La comunicazione tra giovane calciatore e istruttore

L’importanza della comunicazione calciatore e istruttore

Forse risulta davvero complesso capire quanto sia difficile, arrivare all’atleta, di qualsiasi età, tramite lo strumento della comunicazione tra calciatore e istruttore.

Farsi capire, utilizzando i toni, il linguaggio, la sintassi e i modi giusti, è quasi un qualcosa di impossibile, se non si possiedono gli studi necessari, soprattutto nel mondo del settore giovanile.

Altro aspetto fondamentale riguarda sicuramente il linguaggio del corpo.

Bisogna trasmettere competenza, passione e sicurezza nei propri mezzi.

Senza queste fondamentali caratteristiche, si può essere anche l’istruttore più competente al mondo, non si riuscirà mai a trasmettere quelle che sono le proprie competenze.

Come comunicare in campo e fuori

I bambini che alleniamo, soprattutto negli ultimi anni, si contraddistinguono per basse competenze relazionali, scarso spirito d’iniziativa, evidenti difficoltà nell’auto organizzarsi in gruppi di gioco, problematicità motorie e di autonomia.

Allo stesso tempo si differenziano dai coetanei del passato per creatività, facilità di dialogo, sono più predisposti ai cambiamenti e devono gestire un “sovraccarico” di stimoli sonori e visivi.

Inoltre i ragazzi e bambini, ad oggi, dispongono di capacità cognitive molto sviluppate rispetto agli anni passati.

Abbiamo mai pensato se gli allenamenti che costruiamo con tanta cura tengono conto di questi fattori? Osservazione, rispetto del bambino, padronanza di competenze tecniche e relazionali sono solo alcune delle parole chiave sulle quali l’allenatore di settore giovanile deve costruire il proprio intervento.

Come creare interesse per l’allenamento

Il primo punto, è quello di creare allenamenti divertenti, che stimolino l’atleta a divertirsi.

Come già affermato in articoli precedenti, tramite il divertimento, si alza la soglia di apprendimento.

Inoltre i ragazzi saranno molto più motivati a venire al campo il giorno di allenamento.

Poter svolgere l’attività sportiva con enfasi e gioia, aver l’opportunità di prendere decisioni significative per il gruppo, avere facilità di dialogo con il mister e i dirigenti, questi sono gli ingredienti principali del allenamento e dello sviluppo dell’atleta.

Insomma, un mix di emozioni, divertimento e … pallone.

D’altronde si sa, che il modo migliore per far divertire è l’utilizzo del pallone e di esercizi situazionali che assomigliano il più possibile alla partita.

Il ruolo del genitore nel calcio

Incitare, gioire per lo sport, aiutare il proprio figlio nei momenti di difficoltà.

Queste sono le buone norme che deve seguire il genitore.

Il mister c’è, la dirigenza compie il suo ruolo come supporto all’istruttore, quindi il ruolo del genitore sarebbe quello di sostenere ogni ragazzino e godersi lo spettacolo offerto.

Il compito dei genitori è di insegnare ai propri figli che lo sport è un grande veicolo di valori fondamentali, che la vittoria è frutto di un duro lavoro e di un impegno costante e che non conta solo il risultato.

Specialmente in età evolutiva il bambino e il giovane devono sentire questo appoggio incondizionato da parte dei genitori che li supportano e li valorizzano per quello che sono, ma purtroppo non sempre è così

In alcuni sport di squadra, ma anche a livello individuale, quando i genitori seguono i propri figli durante la gara o la partita, pensano di avere dei piccoli campioni in campo, già pronti ai migliori palcoscenici del calcio internazionale.

Purtroppo troppo spesso si vedono situazioni su campi da calcio, poco piacevoli.

Sapete che vostro figlio potrebbe avere un trauma se vedesse il proprio genitore inveire contro un arbitro o un avversario? E quale sarà il risultato di queste gesta? Lascerà il calcio.

Lasciare il proprio figlio libero di fantasticare, divertirsi, emozionarsi in un campo di calcio è il miglior insegnamento che un genitore possa trasmettere.

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