Il 19 marzo, in alcune aree del mondo cristiano, si celebra la Festa del Papà
La Festa del Papà -che non a caso coincide con il giorno di San Giuseppe– festeggia e onora la paternità.
San Giuseppe, archetipo del padre
Nel 1871 la Chiesa Cattolica proclama San Giuseppe protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale.
In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore[..]. I nobili imparino da lui a conservare anche nell’ avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare.
Leone XIII
In Italia, come in altri Paesi di tradizione cattolica, la Festa del Papà viene festeggiata il giorno di San Giuseppe, che in qualità di sposo della Beata Vergine Maria, incarna i valori dell’umiltà e della dedizione, quindi protettore degli orfani, delle giovani nubili e dei più sfortunati.
Solennità di San Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia.
Martirologio Romano, 19 marzo, n. 1
La Festa del Papà.. in tavola
La zeppola di San Giuseppe –dolce tipico napoletano(fritto o al forno) di pasta choux, crema pasticcera e amarene- è il dolce simbolo di questa ricorrenza.
L’uso di questo “bignè” partenopeo rimanda agli sforzi di Giuseppe, padre di Gesù, che per sostenere la famiglia economicamente dopo la fuga in Egitto, si ingegnò vendendo frittelle.
Ogni regione ha però la propria variante: in Emilia-Romagna c’è la raviola; in Sicilia la sfince di San Giuseppe; a Galliate il gramolino (o pan mattino).
In occasione della Festa del Papà, ecco una selezione delle più belle poesie dedicate alla figura paterna
Camillo Sbarbaro – Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.
Alfonso Gatto – A mio padre
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
– Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno – Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
Sibilla Aleramo – Ricordo
Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.
Buona Festa del Papà!
Photocredits: @mariavittoriagiudice