Cinque famiglie distrutte nella sciagura della funivia
Cinque famiglie distrutte per una gita. Il concetto di prevenzione non può essere confuso con la fatalità, quando le dovute precauzioni sono, evidentemente, disattese.
Le calamità, quelle non naturali, hanno sempre responsabili e devono, per forza di cose, essere ascritte a precisi nominativi.
Chi non ha fatto cosa e, quindi, è accaduto ciò che non doveva accedere?
È un interrogativo ricorrente e, sempre più spesso, per trovare una risposta le tempistiche sono oltremodo lunghe e insopportabili, per coloro che piangono vite umane.
Ieri, la disgrazia della funivia Stresa-Mottarone poteva essere evitata?
Alla domanda non possono esserci incertezze e neppure tentennamenti; se il cavo portante ha ceduto e, allo stesso tempo, il freno di emergenza non ha funzionato, qualcosa di poco chiaro deve essere accaduto.
Le indagini avviate sin da subito e adesso ci saranno gli iter previsti: perizie, incarichi ad esperti, relazioni tecniche.
Intanto intere famiglie sono state falcidiate (cinque famiglie distrutte) ed un bambino è condizioni critiche.
La speranza è che si salvi. Ha perso, nella tremenda tragedia, i genitori e un fratellino più piccolo.
Non possono interessare gli esiti degli interventi manutentivi e neppure le rilevanti cifre erogate, per riammodernare gli impianti rendendoli adeguati alle norme vigenti.
La realtà è quella sotto gli occhi di tutti: non ci possono essere dubbi su qualche manchevolezza.
I colpevoli siano individuati e paghino. Senza se e senza ma.
Perché in una tragedia immane come questa, di colpevoli ce ne sono inevitabilmente; non è la mano della natura ad aver compiuto questo.