Nessuna libertà può ledere il decoro altrui
La bizzarria delle opinioni non può, mai, travalicare in indecenza e indegne osservazioni, nei confronti di chicchessia.
Il permeare, inoltre, un parere con assoluta inconcludenza di fondatezza è oltremodo – se possibile – spregevole.
Il problema, non certamente nuovo, è ancora di più notevole impatto, se le inopportune frasi arrivano da addetti ai lavori.
La circostanza lascia davvero basiti. E’ come uno sparare nel mucchio, senza avere alcuna contezza di ciò cui si discetta.
La scuola, tutta nell’accezione completa del termine, viene da un anno impalpabile alla visione esterna, ma assolutamente condiviso e vissuto dai vari attori, con grande dispendio di energie e profusione di impegni, nella concreta difficoltà di portare a compimento il ciclo di studi.
La famigerata DAD (didattica a distanza), pur nelle intuibili difficoltà, ha coinvolto insegnati e allievi.
Da una parte il corpo docente, abituato al confronto frontale con la classe, si è dovuto attrezzare, per affrontare le singolare situazione; dall’altra, gli allievi, che hanno – con le eccezioni che confermano le regole – seguito il dipanarsi dei programmi.
Un lavoro assai particolare e molto impegnativo
Le novità, come è risaputo, attraggono e, tale innovazione, non è stata avulsa dall’attirare attenzioni.
Alunni che, nella fase di normalità, denotavano disinteresse è come se avessero ricevuto un’iniezione di volontà e ritrovata passione; una miscela che li faceva essere presenti, anche ben oltre l’orario stabilito (certamente non di una sola ora, come “indegnamente” asserito da qualcuno) al punto da interagire con il docente, anche a tarda sera.
Lo stesso docente che, in maniera del tutto adeguata e dovuta, durante la mattinata (se con lezioni pomeridiane) si metteva al lavoro, per preparare gli studi da affrontare.
Lo stesso docente, sempre quello di prima, che al termine dell’orario stabilito, di interazione con la classe, si dedicava alla correzione degli elaborati prodotti dagli alunni e inviatigli come fotografia, sulle piattaforme di scambio.
Nessun docente si è risentito per tale situazione e, inoltre, il risultato prodotto dalle relative classi non è stato affatto un gioco, ma un vero modo per terminare l’anno scolastico.
Le consuete procedure finali, si sono svolte via web; consigli di classe, collegi docenti e quanto altro dovuto.
L’attesa riapertura
Oggi, allo stato dell’arte, il docente viene additato come nullafacente; gli viene addebitata la responsabilità di non voler tornare in classe.
Sui più disparati canali, ciascuno opina, converge e diverge. E’ nella normalità di fatti e cose avere idee diverse, ma la circostanza che più irrita sta nel leggere affermazioni assolutamente alienanti, basate su “aver letto” o sul “sentito dire”.
Necessiterebbe, invero, avere cognizione di quello che si afferma e delle “adesioni” alle vergognose “uscite”.
Un attacco proditorio, senza alcuna scusante, è stato portato al corpo docente, colpevole, secondo lo stesso attacco, di non voler lavorare.
Non è questo il luogo per esternare solidarietà o per spiegarne la situazione sanitaria afferente; un fatto è certo: gli insegnanti non sanno, effettivamente, cosa fare e come farlo. Per l’intera categoria, il solo interesse è racchiuso nel cominciare il nuovo anno quanto prima, ma con le giuste e dovute occorrenze, a tutela della salute di tutti.
Mi chiedo quale conseguenza dovesse comportare un semplice starnuto, un innocuo colpo di tosse, durante l’orario di lezione, in una classe, forse anche con un distanziamento non del tutto adeguato.
Sconvenienti osservazioni, da evitare, di cui avremmo davvero fatto a meno. Diciamolo chiaramente: imbarazzanti. La dichiarazione e i commenti di condivisione, improntati su luoghi comuni e scontati convincimenti.
I comodi bersagli
Mi piacerebbe leggere, da qualche parte, un cenno di ferma condanna alla vile aggressione subita da Francesco Emilio Borrelli, all’ingresso dell’ospedale San Giovanni Bosco.
Setto nasale rotto e “ammacchi” vari; stava filmando il parcheggio liberato, dal sopruso degli abusivi, quando loschi figuri lo hanno aggredito.
Il deciso intervento delle guardie giurate ha scongiurato il peggio, ma l’attacco è stato reiterato, dopo pochi secondi, ai danni di un collaboratore.
Una scena raccapricciante, ma – da quello che si è visto – messa in atto con estrema naturalezza e semplicità, dagli aggressori. Certezza dell’immunità? Davvero imbarazzante.
Vorrei apprendere, anche da fonti istituzionali, quali contrasti applicare contro i due-ruote sui marciapiedi, nelle zone con cantieri aperti nella sede viaria, oppure quali contromisure si possono attuare per evitare inversioni di marcia, compresa l’occupazione dei passaggi pedonali, in arterie cui tali manovre non sono consentite.
Ma è storia vecchia, le comodità piacciono a tutti e gli agi sono sempre apprezzati.
A prescindere.