La XII edizione del festival, che terminerà il 28 novembre, in onda esclusivamente online, è dedicata a Mario Paciolla
La dodicesima edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, iniziato il 17 novembre, avrà luogo fino al 28 novembre 2020.
Quest’anno, per ovvi motivi, il Festival è disponibile esclusivamente online. Le pellicole in concorso provengono da più di 30 nazioni diverse e hanno tutte come fulcro i temi riguardanti i Diritti Umani.
La loro visione è gratuita, basta registrarsi sul sito e si ha l’accesso a tutte le opere online. Inoltre, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Festival, è possibile assistere agli eventi internazionali con film fuori concorso e contributi di esperti e testimoni. Questi ultimi saranno disponibili, successivamente, anche on demand sul sito ufficiale – nella sezione eventi- e sul canale YouTube del Festival.
Le opere in gara al festival
Quest’anno sono giunte da tutto il mondo oltre 200 opere, tra lungometraggi e corti. Tra queste, ne sono state scelte 33, ai fini del concorso, suddividendole in quattro categorie: Human Rights DOC, Human Rights Short, Human Rights Youth e Ciack Migraction.
Il calendario completo degli eventi è disponibile sul sito web cinenapolidiritti.online.
Il Festival è sostenuto dalla Ambasciata Svizzera in Italia, dalla Regione Campania e dalla cooperativa sociale Dedalus, da Expoitaly e dalla FICC (Federazione Italiana dei Circoli di Cineclub) ed ha il patrocinio morale del Comune di Napoli e dell’Assessorato alla Cultura e Turismo.
Un festival dedicato a Mario Paciolla
Le dure e commoventi parole della famiglia Paciolla aprono la XII edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli:
“Mario è stato un uomo leale e autentico, con la schiena dritta e che non ha accettato compromessi. Merita verità e giustizia. Per questo ci rivolgiamo alle tante persone che lo hanno conosciuto e incrociato.
Chi sa, parli. Chi non lo farà si renderà complice di questo delitto”.
Un intervento scritto a mano, ma da cui traspare tutta l’emozione e soprattutto la sofferenza di Anna e Pino Paciolla.
Verità sulla morte di Mario Paciolla
Le parole dei genitori di Mario, sono un invito esplicito a continuare a indagare sulla vicenda ancora oscura della morte del proprio figlio.
Mario Paciolla era un collaboratore italiano della missione Onu, di cui è stato ritrovato il cadavere, all’interno della sua abitazione a San Vicente del Caguan, lo scorso 15 luglio.
Secondo quanto riportato dalla sua ex compagna, con cui era rimasto in buoni rapporti, negli ultimi giorni Mario si sentiva spiato e tradito da alcuni colleghi delle Nazioni Unite.
L’intervento al Festival del Cinema Diritti Umani
La famiglia Paciolla è intervenuta durante la presentazione del Festival in diretta streaming, accompagnata dal legale Alessandra Ballerini.
Proprio l’avvocato, già rappresentante della famiglia Regeni, ha introdotto l’appello parlando di diritto alla verità:
“Quando parliamo di Mario, come di Giulio (Regeni, ndr) e degli altri, bisogna ricordarsi anche che il diritto alla verità è un diritto umano fondamentale e che il diritto di chiedere la verità è stato violato non solo sui loro corpi, ma anche sulle famiglie e su tutti noi. Questa è la richiesta di una comunità che chiede che venga ridata dignità anche attraverso la verità. Che viene prima della giustizia, che deve tramutarsi in giustizia processuale. Poter ricostruire cosa è successo, perché le persone che dovevano proteggere Mario non l’hanno protetto… è per quel diritto umano che dobbiamo batterci”.
All’appello si è unito anche il comitato “Giustizia e verità per Mario Paciolla”, rappresentato durante lo streaming da Simone Campora.
Tra gli altri ospiti alla presentazione, anche il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti e padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e del mensile San Francesco, i quali sostengono la causa della famiglia Paciolla:
“A qualsiasi iniziativa verrà presa, nel rispetto della volontà della famiglia Paciolla, noi aderiremo. Se ci sarà un appello, se ci saranno richieste noi faremo quello che abbiamo fatto per Regeni e Rocchelli: scorta mediatica. Qualunque sarà l’iniziativa che andrà sostenuta, metteremo la nostra firma. Mario è stato colpito per il suo desiderio di conoscenza, manterremo la luce sul suo nome.
Nel momento che cancelli la memoria, quel nome scompare. Faremo sì che ciò non accada”.
I “Diritti in ginocchio”
Questa edizione del Festival, è dedicata anche all’impatto del Coronavirus sui diritti umani in tutto il mondo. A tal proposito, intitolata “Diritti in ginocchio – Pandemia, Sovranismi e Nuove discriminazioni”.
In particolare, il titolo rievoca la famosa vicenda legata a George Floyd, crudelmente ucciso da un agente di polizia, il quale ha pressato il ginocchio sul collo dopo averlo immobilizzato e ammanettato.
Eleonora De Majo, assessore alla Cultura del Comune di Napoli ha affermato:
“Abbiamo estremamente bisogno di parlare di diritti umani in questo momento storico. Siamo concentrati sulla pandemia globale al punto che tanti dei problemi, delle contraddizioni che attraversano il mondo, passano in secondo piano e rischiamo di dimenticarle”.