Clubhouse: la nuova app per iphone che spopola sul web

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L’applicazione Clubhouse è la nuova trovata per rimanere in contatto a distanza

Clubhouse l’app che sta spopolando da poche settimane. La nuova applicazione per Iphone è stata oggetto di discussione anche in Cina dove il governo ne ha vietato l’impiego. Eppure sembra del tutto innocua l’applicazione, con un format tutto nuovo, a mo’ di podcast, dove è possibile interloquire con altri utenti tramite vocali e non attraverso la canonica chat. Rilevante è la possibilità di creare room, gruppi, piccole riunioni in cui intervenire e conoscere altra gente.

Il limite temporaneo dell’app

Clubhouse ha un pubblico di fruizione però particolarmente ridotto adesso. L’applicazione è disponibile solo per iphone. Non è ancora stata formulata una opzione per android e resta dunque limitata ad una “élite” di individui ancora ristretta. È, inoltre, stata pensata con la funzione ad invito. Non si può accedere senza aver ottenuto un invito da chi ci sta già.
Un obbligo al passaparola che rende enorme la divulgazione e l’interazione. I primi consumatori dell’app sono personaggi della tv, artisti emergenti, performer, speaker radiofonici. Una maniera positiva per arrivare a tutti, migliorare la capienza di pubblico all’ascolto attivo e non semplicemente sterile nel ricevere contenuti, come potrebbe essere con la semplice riproduzione in radio.

I punti di forza: discutere e confrontarsi attraverso la voce

Nei gruppi, non privati, vengono generalmente imbastite discussioni. Si può dire la propria, con accortezza ed educazione. Ci si può interfacciare con una realtà di utenti molto più grande, talvolta anche persone note non attraverso lo scritto, ma attraverso la voce meno asettica, più centrata nelle cose.

La reazione del governo cinese

È la flessibilità dell’app, il suo prestarsi al dibattito istantaneo ed estemporaneo, veloce e senza “residui” che ha portato il governo cinese ad assumere un atteggiamento molto diffidente e di chiusura nei confronti del prodotto americano. In generale, in Cina vige una forte censura e una tendenza accentuata al conservativismo. È chiaro, però, che l’applicazione si iscrive pienamente nelle nuove piattaforme di confronto positivo e stimolante. Tutto ciò che viene detto non può essere registrato, resta lì e non potrebbe avere riverbero come in altre contesti già noti.

“Verba volant, scripta manent”

In fondo, “verba volant, scripta manent”. In questo caso le parole volano e vola anche Clubhouse, in vetta alle classifiche mondiali come app più scaricata in piena pandemia. Se la situazione non permette la fisicità, resta la tecnologia imperante e a tratti salvifica.

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STEFANO POPOLO

CEO & Founder

Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.

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