L’alcol è un sedativo
Bere alcol comporta tantissime conseguenze negative, soprattutto tra i giovani, durante l’adolescenza.
L’alcol è un sedativo ma, come ben sappiamo, in dosi moderate aiuta le persone a vivacizzarsi e a diventare più socievoli.
Com’è possibile che un sedativo ci animi? Tra i primi insidiosi effetti dell’alcol, c’è l’inibizione di una parte del cervello umano, la corteccia prefrontale, quella parte che aiuta a controllare gli impulsi e tiene le redini del nostro comportamento. Come risultato “ci lasciamo andare”, diventando meno controllati e più estroversi.
Ma se gli si concede un po’ più di tempo, l’alcol comincia a inibire altre parti del cervello, trascinandole in uno stato inebetito. Man mano cominciamo a sentirci fiacchi: il nostro cervello si sta progressivamente sedando. L’alcol ha un’azione sedativa quindi, ma non induce il sonno naturale; le onde elettriche emesse dal cervello non sono quelle del sonno, ma sono più simili a quelle dei soggetti sotto anestesia.
“Bere” è uno dei peggiori nemici del sonno
L’alcol è uno dei peggiori nemici del sonno. In primo luogo lo frammenta, costellando la notte di risvegli brevi e frequenti. Va da sé che un sonno non continuo non sia davvero ristoratore, anche se la maggior parte di questi risvegli notturni, non è notata da chi dorme. Per questo, il mattino seguente non li ricorda e non sa di vivere un senso di spossatezza proprio a causa dell’interruzione del sonno.
Inoltre l’alcol sopprime la fase del sonno in cui si sogna e ciò può provocare una ribellione di quella fase da svegli che si manifesta, nei casi più gravi, attraverso allucinazioni ed un senso di disorientamento.
Bere alcol VS Apprendimento
L’alcol porta conseguenze negative anche sull’apprendimento. Se si apprende qualcosa e poi la sera stessa ci si dà all’alcol, durante la notte si avrà un’interruzione del sonno. E la conseguenza? Dopo sei giorni, si soffrirà di quella che potrebbe essere definita un’amnesia parziale: una dimenticanza del 50 per cento di ciò che era stato appreso.
Infatti, sappiamo bene che durante la prima notte dopo che si è imparato qualcosa, è necessario dormire bene per gli scopi dell’elaborazione della memoria.
Ma c’è di più: se si apprende qualcosa e si dorme beatamente per due notti fila, ciò che abbiamo imparato ancora non è completamente al sicuro. Infatti, l’intervento dell’alcol sul sonno nel corso della terza notte dopo l’apprendimento, può provocare un’amnesia comunque pari al 40 per cento. La conclusione quindi è che i ricordi restano pericolosamente vulnerabili ad ogni tipo di disturbo del sonno, specialmente se provocato all’alcol, anche tre notti dopo il momento dell’apprendimento.
Facciamo un esempio pratico. Siete uno studente che sta studiando per un esame che si terrà lunedì, il mercoledì e il giovedì della settimana prima, decidete di declinare un invito degli amici per poter dormire sodo; però accettate lo stesso invito per il venerdì, pensando di aver riposato abbastanza le notti precedenti e di aver ormai memorizzato e messo al sicuro quanto imparato. Giusto? Non è così, perché il consumo di alcol di quel venerdì sera, sarebbe capace di cancellare gran parte di ciò che avete appreso.
Ma allora quanto ci vuole perché i ricordi siano al sicuro?
In realtà non lo si sa con certezza, si suppone circa una settimana. Ma una cosa è sicura, si vive meglio senza bere alcol!