La campagna di vaccinazione procede spedita, i vaccinati in Italia aumentano dopo la copiosa adesione degli under 40
Spostiamo le lancette dell’orologio indietro di un anno: con il caldo iniziavamo ad uscire e a riprendere una parvenza di vita normale, dopo aver vissuto l’esperienza del lockdown. Ma la sensazione di aver vinto soltanto una battaglia, e non la guerra, permeava un po’ tutti. Anche i più ottimisti. La realtà è che fino a quel momento non avevamo potuto reagire; l’umanità si è soltanto arroccata nelle abitazioni, difendendosi dietro ad una mascherina e tentando di mantenere le distanze. Non c’era, in quel momento, un’offensiva che potesse permettere di alzare il capo, sistemare il colletto come Eric Cantona nella famosa pubblicità della Nike, e sferrare qualche colpo. Ma poi la ricerca scientifica mondiale, ben sovvenzionata da tutti i paesi, ha trovato un’arma. La campagna di vaccinazione in Italia è la prima offensiva seria dell’umanità contro il covid-19. E fatemelo dire: mo ce ripigliamm tutt’ chell’ che è nuost!
Campagna di vaccinazione Italia: una storia virtuosa
Il 2 giugno la campagna di vaccinazione per gli under 40 apre i battenti dopo le 22; per prenotarsi basta effettuare l’adesione sul sito regionale. Il sito della Regione Campania è sommerso. Lo ammetto, ho pensato: “Eh! ti pareva!”
La mattina del 3 giugno ci riprovo, non con tante aspettative, ma riesco a compilare in pochi minuti l’anamnesi.
In attesa dell’OTP, circa mezzora, ho pensato: “Era tutto troppo bello…”. Ma la conferma arriva e riesco ad aderire alla campagna di vaccinazione. Sono stato fortunato, va detto. Alcuni miei coetanei sono ancora in attesa. Ma questa notizia deve mettere di buon umore: significa che in massa sono pronti a vaccinarsi. La sera del 4 giugno mi arriva il messaggio dell’ASL con le coordinate dell’appuntamento galante in un centro vaccinale. Con mia sorpresa, è fissato per il giorno dopo, sabato 5 giugno. Vado, aspetto – poco -, attendo, torno. Tutto in 35 minuti.
Tante storie, meglio i fatti
In 35 minuti ho avuto la prima dose. Metà dell’opera, dunque. Per buona pace dell’operatore tecnico specializzato nella pesa di frutta e ortaggi del supermercato – mi consigliava di non farlo perché “chissà cosa ci mettono dentro…”. Perché, poi, bisogna anche dirlo che le storie sui vaccini sono state molto avvincenti, degne dei migliori thriller sci-fi nel mondo del cinema. Voglio dire, ci vuole una bella fantasia per immaginare Bill Gates che manipola Big Pharma al fine di bio-trasformare l’umanità in router su due gambe a base organica. Ma di questi “bias cognitivi” sui vaccini non possiamo stupirci. D’altronde, la qualità della discussione scientifica – e non – tende verso la polemica da bar.