Il genere e le sue evoluzioni
Lo Shoegaze, o Shoegazing, è un genere musicale sviluppatosi intorno agli anni Ottanta, all’interno della scena musicale underground britannica, da musicisti come i Jesus and Mary Chain, My Bloody Valentine, Cocteau Twins, Slowdive, dando vita ad una variante Dream del Pop.
Lo shoegaze, il cui significato deriva da shoes, scarpe, dato dal fatto che i musicisti guardano spesso a terra per le loro scarpe ben piantate sui pedali, come gli small clones, che ci hanno regalato riff importanti: il Come As You Are dei Nirvana.
Esso è un fenomeno che ebbe una durata molto limitata, scomparendo nel giro di pochi anni. Soprattutto per la provenienza borghese dei componenti di alcune band, in netto contrasto con la nascente nuova ondata di gruppi Britpop che, al contrario, sembrava offrissero testi più intelligibili, spesso incentrati sui problemi della gente comune e della classe operaia. Molte band cercarono, allora, nuove strade. Evolvendosi per un nuovo sviluppo nei primi anni 2000.
L’evoluzione e la definizione di Spleen Rock
Attualmente, infatti, esiste un gruppo partenopeo che utilizza gli strumenti shoegaze, adattandoli ad un suono decadente. Lo definiscono Spleen Rock e potrebbe essere considerato un nuovo genere musicale; si avvale degli strumenti shoegaze del rock, e indica uno stato d’animo malinconico, contemplativo, spesso espressione di quel disagio esistenziale che caratterizza gli esponenti del gruppo degli Hana Bi.
Un termine in cui la parola spleen è presa in prestito dal Romanticismo Francese, che in inglese significa milza, l’organo dove per alcuni studiosi pare si concentrino certi stati d’animo.
Spleen Rock è coniato dal frontman degli Hana Bi, Johnny Darko (che non rivelerà mai il suo vero nome). Sono un gruppo spleen a tutti gli effetti, evocano quel mood sognante, decadente, dettato da particolari stati d’animo che prendono forma in un suono unico ed originale.
Il progetto degli Hana Bi
Hana Bi è l’unione di due Kanji giapponesi che significano Fiore (Hana) e Fuoco (Bi), i due lati opposti della band: quello delicato e poetico e quello più rabbioso e grintoso. Inoltre, il frontman è un amante del film Hana Bi di Takeshi Kitano e del cinema orientale.
Il gruppo, nato svariati anni fa a Napoli, inizialmente era formato da Johnny (Chitarra e Voce), con Alessio De Nicola (Batterista) e Luca Fumo (Bassista). Poi cambia con una nuova formazione, aggiungendo il basso di Luca Coletta. L’anno scorso hanno registrato il loro primo EP nello studio del bassista degli Stella Diana, Giacomo Salzano.
Tra gli elementi identificativi degli Hana Bi, oltre ad un significativo utilizzo di effetti come la distorsione (fuzz/big muff), il riverbero (reverse, gated, shimmer) e il delay, vi è un forte senso melodico delle parti vocali, trattate come mero strumento supplementare e quasi “sognanti”.
Black Dream
Non è un caso che uno dei brani più interessanti degli Hana Bi si chiami proprio Black Dream:
“Hold me / hug me / I want to stay here / She appears in all my dreams / I want to see her again / time is running out / the world around is fadin’ out / I don’t want to wake up now / I grab to her / I want to stay in my dream / black dream… I’m dying inside”.
“Una reminescenza Nirvanesca“, afferma il frontman Johnny Darko, sebbene non sia un brano dalle sonorità Grunge, ma il riverbero e la ripetizione della melodia della voce nell’assolo di chitarra, può ricordare quelli alla Kurt Cobain. Johnny, infatti, per Black Dream, è stato influenzato da sonorità post-grunge, da atmosfere Goth, Dark, e i suoi gruppi di maggiore riferimento sono di certo gli Smashing Pumpkins e i The Cure.
Gli appuntamenti Live
Gli Hana Bi, si sono ripresi dal lockdown più forti che mai, infatti hanno tre date dal vivo, in totale sicurezza:
- domani, sabato 29 Agosto al Pashà di Bellona, serata targata Irreversible Live Events;
- a Settembre al Mamamù di Napoli;
- a Novembre al Club Utopia di Acerra.