ArcelorMittal, dipendente licenziato per un post su Facebook

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ArcelorMittal licenzia dipendente per post Facebook

È la storia di Riccardo Cristello, 45 anni, padre di due figli e con 21 anni di lavoro a Taranto. Prima sospeso per 5 giorni e poi licenziato. La colpa? Aver condiviso un post su Facebook dove invitava a guardare la fiction “Svegliato Amore Mio”, con protagonista Sabrina Ferilli, per la regia di Ricky Tognazzi e Simona Izzo, andata in onda su Canale 5 dal 24 Marzo al 7 Aprile 2021. La serie, parla di problemi sanitari ed ambientali dovuti alle emissioni dell’industria siderurgica, settore nel quale la ArcelorMittal opera.

I motivi del licenziamento

Il post faceva riferimento alle conseguenze dell’inquinamento ambientale, paragonando la situazione del telefilm a quella di Taranto. Per l’azienda si è trattato di “affermazioni di carattere lesivo e minaccioso”.

Cristello ha provato a spiegare, annunciando che provvederà ad impugnare il licenziamento:

“Ho fatto solo copia e incolla di un post su Facebook e per questo sono stato licenziato da ArcelorMittal, dopo un provvedimento disciplinare di sospensione. ArcelorMittal mi contesta di aver leso l’immagine della società. E questo perché qualche giorno fa ho condiviso sulla pagina Facebook che ho con mia moglie un post scritto da altri con cui si invitava a vedere la fiction “Svegliati Amore Mio”. Il post conteneva frasi che facevano riferimento a situazioni di inquinamento ambientale, io abito a Taranto mica a Trento e credo di non essere stato l’unico a condividerlo”.

Alla base del licenziamento c’è quello che l’azienda ha ritenuto essere una rottura del rapporto di fiducia che ha indotto a procedere per “giusta causa”. Una macchina della censura fatta partire per una presunta lesione di immagine dell’azienda. Pur non essendoci alcun tipo di riferimento esplicito alla stessa ArcelorMittal o all’ex Ilva di Taranto.

La posizione di ArcelorMittal ed un caso analogo

ArcelorMittal, tramite i suoi vertici fa sapere di non aver ricevuto alcuna richiesta di confronto dal dipendente, anzi ribadisce che le giustificazioni formulate dallo stesso non fanno che confermare le motivazioni della sanzione disciplinare. Tuttavia ribadisce la propria disponibilità ad un confronto analogo a quello avuto recentemente con altro dipendente, all’esito del quale, a fronte della presentazione di adeguate scuse, l’azienda ha deciso di revocare il licenziamento.

È il caso di Roberto Zito. Anche quest’ultimo aveva condiviso su Facebook un commento in merito alla serie tv che racconta la difficile convivenza tra un’acciaieria e l’alto tasso di malati di tumore in questa città immaginaria.

Zito, è riuscito ad evitare il licenziamento rivolgendo scuse pubbliche ed incontrando l’azienda tramite il suo avvocato:

“Intendo prendere le distanze da una mia precedente pubblicazione in bacheca. Chiedo pubblicamente scusa e tale post non aveva, nelle mie intenzioni, finalità denigratorie ed offensive verso nessuno”.

Solidarietà da istituzioni e mondo dello spettacolo

Prima che lo stesso Cristello venisse licenziato, Sabrina Ferilli si era già interessata della questione. L’attrice romana, mettendosi in contatto con il diretto interessato, si era proposta di coprire le spese legali per la vicenda e di contribuire ulteriormente con il pagamento di una mensilità in favore dell’operaio. Stessa cosa proposta da un altro attore, Michele Riondino, protagonista de “Il giovane Montalbano”. Anche Ricky Tognazzi e Simona Izzo, tramite social si erano schierati in favore del 45enne di Taranto, prendendo una netta posizione.

Andrea Orlando, esponente del PD e Ministro del Lavoro del governo Draghi, ha chiesto chiarimenti all’amministratrice delegata Lucia Morselli:

“Scriverò all’azienda per farmi dare altre spiegazioni perché è stato mandato l’atto con cui è stato licenziato il lavoratore, ma questo non spiega molto delle ragioni che hanno portato a questa decisione. Tra l’altro in un contesto nel quale la tensione sociale è già molto forte”.

Intanto, licenziamento avviene mentre il governo si appresta ad entrare nel capitale di ArcelorMittal Italia, attraverso Invitalia che staccherà un assegno di 400 milioni di euro e occuperà 3 dei 6 posti del Consiglio di amministrazione.

La posizione dei sindacati

Dalle 7 di ieri mattina è scattato in ArcelorMittal lo sciopero di 24 ore indetto dal sindacato Usb per protestare contro il licenziamento, avvenuto nei giorni scorsi. È stato organizzato anche un presidio davanti alla direzione dello stabilimento, in presenza dello stesso Cristello.

Fim, Fiom e Uilm in un comunicato unico hanno dichiarato:

“Indispensabile aprire un confronto con i ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro per porre fine a questa situazione di assoluta incertezza che vivono i lavoratori sociali e dell’appalto dello stabilimento siderurgico. Chiediamo immediato annullamento del licenziamento di Riccardo Cristello e apertura, da programmare sin dalla prossima settimana, di un tavolo finalizzato ad ottenere sicurezza per i lavoratori”.

Reato d’opinione?

A quanto pare, anche un gesto semplice ed apparentemente inoffensivo come un semplice post su Facebook, ha fatto scattare la macchina sanzionatoria da parte dell’azienda. È una vera e propria violazione dei diritti dei lavoratori.

Il licenziamento per giusta causa è un licenziamento di tipo disciplinare. Si giustifica per condotte del dipendente talmente gravi da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro. Siamo sicuri di trovarci di fronte ad un caso simile? L’immagine di ArcelorMittal è stata realmente denigrata?

A rischio non c’è solo il futuro di Riccardo. A rischio c’è anche quello della credibilità di un Paese democratico, la cui costituzione sembra fermarsi davanti le porte di una grande azienda.

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