Il digitale: rivoluzione artistica

GCDC

Il caso GCDS e il 3D in passerella

Digitale: rivoluzione artistica. Nel suo scorrere, il flusso dell’emergenza Covid , ha trascinato con sé una serie di rivoluzioni sociali, dal modo di fare la spesa alla fruizione di ogni forma d’arte.
Grazie alla tecnica “mesh” a Milano, durante la fashion week, Giuliano Calza ha messo in scena un vero e proprio spettacolo virtuale.
Non più modell* in carne e ossa ma avatar; la sfilata di GCDS acronimo di

God Can’t Destroy Streetwearispirata in parte al mondo della serie tv “Rick e Morty”, riporta alla mente forme e personaggi già visti in numerosi videogiochi di ultima generazione, come Fortnite.

Contaminazione e trasversalità nell’arte: dalla moda alle serie tv, dall’animazione ai videogames

Oltre ad aver influenzato la scelta dell’ambientazione e la tecnica di animazione ( 3D ), questo nuovo modo di fare arte, che fa della contaminazione tra i vari settori, un elemento incisivo del marketing contemporaneo, si materializza infine nella scelta di personaggi iconici come elemento decorativo di alcuni capi della collezione.

Chi è Giuliano Calza

Partenopeo, classe 89.
Tre città nel cuore: Napoli, Milano, Tokyo (le radici, la formazione e il futuro).
Tutto questo, caratterizza il design del suo brand.
Contribuisce senz’altro a portare sulla scena internazionale l’immagine di una cultura pop e innovativa unita al valore del Made In Italy.

“[…] Tutto il mondo ci riconosce un saper fare italiano che non ha rivali nel mondo della moda. É il momento di valorizzare anche il saper fare italiano nella tecnologia”

Enrico Cantoni

Non solo trasformazione tecnica ma rivoluzione culturale: due fenomeni inversamente proporzionali

Indipendentemente dal fattore Covid, la trasformazione digitale avrebbe toccato anche il campo della moda, questa situazione di emergenza non ha fatto altro che accelerare questo processo.

Nicoletta Polla-Mattiot ( giornalista del Sole 24 Ore ) ha affermato :

“ Il lusso è un’idea in costante evoluzione. La crisi non ha fatto che accelerare un processo già in corso […]. Il lusso è innanzitutto servizio […] E il bello è il motore di sviluppo ”.

Ormai è quasi impossibile fare una scissione tra ciò che è universalmente bello o localmente.

Ma cos’è in realtà il bello ? Ciò che fa tendenza (?)

Digitale: rivoluzione artistica: il digitale può ascendere l’Olimpo?

Tutto ciò è arte, finzione o un’illusione artistica?
Debord: scrittore, filosofo e sociologo francese, nel 1967 scriveva

“Là dove il mondo reale si tramuta in semplici immagini, le semplici immagini diventano degli essere reali, e le motivazioni efficienti di un comportamento ipnotico. Lo spettacolo, come tendenza a far vedere attraverso differenti mediazioni specializzate il mondo che non è più direttamente afferrabile, trova di norma nella vista il senso umano privilegiato, che in altre epoche fu il tatto.”

Ormai la digitalizzazione è parte integrante delle nostre vite; basti pensare alla possibilità di poter visitare un museo, come il MoMa a New York , seduti sul proprio divano.
É la fotografia la digitalizzazione dell’arte per eccellenza, definita da Baudelaire nel 1859 “serva della scienza e delle arti”. Ma dal ventesimo secolo, la fotografia è stata e viene considerata essa stessa Arte.
Che non sia anche questa una piccola rivoluzione che porterà a qualcosa di più grande?

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