Può il minimo battito d’ali di una farfalla essere in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo?
Quando si parla dell’effetto farfalla, vien difficile anche solo accostare due immagini così diverse tra loro: un essere minuscolo e apparentemente insignificante nelle dinamiche dell’intero mondo e un evento che, al contrario, dà prova della grandezza e della violenza che si può manifestare nella natura.
Teoria del Caos
Non si tratta di un’espressione priva di senso, bensì di deduzioni condotte sulla base di studi, fondamento della cosiddetta “Teoria del Caos”.
Edward Lorenz, meteorologo del Massachusetts Institute of Technology di Boston (MIT), stupì i suoi stessi colleghi con tale affermazione.
Egli, studiando le condizioni meteorologiche, aveva dedotto che partendo da due stati con minime differenze, si può arrivare ad un’evoluzione totalmente diversa tra i due, rendendo di fatto, impossibili le previsioni meteorologiche. Il Caos poi, ci circonderebbe più di quanto immaginiamo. Anch’esso ha le sue regole e scoprirle ci consentirebbe di poter avere sempre più previsioni affidabili, giungendo ad una catena di causa-effetto, fino “all’effetto farfalla”.
Lorenz e i suoi scritti successivi
In uno scritto del 1963 Lorenz osservò che:
“ Un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente per alterare il corso del clima per sempre.”
All’immagine del gabbiano, negli scritti successivi sostituì quella della più delicata farfalla. Intitolò difatti una sua conferenza: “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”
In poche parole, studi fisici hanno mostrato come, una singola azione, pur nella sua limitata sfera, possa determinare imprevedibilmente effetti non irrisori nel futuro. Un semplice movimento di molecole d’aria generato dal battito d’ali di una farfalla, può causare una catena di movimenti di altre molecole fino all’uragano sopraccitato.
L’effetto farfalla nella narrativa
Anche la narrativa legata ai viaggi nel tempo, ha utilizzato il significato di questo termine, in particolare nel romanzo di Ray Bradbury “A sound of the thunder” (1952), dove un personaggio riesce a cambiare il futuro, semplicemente calpestando una farfalla.
Una metafora avvincente
Molto ci è possibile desumere da tali studi; una riflessione che ci apre uno sguardo del tutto nuovo nei confronti della nostra piccola, ma a conti fatti, grande realtà che ci avvolge.
Quante volte consideriamo inutili, privi di senso , azioni o gesti quotidiani che la mente umana, è portata a confrontare con le grandi parole o imprese da cui siamo costantemente influenzati ad opera di altre persone?
Quante volte il nostro Io è indotto a demonizzarsi, svilirsi, ridursi ad un pugno di polvere che un minimo soffio d’aria potrebbe portar via?
Eppure “l’effetto farfalla”, rappresenta la metafora a cui ancorare talvolta le nostre debolezze, il nostro senso d’inferiorità, il “non sentirsi mai abbastanza” che fin troppo spesso attanaglia il singolo uomo e lo chiude nella sua prigione o sovente, protezione da calamità da cui si preferisce, a priori sottrarsi.
Connessione universale
Le nostre azioni, come gli stessi studi fisici ci indicano, dovrebbero essere valutate in un’ottica universale, considerando come anche ciò che ci appare limitato alla nostra persona, in realtà possa, imprevedibilmente ed in via indiretta, determinare il destino di molte altre.
Un singolo gesto altruistico, un sorriso, una carezza verso il prossimo, ma non per ultimo, verso se stessi, è il fine ultimo che potremmo collegare a “l’effetto farfalla”, perché ciò che oggi ci sembra, alle volte, futile come quel battito d’ali di un essere minuscolo, può essere l’essenza di un uragano di rivoluzioni positive.