Chi nun tene coraggio, nun se cocca ch’ ‘e femmene belle

Senza coraggio non si può aspirare al meglio

Uno dei proverbi napoletani più conosciuti è “Chi nun tene coraggio, nun se cocca ch’ ‘e femmene belle”.

In senso generale significa che chi non osa e chi non mostra tenacia non raggiunge risultati straordinari. E di queste cose straordinarie la donna diventa il simbolo, la donna bella che sembra irraggiungibile, che si può conquistare solo se si è dotati di volontà e audacia. Ma, esistono ancora gli uomini coraggiosi nella conquista dell’altro sesso?

Molte donne sono convinte che il macho italiano ormai sia morto e sepolto, incatenato nella rete delle skin routine, dei filler per appiattire rughe, gonfiare labbra, delle cerette e delle cremine per il contorno occhi e le zampe di gallina.

Vittime della lacrima facile, schiacciati da donne sempre più forti e ormai troppo indipendenti. Nella nuova visione che le donne hanno dei maschi loro sono diventati fiacchi, emotivi, insicuri.

Anche le donne straniere in un recente sondaggio hanno dichiarato di essere meno sensibili alle avances degli uomini italiani. Forse la parità di genere tanto inseguita dalle donne e la ricerca della bellezza fatta di canoni standard di eterna giovinezza che ha colpito anche gli uomini, ha disorientato entrambi i sessi e penalizzato l’immagine dell’uomo italiano, maschio latino che un tempo infuocava gli animi e i sogni delle donne di tutto il mondo? In questo deserto di mascolinità perduta c’è una specie che può salvare il maschio italiano? La risposta è semplice: il maschio napoletano! Se lo analizziamo nelle sue peculiarità non potremo non concordare con questa affermazione. Scopriamo perché.

In primo luogo si sa che l’uomo napoletano ha una passione per la donna più importante della sua vita Mammà… La mamma per lui è una dea, da amare e proteggere per sempre, quella che lo accoglie in un abbraccio, lo coccola e gli da coraggio in ogni circostanza. Ed è forse per questo che anche nell’approccio con le altre donne c’è sempre una tenerezza di fondo che li rende eterni bambini in cerca di coccole. Non si tratta di essere mammoni ma di cercare in una donna un po’ la mamma, con tutti i sentimenti che questo implica anche dal punto di vista del legame che si trasmette dalla mamma alla propria compagna.

Chi ha visto il film “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo, sa che il protagonista, ossia il professore Bellavista, divide gli uomini in due categorie: gli uomini d’amore e gli uomini di libertà. Negli uomini d’amore colloca i napoletani mentre in quelli di libertà i milanesi. I napoletani si godono la vita mentre i milanesi vanno sempre di fretta, non hanno tempo per nulla e sono sempre stressati. Viene da sé che le donne sono più attratte da uomini d’amore e così, ancora una volta, dai napoletani.

Per gli uomini napoletani la famiglia è sacra. Genitori, fratelli, sorelle, nonni, suoceri, generi, zii propri, zii acquisiti, nipoti, cugini fino al terzo grado di parentela. Chiedete a qualsiasi donna napoletana il sapore di un Natale insieme alla famiglia… quaranta persone a tavola, ci vuole un certo coraggio, ma questa è n’ata storia.

E poi c’è il modo dei napoletani di parlare alle donne, schietto, canzonatorio con un accento che già da solo è musicalità assoluta.  

Potremmo ancora continuare ma gli elementi per decretare l’uomo napoletano come salvatore del machismo universale sopravvissuto a questi tempi bui sembrano già abbastanza.

Tutto questo sembra essere noto anche ad uomini bellissimi e famosi che più di una volta nelle loro interviste hanno dichiarato orgogliosamente di avere origini napoletane, quasi a voler mettere un punticino in più in un curriculum già ricco di suo. Raul Bova, dice spesso che la sua mamma è napoletana. Anche Bradley Cooper ha dichiarato più volte con orgoglio che il papà e la mamma erano di Napoli, come il Boss Bruce Springsteen. 

E allora che dire? Gli uomini di Partenope ardono, osano e conquistano. Femmene belle coraggio fatevi avanti!

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