Crossroads, il nuovo romanzo di Jonathan Franzen, sarà dal 5 ottobre in libreria. Primo romanzo di una trilogia avrà al centro della narrazione la crisi di una famiglia protestante
Crossroads (Crocevia) è l’attesissimo nuovo romanzo di Jonathan Franzen, edito in Italia da Einaudi con la traduzione di Silvia Pareschi. Primo volume di una trilogia intitolata A Key to all Mythologies (omaggio a Middlemarch di George Eliot), “Crossroads” uscirà in libreria domani 5 ottobre 2021 e si preannuncia, già dalla trama, il nuovo capolavoro dello scrittore americano dopo “Le correzioni”.
Jonathan Franzen torna, dunque, a calcare la scena della letteratura mondiale e lo fa ancora una volta con ironia ed empatia, i tratti distintivi che caratterizzano la sua scrittura.
L’autore americano non nega, parlando del suo nuovo lavoro, di aver attinto, seppur romanzandole, a molte esperienze personali e di aver scelto ancora una volta il Midwest, dal quale proviene, per ambientare questa saga familiare.
Quello che colpisce è la lucidità con cui Franzen descrive in maniera dettagliata e precisa, ad esempio, le dinamiche all’interno di una comunità religiosa. Una chiarezza che assume un’altra valenza alla luce di quanto rivela l’autore stesso circa la personale esperienza nell’essere stato membro di una di queste comunità.
…stato membro per sei anni, facendo i ritiri e campeggi estivi. Andavo a messa e alla scuola domenicale. Nonostante fossi intellettualmente distante, è stata un’esperienza formativa, specie sul piano della politica. Lì ho conosciuto per la prima volta il femminismo e la giustizia sociale
– Jonathan Franzen intervistato da Antonio Monda per la Repubblica
Un percorso artistico, quello di Franzen, che parte dall’indiscusso capolavoro “Le correzioni” (il racconto di una società americana prima della caduta rovinosa della borsa e dell’ottimismo proprio degli anni ottanta), che prosegue con “Freedom” (il racconto di giovani pionieri di una nuova borghesia urbana come Walter e Patty: colti, educati, progressisti, benestanti e adeguatamente simpatici che fuggono dalla generazione dei loro padri) e “Purity” (il racconto di una giovane donna alle prese con un debito universitario ed un lavoro presso la sede sudamericana del Sunlight Project, un’organizzazione clandestina che divulga sul web notizie di scandali politici e finanziari) arrivando al bivio che è il nuovo lavoro “Crossroads”.
Ho aperto il frigorifero cinque volte prima di questo romanzo. C’era un arrosto, Le Correzioni, poi un pollo, Freedom, e quindi un pesce, Purity. Ora ho cercato di preparare un pasto con quello che era rimasto, iniziando con piccole cose…
– Jonathan Franzen intervistato da Antonio Monda per la Repubblica
Crossroads, il quinto romanzo di Franzen
Il romanzo, ambientato nel 1971 nei sobborghi di Chicago, avrà come protagonista una famiglia in crisi, gli Hilderbrandt, il cui capofamiglia Russ è un reverendo protestante sposato infelicemente con la moglie Marion e segretamente innamorato di una sua parrocchiana, Frances.
A questa crisi di coppia sopraggiungono altri problemi di natura familiare e spirituale. Infatti Russ, padre di Clem, un ragazzo che vuole arruolarsi come volontario per il Vietnam, di Becky, una ragazza problematica alle prese con una gravidanza indesiderata e che entrerà a far parte, insieme al terzogenito della famiglia con problemi di alcol e droga Perry, di una comunità religiosa Crossroads, si troverà ad affrontare“ da una parte l’imperativo antico della legge morale, dall’altra la vita degli esseri umani, emozionante, spaventosa e ingovernabile”.
Franzen, con la stesura di “Crossroads”, il suo quinto romanzo, lega inesorabilmente la riflessione sulla religione ad “un paese che non ha mai smesso di rifondare i propri miti”: gli Stati Uniti d’America, confermandosi uno degli scrittori più lungimiranti della sua generazione.
…anche la giustizia sociale, che, abbandonata la religione, alcuni adottano come principio morale, è una storia che ci raccontiamo: puoi crederci appassionatamente, esprimere argomenti filosofici o di parte per promuoverla, ma alla fine è solo qualcosa in cui credi o non credi. Quello su cui fondiamo le nostre vite non può essere dimostrato, ma solo affermato, e sviluppato in qualcosa che ha la struttura del mito
– Jonathan Franzen intervistato da Antonio Monda per la Repubblica