurezza del sito e nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie anti Covid. Infatti per rendere sicura la visita, per ora è riservata solo ai residenti in Campania.
Visita all’Antiquarium di Pompei nel rispetto del Covid
La visita all’nterno dell’Antiquarium è accompagnata da un assistente digitale, in grado di fornire informazioni rapide e chiare. Quest’ultimo potrà accompagnare il visitatore alla scoperta di alcuni punti salienti. Basti ricordare opere in allestimento permanente provenienti dal Parco Archeologico di Pompei, ad esempio di due pompeiani e della ruota di un carro, gli affreschi di Venere sugli Elefanti. Tali sono ancora oggi oggetto di studio degli archeologi, un vero e proprio bene culturale che bisogna preservare e custodire gelosamente.
Photo Credits: pompeiisites.org