@photocredits: donalberto_rava
È di Busto Arsizio il nuovo fenomeno social che parla di religione. Si chiama don Alberto Ravagnani ed è un prete youtuber
Don Alberto Ravagnani è un prete youtuber di 26 anni originario di Busto Arsizio, in provincia di Varese, e ha migliaia di follower. Sì, avete capito bene, follower. Da qualche mese imperversa sui social la vicenda di un giovane prete youtuber che ha deciso di spiegare la fede cristiana a modo suo. Con un linguaggio nuovo che conquista un’ampia fetta di pubblico. Il don di Busto Arsizio ha deciso di diffondere il Verbo e provare ad analizzare la fede con uno sguardo più fresco e svecchiare la Chiesa, ammiccando al mondo dei social network. Un po’ come avvenne con il fenomeno della messa beat negli anni Sessanta.
Don Alberto prete youtuber innamorato dell’oratorio
Come afferma in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana, don Alberto si definisce un «prete innamorato dell’oratorio che ogni tanto dice cose sui social». Estendendo i suoi fedeli anche alle “pecorelle” virtuali, questo modus operandi permette infatti a don Alberto di raggiungere anche adolescenti lontani in preda ai dubbi, in cerca di risposte e di ristoro nella Fede. Inoltre, strumenti come i social network permettono di alleggerire temi altrimenti considerati fin troppo sensibili.
Don Alberto risponde sui social
Don Alberto pubblica i suoi video su YouTube, Instagram e Tik Tok, e parla con i millennials. Risponde alle loro domande, che sono anche quelle più ricorrenti. Per esempio: perché i preti non possono sposarsi? Oppure: se poi ti innamori e non puoi più fare il prete? E lui replica, con stacchi musicali, ironia e uscite a volte bizzarre. Basti pensare all’acronimo W.l.f., che sta per – i più maliziosi ci resteranno male – W la fede. Cosa che fa storcere il naso a non pochi, ma sorridere a molti altri.
In un’epoca in cui spesso si parla di crisi della religione e del fatto che i giovani non frequentano più gli oratori e la Chiesa, don Alberto ha trovato una soluzione per discuterne in maniera sana, cercando di abbattere quei tabù e luoghi comuni che ruotano attorno alle questioni della cristianità, in generale, o per esempio del celibato, nel particolare. Quest’ultimo è infatti un tema molto dibattuto tra gli adolescenti e che guadagna il primo posto sul podio dei dubbi riguardo a questa scelta. “Perché porti quel collare?” gli chiedono, e lui risponde su Tik Tok:
Si chiama clergy, indica il mio celibato, così le tipe non ci provano con me.
Lo scontro tra fede e scienza
Un video di YouTube che merita di essere menzionato è quello che tratta un argomento abbastanza spinoso, lo scontro – secolare – tra fede e scienza. La valanga di commenti parla chiaro: don Alberto smuove le masse, nel bene e nel male. Alcuni lo sostengono a spada tratta:
Non avrei mai pensato che un prete sarebbe diventato il mio youtuber preferito.
Sono persone come don Alberto che avvicinano le persone alla fede.
Altri invece esprimono il loro parere contrario:
Trovo che questa tipologia di video sia mainstream e di conseguenza non posso non pensare che la Chiesa sia allo stesso livello della trap se si utilizza questo tipo di narrazione.
Siete fermi al medioevo.
Altri ancora invece si complimentano nonostante la pensino in maniera diversa ed esortano a riflessioni costruttive:
Sono ateo, ma i tuoi video sono davvero belli, complimenti!
Non fermiamoci al bianco e nero delle cose, valutiamo anche le sfumature!
Il dibattito con Fedez
La popolarità del prete youtuber don Alberto raggiunge l’apice quando decide di interpellare Fedez nelle stories di Instagram in merito al testo della sua hit Roses. La frase oggetto del dibattito recita: meglio bimbe di Conte che bimbi dei preti. A scopo provocatorio, la frase di Fedez intendeva suscitare rabbia nei confronti – come ammette il rapper – di quella Chiesa fatta di «pedine dello Stato» o più volte nell’occhio del ciclone per eventi spiacevoli come le molestie sessuali nei confronti dei minorenni, risolti dalla Curia a volte in maniera «troppo clemente».
Don Alberto aveva invitato Fedez al suo oratorio, affermando che «fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce», e chiedendo al rapper un aiuto per valorizzare quella foresta. «Io vorrei che tu interpretassi le mie rime non tanto come un attacco a te e a chi, come te, ha una vera vocazione a fare del bene, ma a chi purtroppo dietro di voi, più grande di voi, troppo spesso ha fatto cose che poco conciliano con la spiritualità cristiana», aveva risposto Fedez. Un bel dibattito (qui il link https://bit.ly/2RbOiDA), non c’è che dire: argomenti delicati trattati con strumenti semplici e alla portata di tutti.
Il prete youtuber e Saviano
Un altro incontro degno di nota è stato poi quello tra il giovane prete e Roberto Saviano, che ha reso consapevole don Alberto della crescita non solo della propria fama, ma anche delle sue responsabilità nei confronti dei fedeli-follower. Si sa, da grandi poteri…
Le opinioni contrarie
Come visto più su, non tutti però approvano il modo particolare di don Alberto di trattare la religione. Non tutti percepiscono la fede, o l’assenza di essa, allo stesso modo. Ed è proprio questo il nocciolo della questione: le diverse percezioni dei cattolici, praticanti, non praticanti, scettici e atei. Gli uni haters degli altri. Le opinioni sono delle più disparate ed è ovvio che l’argomento in questione richiederebbe ben più spazio e tempo per essere analizzato in ogni sua forma, perché spesso incline a fuorvianti interpretazioni.
Ma nel caso di don Alberto è possibile conciliare il linguaggio della religione, che resiste nei secoli con la sua complessità e le sue regole, a quello moderno dei social, estemporaneo e fatto di semplicità e di improvvisazione?
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.