I social, la droga, il gioco, il fumo, sono tutte dipendenze, un circolo vizioso dal quale bisogna uscire, ma quando si capisce di avere una dipendenza?
Si definisce dipendenza l’alterazione comportamentale che si caratterizza per una esagerata e patologica ricerca di soddisfazione. Un individuo per tale ricerca, si serve dei mezzi più disparati per sentirsi appagato e perde totalmente il controllo sull’abitudine. Sappiamo dunque dalla psicanalisi che l’uomo è naturalmente portato alla ricerca incontrollabile del piacere, della soddisfazione dei propri sensi. Ma non bisogna confondere tale ricerca con la dipendenza, in quanto questi naturalmente sono bisogni.
Il concetto di dipendenza può assumere valenze diverse, a seconda che questa sia fisica o psicologica ma, in entrambi i casi, il nucleo sta nella “necessità”.
La dipendenza più diffusa: i social
I giovani in particolare sono accusati di esser sempre attaccati ad un cellulare; tale abitudine si è diffusa, in particolare, attraverso l’utilizzo dei diversi social media. Basti pensare a Facebook, Instagram, o dalla nuova e nociva applicazione: Tik Tok. Balletti, post, foto di se stessi, paesaggi e quant’altro, creano contenuti sui quali le persone, mediante una reazione, possono esprimere il loro punto di vista. In particolare con il lock-down, condividere le proprie giornate, o semplicemente per sentirsi meno lontani, i social sono stati una gran risorsa. La noia però è uno dei gran incentivi di tale circolo vizioso alimentato da apprezzamenti, scambi di battutine, offese e il mondo che ne deriva.
Il fumo uccide
Una delle dipendenze più diffuse da sempre è il fumo, che è ancora oggi diffusissimo nella società odierna. I pacchetti creano una dicotomia, infatti sebbene incitino a non fumare, questi ultimi contengono il cosiddetto “peccato“. È proprio la nicotina a creare quella dipendenza che altera l’umore, causando una sorta di temporanea sensazione piacevole, dove lo stress sembra svanire. Ma da una sigaretta al giorno, si passa pian piano ad un pacchetto, ed è sempre più difficile uscirne, dato il temporaneo benessere che crea. Oltre però alle semplici sigarette, il commercio ha visto anche la creazione delle famose sigarette elettroniche, che naturalmente non provocano il cancro come nel caso delle precedenti, ma le sostanze che si “svapano” sono nocive alla salute.
Cosa sarà mai un tiro?
Ma la dipendenza più nociva è sicuramente la droga, dato che comporta danni fisici e psichici irreversibili. I sintomi di abuso di sostanze sono molteplici, primo tra tutti il bisogno di aumentare la dose, la necessità di avere una scorta, una spesa che nonostante l’eventuale presenza di difficoltà economiche, è necessario intraprendere. Una condizione che determina danni neurologici ad esempio una progressiva riduzione del neurotrasmettitore dopamina. In particolare la dipendenza riguarda: cocaina, eroina, alcol, oppiacei che mediante l’abuso della sostanza, provocano molti effetti negativi sull’organismo. Tra i quali ricordiamo: restrizione dei vasi sanguigni, aumento della frequenza cardiaca, mal di testa, nausea, diminuzione dell’appetito, sanguinamento dal naso, ansia, allucinazioni, fino ad arrivare a gravi complicazioni cardiovascolari che sono la causa di infarti e ictus.
Ludopatia: il gioco d’azzardo
Anche il gioco è una delle dipendenze caratterizzata da persistente incapacità di giocare somme di denaro che siano più o meno elevate. Naturalmente la ludopatia, è un disturbo che riguarda tutte le fasce d’età, prevalentemente colpisce gli individui di sesso maschile.
Le cause sono le più disparate: fattori biologici, familiari, depressione e soprattutto la mancanza di denaro, che porta l’individuo alla necessità di giocare. Quando la giocata va a buon fine, si prova la stessa sensazione di quando si assume una dose di cocaina, inoltre il desiderio di giocare diventa sempre più intenso.
La cura di tali dipendenze
Tale fenomeno di Craving (si definisce così il desiderio o impulso irrefrenabile verso una sostanza o comportamento gratificante), può essere combattuto in diversi modi. Bisogna però che il paziente si renda conto del proprio disturbo; la consapevolezza è il primo passo, basta poi non cedere alla tentazione, magari mediante altre attività ugualmente gratificanti. Programmare e stabilire un obiettivo è decisamente il passo finale che porterà al raggiungimento del traguardo. Naturalmente, per casi più gravi vi sono cure e veri e propri percorsi specifici per porre fine a tali circoli viziosi, indicati a seconda della patologia. Il punto in comune è sicuramente quello di rivolgersi ad uno specialista, che in tal caso può anche mediante farmaci, aiutare il paziente.