Il diritto al lavoro: fondamento della società

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Un diritto universale

Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

Articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Perché il tema del lavoro è così importante? Cosa si intende, innanzitutto, per lavoro? Potrebbe sembrare una domanda banale.
Nel linguaggio comune, molte attività vengono associate al concetto di lavoro. Qui, esso sarà inteso come sinonimo di occupazione.
Cosa vuol dire essere occupati? Sicuramente, svolgere determinate mansioni per una corrispondente retribuzione.
Ma non solo.

L’importanza psico-sociale del lavoro

Essere occupati, significa spesso riuscire a dare un senso ed un verso alla propria vita.
Questa concezione di lavoro è un prodotto della modernità. Si diffonde dalla metà del Settecento, con la nascita delle industrie in Gran Bretagna e la diffusione del lavoro alle dipendenze.

Da quel momento, il lavoro inizierà a rivestire un ruolo sempre più importante nell’esistenza delle persone.
In passato, erano caratteristiche di nascita – come, ad esempio, la discendenza familiare – a definire l’identità di un individuo. Oggi, questo compito spetta al lavoro. O, comunque, alle aspirazioni professionali in generale.
Riflettiamoci un attimo. È evidente anche nel nostro modo di parlare.
Quante volte, discutendo del nostro lavoro o delle nostre aspirazioni, abbiamo detto io sono? Oppure a me piacerebbe essere?

Non si tratta semplicemente di svolgere un lavoro, si tratta di riconoscersi in esso. Come sottolineato da molti psicologi sociali, non è solo questione di guadagno.
Il lavoro ha molte funzioni latenti. Per esempio, facilita i contatti sociali e contribuisce allo sviluppo della personalità. Con i suoi ritmi, inoltre, fornisce un’organizzazione e una struttura al tempo di vita.
Si può ben comprendere come la mancanza di lavoro abbia effetti devastanti. E non solo dal punto di vista economico.

Oggi i lavoratori godono di molti diritti. Almeno su carta.
È per ricordare le numerose lotte per ottenerli che, dal 1889, è stata istituita la Festa dei lavoratori.
Essa ricorre ogni Primo maggio ed è considerata festa nazionale in quasi tutto il mondo.

Oltre il diritto al lavoro

Parlare di diritto al lavoro non basta. Esso deve essere dignitoso.

Secondo l’ILO, un lavoro può essere definito tale se rispetta alcuni criteri. Deve essere presente un salario giusto ed equo, un adeguato accesso al sistema di welfare e il rispetto della dignità del lavoratore.

Se si verificano condizioni totalmente opposte a quelle appena descritte, è legittimo parlare di lavoro povero.
Non si tratta solo del livello della retribuzione. Nella definizione di lavoro povero sono inclusi anche (e soprattutto) fattori psicologici.
Ogni lavoratore dovrebbe poter essere in grado di immaginare sviluppi futuri nella sua posizione. Ognuno dovrebbe poter trovare ambienti di lavoro confortevoli, che contribuiscano alla crescita professionale ed umana della persona.
Solo in questo modo, i soggetti potrebbero costruire un’immagine soddisfacente di sé e della propria carriera.

Perché, quindi, il lavoro è alla base della società? Non basterebbe un libro per spiegarlo.
L’essere umano, per sua natura, ha bisogno di trovare uno scopo. In una società sana, ad ognuno è permesso farlo secondo le proprie inclinazioni.
Le professioni cambieranno ed evolveranno sempre, ma non esisterà mai una società senza lavoro.
Perché lavoro non è sinonimo di produttività. Lavorare significa poter esprimere una parte di se stessi.

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