L’iniziativa della Rai
Il 14 settembre del 1321 moriva Dante Alighieri, padre della nostra lingua e sommo poeta della nostra Italia. Sono passati 700 anni da quel fatidico giorno e la Rai ha deciso di ricordarlo così: interpretando integralmente i cento canti della Divina Commedia. Quella che si propone di fare Rai è un’impresa mai tentata prima. I più assoceranno la lettura della Commedia a Roberto Benigni o Vittorio Gassman, ma nessuno dei due -tantomeno qualcun altro- l’ha mai letta per intero. Perlomeno non davanti alle telecamere. E c’è di più! Non solo quest’iniziativa si prefigge di battere questo “record”, ma ha anche assegnato il ruolo di narratrice ad una donna, per la prima volta. Sugli schermi italiani, a leggere la Commedia ci sarà la melodiosa voce dell’attrice Lucilla Giagnoni. L’attrice ha rivelato che questo lavoro le ha impegnato gran parte del tempo speso in lockdown e che l’idea le è nata da un altro suo spettacolo: Vergine Madre.
“Non esiste altro poeta che abbia saputo creare un’imago, un repertorio così stupefacente tra Psyche, Uomo e Cosmo.”
Lucilla Giagnoni
Dove e quando verrà messo in onda il programma
Il programma prenderà vita su Rai 5 (canale 23) a partire dal 21 febbraio, in seconda serata. La scelta di un canale così di “nicchia” e di un orario così poco “popolato” è giustificabile se si pensa al target del programma.
La lettura dei canti non sarà né una riscrittura bambinesca, né una rappresentazione più teatrale. Sarà la semplice (per quanto semplice si possa definire la lettura di un capolavoro di tale calibro) narrazione della Commedia dantesca. Ogni puntata del programma prevederà la lettura di tre canti e durerà all’incirca 30 minuti. L’appuntamento sarà quotidiano e vedrà la messa in onda fino al 25 marzo, giorno della fittizia partenza dell’autore per il suo viaggio nell’aldilà.
I più bei canti della Divina Commedia
E non c’è nulla di meglio per concludere questo articolo di elencare quelli che -a mio modesto parere- sono i migliori canti della Commedia. Di certo è impossibile non citare i primi tre canti dell’Inferno, impressi grossomodo nella memoria di ognuno di noi. È quasi impossibile trovare qualcuno che non riconosca gli emblematici versi iniziali o l’incisione sulla porta degli inferi. Come dimenticare, poi, il magnifico quinto canto che ha reso nota a tutti la vicenda di Paolo e Francesca e del loro “amor ch’a nullo amato amar perdona”. Un altro canto dell’Inferno che merita di certo una menzione in questa lista è il ventiseiesimo, impreziosito dalle sagge parole di Ulisse. Nel Purgatorio, oltre al magnifico incipit, a meritare un posto sul podio troviamo il canto sesto. E per quanto un canto definito politico possa risultare di difficile lettura, l’amore di Virgilio presso un suo concittadino d’altri tempi rende di certo attuale e profondo (più di quanto non lo sia da sé) il canto. Per quanto riguarda il Paradiso, la parte più bella è di certo la fine che, come per ogni altra cantica, si chiude con la parola stelle.