Donne e matematica: stereotipo o verità?

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Come gli stereotipi di genere influenzano le capacità delle donne

Una donna sta eseguendo un test di matematica in due diverse condizioni: nella prima, le viene chiesto di indicare il proprio genere di appartenenza prima di svolgerlo; nella seconda lo esegue e basta. Il test è lo stesso in entrambi i casi, quindi ci si aspetterebbe che i risultati siano identici, giusto? Dalle ricerche condotte da alcuni psicologi americani le cose sembrerebbero non essere così semplici.

Gli psicologi Aronson e Spencer hanno dimostrato che solo l’indicare il genere di appartenenza prima dell’esecuzione del test ha determinato un peggioramento della prestazione a quel compito. Dei due gruppi, infatti, quello della seconda situazione sperimentale ha raggiunto livelli di performance più elevati del gruppo della prima condizione.

Qual è il motivo?

È possibile che le donne ottengano dei risultati peggiori quando viene loro chiesto di sottolineare di essere donne perché sanno, più o meno consapevolmente, di essere percepite “naturalmente” meno brave degli uomini. Questo chiaramente si verifica solo se esiste uno stereotipo che riguarda la relazione tra quella caratteristica ed il compito stesso, in questo caso tra il genere femminile e l’abilità logico matematica. Il fenomeno è noto come “minaccia dello stereotipo”.

La minaccia dello stereotipo è la tendenza a conformare i propri atteggiamenti e comportamenti – persino le proprie capacità intellettive – allo stereotipo del gruppo sociale di cui si è parte, finendo per confermarlo e alimentarlo.

Questo accade perché il conflitto tra le caratteristiche dello stereotipo del quale si è oggetto e le proprie caratteristiche personali genera uno stato di ansia e preoccupazione. Ciò spinge la persona a desiderare di liberarsi di questo stato il più semplicemente e rapidamente possibile.

Maggiore è l’identificazione tra gruppo sociale e individuo, maggiore sarà l’effetto della minaccia dello stereotipo.
Questo vuol dire che le donne che ritengono di possedere buone abilità logico-matematiche ma che si identificano in tutte le altre caratteristiche stereotipate attribuite al genere femminile, hanno maggiori possibilità di incorrere nella minaccia dello stereotipo.

In altre parole il conflitto tra la convinzione Sono brava in questo compito, posso farcelae la credenza “Non siamo brave in questo genere di compiti, non ce la faremo” induce un comportamento che conferma lo stereotipo.

Lo stesso esperimento è stato ripetuto cambiando la caratteristica da indicare prima di eseguire il test: non più il genere, bensì la nazionalità. Ebbene, le donne asiatiche che hanno indicato la nazionalità hanno ottenuto un risultato migliore delle donne occidentali alle quali è stata avanzata la stessa richiesta.

Nell’immaginario collettivo gli asiatici sono bravi in matematica tanto quanto le donne sono percepite come poco competenti in materia. Una donna asiatica, pertanto, tenderà ad eseguire meglio il compito quando le verrà suggerito di indicare la nazionalità piuttosto che quando le verrà detto di indicare il genere.

Ciò può farci riflettere su quanto l’opinione e lo sguardo altrui ci influenzano spingendoci a comportarci, parlare e persino pensare in modo da adeguarci ad un’immagine che non sempre ci rispecchia.

Forse, è solo domandandosi ed analizzando qual è la convinzione implicita con la quale ci si sta approcciando ad un problema che è possibile realizzare il proprio effettivo potenziale, liberi quanto più possibile dalle etichette che ci vengono imposte e che ci auto imponiamo.

E voi, sareste in grado di farlo?

Bibliografia

Aronson J., Spencer S.J. (2002). Contending with group image: the psychology of stereotype and social identity threat. Advances in Experimental Social Psychology, 34, 379-440.
Muzzatti, B. (2006). Il modello della minaccia dello stereotipo. Psicologia sociale, 3, 477-500.

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