Il 12 ottobre è la giornata dedicata a Cristoforo Colombo: il World Columbus day. Quanto sappiamo realmente sull’esploratore genovese?
La figura dell’esploratore genovese è celebrata ogni 12 ottobre con sfilate, articoli e mostre in diverse parti del mondo, in primis in Italia e negli Stati Uniti d’America.
Il grande pubblico conosce solo superficialmente Cristoforo Colombo: chi era realmente l’uomo che ha saputo sfidare il senso comune dell’epoca, riuscendo a raggiungere un Nuovo Mondo? Alcune curiosità possono aiutarci a conoscerlo meglio.
Un’altezza oltre la media
Sono rimaste pochissime testimonianze relative a Cristoforo Colombo, che possono aiutarci ad immaginare, fisicamente, l’intrepido navigatore. I ritratti non possono assisterci in questa ricerca perché non esistono ritratti coevi. Il più antico è stato realizzato dal pittore sivigliano Alejo Fernández, tra il 1531 e il 1536-1537 ed è conservato nella Casa de Contratación di Siviglia. Nella pala d’altare La Vergine dei naviganti, la Madonna è rappresentata nell’atto di coprire con il suo mantello gli artefici della Scoperta delle Americhe. Colombo è rappresentato attempato, con la barba e mezzo calvo.
Secondo le testimonianze coeve, invece, era alto più un 1 e 80 centimetri, un’altezza non indifferente per l’epoca. Era di pelle chiara, poi diventata più scura a causa dell’esposizione prolungata al sole, occhi di colore grigio o azzurro e capelli biondi.
La sifilide arrivò in Europa grazie ai marinai di Colombo?
In questi ultimi tempi si tende a ritenere responsabile il povero Cristoforo Colombo di tutte le nefandezze compiute dagli europei nelle Americhe. In realtà, sembra che una malattia sia passata dalle Americhe all’Europa: la sifilide. La prima attestazione certa di questa malattia a trasmissione sessuale sembra essere stata la Battaglia di Fornovo, in Italia, quando il 6 luglio 1495 l’esercito francese di Carlo VIII affrontò le forze congiunte degli Stati Italiani riuniti nella Lega Italica. In Italia, la sifilide giunse pertanto portata dalle truppe francesi, per questa è nota a Napoli come “mal franzese”. In Francia, invece, la malattia è conosciuta come “mal italiano”.
Gli autori coevi hanno sottolineato che la sifilide sarebbe giunta in Europa grazie ai marinai delle caravelle Niña, Pinta e la Santa Maria.
Secondo alcuni sarebbero state le “lascive” donne locali ad aver contagiato gli europei, totalmente indifesi rispetto a questa grave minaccia. Altri, invece, tendono a ritenere come vettori della sifilide gli indios che furono portati da Colombo in Spagna. Qui giunti, i bei giovani avrebbero avuto contatti con le donne locali, anche loro mancanti di difese immunitarie. In entrambe le versioni, sarebbe stata la scoperta di Colombo ad aprire la porta dell’Europa alla sifilide. Un ricordo immeritato, visto che il comandante della flotta non ha responsabilità reali nel passaggio della sifilide in Europa.

L’uovo di Colombo, l’aneddoto che cela la determinazione del genovese
Quando pensiamo ad una soluzione incredibilmente semplice rispetto ad un problema apparentemente insolubile ci viene subito in mente il celebre uovo di Colombo. Un aneddoto, attribuito erroneamente al navigatore genovese, che dimostra la sua forza di volontà. L’uomo che ha pronunciato la celebre frase “non si può mai attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva” non poteva non cercare con tutte le sue forze di raggiungere un obiettivo ben determinato, trovando una soluzione semplice ad un problema all’epoca insolubile.
Pedro González de Mendoza, cardinale ed eminente uomo di Chiesa, invitò Cristoforo Colombo ad una cena poco dopo il rientro dell’esploratore dal primo viaggio nel Nuovo Mondo nel 1493 (l’esploratore pensava di aver individuato il percorso più breve per l’India).
Durante la cena, gli invitati spagnoli iniziarono a denigrare Colombo, sostenendo che con i suoi mezzi chiunque sarebbe stato in grado di trovare la via occidentale per le Indie.
Cristoforo Colombo, senza scomporsi, sfidò tutti a far stare un uovo in piedi sulla tavolata. Nessuno riuscì nell’impresa, mentre il navigatore, praticando una lieve ammaccatura ad una delle estremità dell’uovo, riuscì a farla rimanere dritta.
A questa scena, si scatenò un vero e proprio putiferio, perchè gli invitati sostennero che anche loro avrebbero potuto trovare la stessa situazione. È rimasta celebre la risposta attribuita a Colombo:
“La differenza, miei signori, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!”.