Come sta reagendo la curva demografica, in relazione al virus che ha messo in ginocchio l’intera popolazione mondiale?
Per censimento si intende l’operazione statistica di rilevazione per accertare lo stato della popolazione e cioè la sua consistenza numerica, la sua distribuzione territoriale. Considerando inoltre la sua composizione intrinseca, riguardo ai caratteri etnici, biologici e sociali degli individui di cui si compone (Treccani). Tali dati relativi al censimento sono varati dall’Istat (Istituto nazionale di statistica). L’ultima rilevazione è stata chiusa il 20 dicembre 2019.
Cosa si intende per censimento permanente della popolazione?
A partire dal mese di ottobre del 2018, l’Istat consente di rilasciare informazioni a riguardo non di tutte le famiglie, ma di un Campione di esse. Inoltre la cadenza del censimento da circa due anni, non è più decennale, ma annuale. A causa però dell’emergenza Covid-19 nel 2020 prevedono la sospensione della rilevazione presso i nuclei familiari, potenziando l’utilizzo di registri di base per gli individui. Tale disegno della popolazione, vuole assicurare sostenibilità, garantendo una scansione veritiera della popolazione, differenziando ogni unità in base a sesso, età, cittadinanza, professione.
Revisione della metodologia
Il censimento della popolazione quindi, ha subito una variazione, una sospensione momentanea, che riprenderà regolarmente. Infatti ogni anno tale Istituto di statistica, rileva iscrizioni, cancellazioni anagrafiche per nascita, morte o cambio di residenza. Inoltre per assicurare una comunicazione riguardo il censimento della popolazione è stato istituito un DIGITAL KIT il quale permette di consultare il regolamento varato dall’Istat e consultarne le relative modifiche.
Istat per il Paese
Infatti nei primi mesi del 2021, verranno comunque diffusi i dati della popolazione, che sarebbero dovuti essere stati rilevati nel 2020 e l’esercizio riguardo le caratteristiche socio-economiche di chi vive in Italia, saranno regolarmente riprese.
Istat per il Paese continua a garantire:
–SOSTENIBILITÀ: raccolta dati con tecniche di acquisizione più sostenibili e compatibili col momento di crisi.
–INNOVAZIONE: il know-how dell’Istat viene messo al servizio del Paese e integrato con nuove tecniche nell’utilizzo di fonti di dati.
–PIENA OPERATIVITÀ: per continuare a garantire dati precisi anche da remoto ed evitare il black out informativo.
I preoccupanti dati Istat: la natalità
Già prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19, i dati relativi alla natalità Italiana erano preoccupanti, con un tasso di fecondità pari a 1,29, tra i più bassi d’Europa. Le nascite sono esponenzialmente diminuite, contando una riduzione di seimila e quattrocento nati. L’incidenza della povertà, in relazione al decremento del lavoro, caratterizzato da una forte disoccupazione, soprattutto giovanile. Tutto questo, ha portato all’indebolimento del desiderio di creare una propria famiglia o allargarla.
Assieme ai rischi e ai timori per la salute provocati dall’emergenza sanitaria, è progressivamente cresciuto anche il disagio materiale sul fronte del lavoro, del reddito, dell’organizzazione familiare, oltre che quello emotivo
(Alessandro Rosina)
La mortalità, un altro fattore che preoccupa
La presenza di una popolazione più anziana, ha esposto al rischio di una letalità maggiore del virus. Infatti come sappiamo il nostro paese è stato uno dei più colpiti, in particolare in Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta. I dati dell’Istat evidenziano, come la mortalità sia maggiormente diffusa tra gli over 45, sostenendo che sia cinque volte maggiore rispetto agli anni precedenti.
Dati Istat: soluzioni?
Le fragilità dell’Italia erano già presenti prima dell’emergenza sanitaria, uno sviluppo economico a freno e il paese è sull’orlo del precipizio.
Un declino che sarà irreversibile? Come far ripartire il paese con il piede giusto? Basteranno politiche riguardo sussidi per l’infanzia per far fronte all’emergenza? Ciò spingerà le famiglie a incrementare la popolazione? Quesiti ai quali non vi è risposta, ma considerata la crisi nella quale l’Italia è immersa già da tempo, la risposta è negativa. Soprattutto confrontando i dati e le promesse del governo riguardo la tanto aspettata “cassa integrazione”, della quale non si ha alcuna notizia. Piccoli sussidi non saranno ovviamente capaci di risollevare l’Italia da questo profondo buco nero o almeno la ripresa non sarà immediata, sperando che sarà quanto meno prossima.