I concerti saranno più vivi che mai
I concerti torneranno nel 2022 e le corde vocali verranno abbandonate nei palazzetti, negli stadi e nelle strade. Torneranno non prima dell’anno prossimo, ma torneranno. Saranno più vivi che mai, e porteranno con sé gli strascichi di un’insofferenza a cui nessuno riesce realmente ad abituarsi. Ci si adatta, ma non ci si abitua mai.
Non ci si abitua alle rinunce preziose, si impara a conviverci. Risulta difficoltoso quando la scelta è propria dell’individuo, ancor più quando la rinuncia deriva da un qualcosa di più grande del singolo e della collettività. Ed il ritorno alla caotica normalità è qualcosa che ognuno di noi aspetta con ansia e ricorda con nostalgia.
I concerti tornano nel 2022: tra ottimismo e realismo
Sono ottimisti i Pinguini Tattici Nucleari che annunciano il loro tour nei mesi di Settembre e Ottobre del 2021.
Sono invece più realisti artisti come Ernia ed i Maneskin – vincitori dell’ultima edizione di Sanremo – che annunciano l’inizio dei rispettivi tour nel Marzo del 2022.
Le difficoltà sul piano vaccinale, la crisi di governo e le tensioni con le case farmaceutiche rispetto la consegna regolare dei lotti ritardano il ritorno alla normalità.
Astrazeneca riscontra problemi e la generale psicosi – data da un insolito silenzio del governo – porta a un’eccessiva precauzione che si traduce in morti ed ulteriori ritardi, nonostante direttive chiare dell’AIFA con un comunicato ufficiale che invita a continuare con la somministrazione.
Salvo poi – in linea precauzionale e temporanea – sospenderlo in tutta Italia:
L’AIFA ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei.
Estratto comunicato AIFA
Dopo il parere dell’EMA, infine, il 19 Marzo viene dato il definitivo via libera con un altro comunicato.
Torneranno le attese, le calche e le urla di gioia
Ma torneranno le attese, le calche e le urla. Torneranno le ore e i giorni di attesa in favore di una prima fila conquistata con il sangue ed il sudore; tornerà la calma di chi ha il posto numerato in tribuna. Ciò che manca non è solo l’ambiente concerto, ma tutte le dinamiche sociali che esso comporta: comunanza, passione che unisce le diversità ed insofferenze da tirar fuori al tempo di un ritornello piuttosto che al buio di una scrivania.
Tornerà l’attimo di silenzio quando le luci si spengono e le sagome dei cantanti si vedono entrare in scena con passo felpato, accompagnati da un boato del pubblico che va in costante crescendo. Torneranno gli sguardi intensi tra le folle ed i baci nelle canzoni che ci si dedica.
Torneranno quei momenti. E chi prima non ne coglieva i particolari sarà cosparso di vitalità come mai prima d’ora. Chi – invece – viveva di concerti e respirava a suon di musica, tornerà nel proprio habitat naturale.
E si canterà per chi non c’è più, per chi ha deciso di andarsene e per chi e lì al proprio fianco – fisicamente e non.
L’imperativo sarà depurarsi da tutta l’attesa, la paura e l’incertezza. L’imperativo sarà tornare a vivere.