Il dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi era stato trasferito illegalmente in Austria. I carabinieri sono riusciti a riportare l’opera in Italia
Sono stati i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, coordinati dal pm Baldo Pisani, a rintracciare e recuperare in Austria “Caritas Romana”, dipinto di Artemisia Gentileschi. L’opera, esportata illecitamente dalla Puglia nel 2019, stava per essere venduta a Vienna dalla casa d’aste Dorotheum (il dipinto è valutato in circa 2 milioni di euro).
Due persone sono attualmente indagate per esportazione illecita di beni culturali e truffa.
L’azione risolutrice dei carabinieri
I carabinieri sono riusciti a riportare l’opera in Italia grazie ad un provvedimento europeo di freezing, utilizzato generalmente per “congelare” capitali trasferiti illecitamente all’estero. In questa occasione, per la prima volta, il freezing è stato utilizzato per salvaguardare un’opera d’arte. Successivamente, il Tribunale di Bari ha disposto il sequestro preventivo.
La “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi
Il tema centrale dell’opera è tratto dal “Factorum et dictorum memorabilium libri IX” di Valerio Massimo, uno storico romano vissuto tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
Pero, una donna che ha avuto da poco un figlio, decide di allattare segretamente Cimone, il padre che è stato condannato a morte per fame Durante l’allattamento, i due sono scoperti in carcere da un secondino, ma il suo atto di amor filiale impressiona a tal punto i giudici che si decide per il rilascio dell’anziano padre.
“Caritas Romana” fu commissionata dal conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona intorno alla prima metà del ‘600. Successivamente, è stata custodita nel Castello di Marchione a Conversano (Bari), sede estiva dei conti di Conversano, gli Acquaviva d’Aragona.

L’esistenza complessa di una grande artista
Artemisia è nata a Roma l’8 luglio del 1593 ed è deceduta a Napoli in una data successiva al 31 gennaio del 1654. Insieme al padre, il pittore Orazio, Gentileschi ha viaggiato in diverse parti d’Italia (Firenze, Venezia, Roma, Napoli) nella tipica vita errabonda degli artisti nel periodo barocco.
Per un breve periodo padre e figlia si trovarono a lavorare alla corte londinese di Carlo I d’Inghilterra, il celebre monarca decapitato al termine della Prima Rivoluzione Inglese.
L’inquieta pittrice è stata profondamente legata, per tutta la sua vita, alla lezione artistica di Caravaggio (Michelangelo Merisi).
Lo stupro che cambiò tutto
Il momento più duro della sua vita privata è stato lo stupro, avvenuto nel 1611, ad opera dell’amico del padre Agostino Tassi, un’artista soprannominato l’Avventuriero. Artemisia Gentileschi non rimase in silenzio ma accusò pubblicamente Tassi. Per questo motivo fu celebrato un processo, vinto dalla Gentileschi solo de iure.
Purtroppo, le tante calunnie messe in giro dagli amici di Agostino Tassi e le torture subite durante il dibattimento processuale hanno lasciato un segno indelebile su Artemisia Gentileschi.