Battiture: la piccola farmacia letteraria sui social

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Ambasciator intervista Silvia Di Comite, ideatrice del progetto

Battiture è il progetto social promosso da Silvia Di Comite. La sua pagina Instagram è una vera e propria farmacia letteraria che, tra citazioni letterarie e consigli di lettura, compie un vero e proprio atto rivoluzionario: portare il mondo della lettura sui social network. In esperienze di navigazione in cui si passa da un contenuto ad un altro con estrema rapidità, Battiture, inconsapevolmente, ci invita a fermarci. Ci invita ad un vero e proprio banchetto in cui possiamo degustare le parole, e perché no, anche innamorarci delle stesse.

Come nasce Battiture e qual è il suo scopo?

Battiture nasce come un bisogno personale. Nasce dalla necessità di creare ed esprimermi attraverso uno spazio ‘sicuro’, in cui sentirmi me stessa e ritrovarmi attraverso la poesia, la letteratura, i libri.
Anche se in un primissimo momento Battiture è stato semplicemente il mio ‘diario segreto’ dove appuntare tutte le citazioni, le poesie o le mie letture, col tempo è diventata una piccola farmacia letteraria in cui rifugiarsi per trovare bellezza al momento del bisogno. Mi dicono di aver aiutato moltissime persone che, grazie a Battiture, hanno ritrovato la passione, apparentemente perduta, nei confronti della lettura. Fare divulgazione culturale e letteraria è qualcosa che mi rende felice e fiera di quello che ho creato ormai tre anni fa.

Pensi che progetti come Battiture possano rivoluzionare il mondo della lettura? Se sì, come?

Se non la rivoluzionano almeno la aiutano, rendendola fruibile e a portata di mano, letteralmente!
Grazie ai blog, alle pagine su Instagram, la passione nei confronti della lettura sta sbocciando più velocemente e abbraccia tantissime persone, anche tra le più giovani. E, inutile aggiungere, trovo tutto ciò davvero confortante. Una frase che pubblico può riaccendere emozioni contrastanti, portando la persona ad assorbirla e a volerne altre e altre ancora. In questo modo a riaccendersi è anche la necessità di leggere, di ritrovare ancora quella ispirazione, quella sensazione unica di essere compresa. È questo che fa la lettura.

Qual è la caratteristica principale della tua pagina? Credi che la tua pagina crei il connubio tra immagine e contenuto, o metta a favore uno piuttosto che l’altro?

Parola d’ordine: spontaneità. È questo quello che caratterizza la mia pagina. Il mio marchio di fabbrica è non avere linee guida, né programmi, né un piano settimanale. Come dicono in Puglia: vado a sentimento. Sbaglierò? Forse. Ma questo è l’unico modo che conosco di divulgare e di essere me stessa: essere spontanea e non sentirmi costretta a dover per forza postare qualcosa. Nonostante questo, investo davvero tanto tempo e risorse nella mia pagina. Il solo e semplice fotografare una pagina di un libro può essere più ostile di quanto lo si voglia far credere! Parola mia! Personalmente scelgo la semplicità: scatti semplici, didascalie accattivanti, in molte delle quali mi lascio andare con pensieri e riflessioni personali, e consigli di lettura giornalieri.

Che rapporto hai con la tua community? Ti senti sempre libera di poterti esprimere o avverti dei limiti dovuto al timore di essere attaccata?

Amo la mia community. Qualche anno fa non avrei mai immaginato di poter contare su un gruppo di persone così elevato. Persone reali che mi comprendono, che mi sostengono e che mi fanno sentire, ogni giorno, ogni ora, speciale per loro. Ritrovarmi nelle loro parole, nelle loro emozioni è indescrivibile e il semplice fatto che qualcuno spenda del tempo per sfogarsi con me rispetto a un problema è qualcosa che mi riempie di gioia e di gratitudine. Con la mia community parlo di tutto quello che mi passa per la testa e che sento di voler condividere, non ci sono tematiche o argomenti che ho paura di toccare. Sono pronta a tutto, anche alla critica, sempre se costruttiva. Sono molto serena anche per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia: i famigerati ‘leoni da tastiera’. Sono così fiera e sicura di quello che condivido che, anche se avvertissi un qualche limite (come è d’altronde successo più volte, specialmente quando tocco qualche personaggio politico, analizzandone i comportamenti ambigui), questo non mi farebbe smettere di utilizzare la mia pagina per i giusti scopi: per far del bene, per sensibilizzare all’empatia e alla gentilezza.

Potresti essere definita un’influencer della lettura, senti che questa ‘etichetta’ renda davvero il valore del tuo progetto?

L’etichetta ‘influencer’ non è che me la senta così bene addosso, però, quando vedo le persone che mi seguono o che hanno acquistato un libro grazie a Battiture, o che mi ringraziano perché un mio semplice consiglio è in seguito diventato il loro libro preferito, non posso che sciogliermi in un brodo di giuggiole. E poi la dicitura influenced by battiture che utilizzano quando mi taggano in una loro story dove mostrano i loro bottini di libri, mi fa sempre sorridere. Come accennato prima, io scelgo e sceglierò sempre la trasparenza e la sincerità. Quando un libro, seppur molto chiacchierato, non mi ha convinta, lo ammetto tranquillamente. Sempre parecchio dispiaciuta, per carità, ma sempre trasparente. Penso che questo venga molto apprezzato anche perché, è risaputo… de gustibus non est disputandum!

Battiture nasconde dietro di sé una grande lettrice, c’è secondo te un segreto per riuscire a leggere molto e in modo qualitativo?

Io leggo per necessità, per farmi del bene. Non potrei pensare alla mia vita senza la compagnia dei miei amati libri, senza una libreria, senza recarmi settimanalmente in biblioteca. Se esiste un segreto, io lo ignoro. So solo che leggere è fare rivoluzione, è vivere più vite, è sapere e conoscenza, è prendersi cura di noi stessi. È la mia cura dell’anima.

Cos’è per te un buon libro? E quali sono gli ingredienti che lo rendono tale?

Un buon libro per me è quello in cui funziona alla perfezione il connubio tra trama e linguaggio. Un libro dalla trama interessante ma con un linguaggio poco invogliante, artificioso, acerbo, o viceversa, un libro dalla trama inesistente ma con una buona proprietà di linguaggio, non fa proprio per me. La perfezione? Delitto e castigo, senza ombra di dubbio. Quello è il genere di libro che prediligo, quello che io chiamo, molto ermeticamente, un gran bel libro dove regna la perfetta armonia tra lessico e scelta narrativa.

A volte si inculca l’idea che un buon lettore debba leggere solo opere reputate grandiose e, ancor più spesso, si propone una lettura cieca. Ma davvero la lettura fa da spartiacque in questo modo?

Il diritto a leggere ciò che ci pare è sacro. Io sono la prima, e qui mi costituisco, a leggere e ad apprezzare sia il Canzoniere di Francesco Petrarca sia le poesie di Rupi Kaur. Ma qual è problema? Esiste per caso un canone da seguire? Da quando gli esseri umani non possono mangiare la carne se gradiscono il pesce? La versatilità non è forse uno degli aspetti dell’essere umano? L’elasticità intellettuale? È così bello spaziare, ed io lo faccio sempre, tra un genere e un altro, tra un autore e un altro, individuandone per ciascuno pregi e difetti e analizzando, in maniera critica, differenze e virtù. Troverei ipocrita un discorso differente, insomma. Sarebbe assurdo privarsi della degustazione di altri generi, un po’ come succede per la musica, solo per continuare ad indossare una vita da poser. Forse sarò troppo dura, ma è qualcosa che non concepisco. Io, da amante dei classici, da classicista fino al midollo, trovo il tutto ridicolo. La lettura è piacere.

Domanda che tutti noi lettori eviteremmo che, però, non smettiamo di porre a noi e agli altri: se dovessi salvare solo un libro della tua libreria, quale sarebbe?

Il dizionario della lingua italiana, vale?

PhotoCredit: @battiture

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