La Regina Viarum, oggi nota come Appia Antica, potrebbe diventare Patrimonio Unesco su proposta del Ministro della Cultura Dario Franceschini
L’Italia potrebbe presto veder iscritta il Percorso dell’Appia Antica nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. L’iter della candidatura è stata avviata dal Ministero della Cultura e dei Beni culturali, guidato da Dario Franceschini e riguarda tutta la Via Appia Antica, da Roma a Brindisi (compresa la diramazione voluta da Traiano, la Via Appia Traiana, da Benevento a Brindisi).
Il commento di Dario Franceschini
La proposta della candidatura della via Appia è particolarmente significativa perché è la prima volta che il ministero promuove direttamente una candidatura Unesco. Un’iniziativa che vede il coinvolgimento di diversi uffici centrali e periferici del MiC.
Nella pagina Facebook del Ministero della Cultura è riportato il commento di Franceschini su questa significativa iniziativa.
“La Via Appia è un itinerario da valorizzare e da porre al centro del turismo lento per rafforzare l’offerta di nuovi attrattori come i cammini e i percorsi sostenibili, fondamentali per lo sviluppo in chiave culturale delle aree interne, ma anche per la tutela del nostro patrimonio. La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei“.
L’Appia Antica
La Via Appia è stata realizzata come strada, militare e commerciale, per collegare Roma con l’importante porto adriatico di Brundisium (Brindisi). Il percorso inizia a Porta Capena, successivamente da Porta Appia (attualmente è conosciuta come Porta San Sebastiano), e si snoda per 650 km, vero e proprio capolavoro dell’ingegneria romana.
Fu la Roma Repubblicana, per volontà del censore Appio Claudio Cieco, ad iniziare i lavori nel 312 a.C. I lavori si sono conclusi soltanto verso il 190 a.C., nella sua parte principale, perché l’obiettivo finale non è stata subito Brindisi.
Inizialmente, la via doveva giungere sino a Capua per consolidare il predominio romano in quella zona della Campania. Poi proseguì per Benevento, Taranto e infine Brundisium; tutte tappe dell’espansionismo romano in Italia e la sua proiezione, poi, nel Mediterraneo.
Attualmente, l’Appia Antica per lunghi tratti è ben conservata, con diversi ponti e monumenti ancora visibili.
Possiamo qui ricordare, a titolo di esempio: il Sepolcro degli Scipioni, i Tumuli degli Orazi e dei Curiazi, il Ponte Leproso a Benevento, le due colonne che segnalano la fine della Via Appia al porto di Brindisi.