L’estate infuocata di Hong Kong

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Un libro da leggere per capire la situazione ad Hong Kong

Sono passati pochi giorni dalla conferenza stampa della governatrice Carrie Lam, nella quale si dava notizia del rinvio delle elezioni politiche di Hong Kong. Dal 6 settembre 2020 al 15 settembre del 2021, secondo quanto ribadito dalla governatrice, all’emergenza pandemia globale e all’evoluzione dell’epidemia covid19 ad Hong Kong.

Una ulteriore scelta che getta benzina sul già incandescente braccio di ferro sociopolitico tra Hong Kong e Cina

Non si è fatta attendere la replica di Joshua Wong, la cui candidatura al Consiglio legislativo è stata respinta, insieme a quella di altri dodici esponenti democratici.
Attivista, fondatore del partito politico Demosistō, Joshua continua a rimanere saldamente ancorato ai principi e obiettivi che contraddistinguono il suo impegno politico. Affermando la propria intenzione di restare ad Hong Kong, nonostante le minacce da parte del governo centrale di Pechino ed il rischio di condanna all’ergastolo.

In Italia è possibile recuperare un titolo, edito Feltrinelli, “Noi siamo la rivoluzione”; nel quale lo stesso Joshua ripercorre le scelte, il cammino intrapreso da adolescente, il periodo in carcere ed i suoi rapporti relazionali con compagni di scuola, amici e soprattutto familiari, che lo hanno condotto a diventare il volto della protesta di Hong Kong.

La lettura di quello che in sostanza è un diario, spinge ad una riflessione profonda su quanto sta accadendo in Asia. In particolare, pone domande fastidiose al lettore che, immerso nei valori democratici dati per assodati, dà per scontata la libertà di parola e azione là dove, invece, in parti del mondo come Hong Kong; c’è bisogno di una vera e propria resistenza politica, per salvaguardare la democrazia.

Alcuni passaggi all’interno del libro, diventano una vera e propria possibilità da parte di questo giovane uomo, non solo di far entrare il lettore nell’intimità dei suoi pensieri, ma soprattutto di poter scuotere ed avvicinare le nuove generazioni, spingendo ad un risveglio politico.

Sono esempi, quelli di Greta e di Joshua, di attivismo giovanile; hanno lo scopo di dare voce, un ruolo decisionale, alla propria generazione, su un futuro che si è già fatto presente

Alla base del loro operato risuona forte una domanda che è anche obiettivo comune:

Pensate ancora che la politica non abbia nulla a che fare con voi?

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Ambasciator