Brasile, parità salariale per la nazionale di calcio femminile

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Le giocatrici percepiranno lo stesso stipendio dei colleghi calciatori, parità salariale

La Confederacao Brasileira de Futebol (CBF), ossia la Federazione di calcio brasiliana, ha annunciato che, d’ora in poi, vi sarà la parità salariale tra nazionale femminile e maschile.

Quindi, le giocatrici percepiranno lo stesso stipendio dei colleghi calciatori.

«Ora non esiste più disparità di genere: ciò che ricevono gli uomini per le convocazioni, sarà destinato anche alle donne. La cifra che otterranno per la conquista di una medaglia, il superamento dei turni nelle Olimpiadi o i premi che riceveranno ai prossimi Mondiali, sarà identica a quella in palio per gli uomini

Queste sono le parole del presidente della CBF Rogerio Caboclo. Ha inoltre aggiunto che le calciatrici, già da marzo, hanno avuto le modifiche ai loro stipendi.  

Ma le novità per il Brasile non finiscono qui: sarà assunta la prima coordinatrice della Nazionale femminile.

La nuova coordinatrice è Duda Luizelli, ex giocatrice e precedentemente responsabile della squadra femminile dell’Internacional.

La misura sarà applicata alle squadre nazionali che parteciperanno ai Giochi Olimpici di Tokyo del prossimo anno, così come ai prossimi tornei di Coppa del Mondo maschile e femminile. 

Negli altri paesi

Lo scorso anno la Finlandia ha deciso, per prima, per la parità salariale tra la Nazionale di calcio maschile e quella femminile.

Per i prossimi tre anni, le donne riceveranno dalla federazione lo stesso stipendio degli uomini, per le partite giocate con la maglia della Nazionale.

Sono tutelate non solo dal punto di vista del salario minimo, ma anche per quanto riguarda l’assicurazione sanitaria, i giorni di vacanza, il mantenimento dello stipendio in caso di gravi infortuni con conseguenti lunghi periodi di pausa.

Anche altri paesi hanno acconsentito a concedere la parità salariale, come la Norvegia, l’Australia e la Nuova Zelanda.

Negli Stati Uniti

Diversamente è andata negli Stati Uniti, alle quali giocatrici è stato negato, a maggio scorso, il diritto e la Federazione si sta ancora battendo per il riconoscimento.  

Nella sua decisione di 32 pagine, il giudice Gary Klausner del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per la California centrale a Los Angeles, ha respinto l’argomento delle denuncianti in merito alla discriminazione salariale.

Secondo quanto riportato in un articolo della Gazzetta dello sport:

“La portavoce Molly Levinson ha anticipato che Carli Lloyd e le 27 compagne faranno ricorso. Le giocatrici della nazionale statunitense di calcio avevano chiesto un risarcimento di oltre 66 milioni di dollari alla federcalcio (U.S. Soccer Federation), nell’ambito della loro causa per discriminazione di genere”.

Le dichiarazioni delle giocatrici riguardavano non solo la diversità di trattamento salariale, ma anche la netta differenza di trattamenti medici e sanitari, la scarsità di strutture per gli allenamenti.

Inoltre, denunciavano la disparità di investimenti – predisposti dalla Federazione – per sponsorizzare, su base nazionale, il settore femminile.

Persino la nazionale maschile americana ha sostenuto le istanze del team femminile, accusando la federazione Usa e il presidente Carlos Cordeiro di “Minimizzare il loro contributo”.

“Si tratta- continua la nota della squadra maschile- dell’ennesimo episodio di conflitto da parte della Federazione che pensa soltanto ad aumentare i guadagni e i profitti senza la benché minima idea di come investire questi soldi per far crescere lo sport”.

Fonti:

https://www.ilpost.it/2020/09/03/nazionale-brasiliana-paghe-calciatrici/

https://sport.sky.it/calcio/femminile/2020/09/03/brasile-parita-salariale-calcio-maschile-femminile

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