L’assistito: figura indispensabile nel gioco del Lotto

Assistito

Il Lotto è una vera e propria religione a Napoli. Ancora oggi l’assistito è fondamentale per scegliere quando e quali numeri giocare

Il Lotto nasce a Genova ma diventa passione a Napoli. Fortune sono state perdute o acquisite puntando su un numero secco, un ambo o magari un terno.

Come scegliere i numeri fortunati? Un “complesso” problema risolto dall’ assistito, una figura ancora oggi in bilico tra il truffatore e il sensitivo.

L’assistito, ponte tra tra i vivi e i morti?

Sembra, infatti, che siano le anime che si trovano nel Purgatorio a dare i numeri, in sogno, o direttamente all’assistito o alle persone interessate a giocare i numeri al Lotto.

I defunti, in questo modo, vogliono aiutare amici e parenti ancora in vita. O semplicemente fare del bene per poter ridurre il loro periodo di permanenza nel Purgatorio. I morti, quindi, assistono i vivi nel cercare
fortuna e ricchezze.

La Smorfia per interpretare i sogni

Spesso capita che le anime non forniscono direttamente i numeri. In questo caso è necessario interpretare il sogno. I napoletani hanno realizzato un libro apposito, la Smorfia, per tradurre eventi e persone in numeri da 1 a 90.

Ad esempio, 42 è il caffè (in napoletano ‘O ccafè), il 63 è la a sposa (‘A sposa), o l’86 che rappresenta la bottega (‘A puteca). Anche le anime del Purgatorio (Ll’aneme do priatorio) hanno il loro numero, l’85.

Un’attività non proprio sicura

Luciano De Crescenzo, in “Così parlò Bellavista”, ha voluto ricordare la figura dell’assistito inserendo don Gaetano, l’uomo sfregiato da un guappo che “pe’ fforza vuleva ‘e nummere” (per forza voleva i numeri).

Gli assistiti, come ricorda Matilde Serao nel suo splendido libro Il ventre di Napoli, hanno più volte rischiato la vita nel corso del tempo.

Alcune persone, tra queste anche monaci, furono rapite e torturate per rivelare dei numeri da giocare.

Cosa non si fa pur di vincere al Lotto!

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