Elena Ferrante e Marina Abramović, due grandissime personalità a livello mondiale, si confrontano sui temi più disparati del XXI secolo
Sul supplemento culturale del Financial Times è stata resa nota la corrispondenza per email tra la scrittrice napoletana Elena Ferrante e “colei che attraversa muri”, la performance artist serba Marina Abramović.
Due personalità all’apparenza agli antipodi eppure complementari che non nascondono, al contempo, la reciproca stima e l’enorme distanza caratteriale ed artistica che emerge sin dallo stile delle email scambiatesi.
L’inafferrabile Elena Ferrante che fa dei suoi romanzi il suo corpo e scompare in essi, la celebratissima Marina Abramović che, per dirlo con le parole della Ferrante, per 50 anni ha messo il suo corpo, la sua persona, coraggiosamente al centro della scena.
Il corpo è solo uno dei temi che toccano all’interno del carteggio fitto, a tratti sferzante e che rende questo dialogo senza alcuna esagerazione “il” confronto del XXI secolo.
Ferrante e Abramović hanno in comune l’aver cercato di tradurre, riuscendoci, in parole e gesto/azione, il processo creativo in una società in cui si riflette: sul ruolo della donna, sul pubblico e privato, su cosa sia arte e cosa non lo sia e sul ruolo che il linguaggio esercita sulla comunicazione.
Ed è proprio nel comunicarsi che risiede la grandezza di Elena Ferrante, un’autrice che, in una società di comari si sottrae alla sfera pubblica con il chiaro intento di riportare la letteratura al centro, il libro come protagonista principale perché autosufficiente.
Per più di 30 anni ho deciso di apparire solo attraverso la mia scrittura perché i libri devono essere autosufficienti
Elena Ferrante
Se Marina Abramović si rende nuda, spiritualmente ed esteticamente, ad un pubblico di cui ha bisogno e a cui continuamente si dona in un incessante flusso di energia – nella performance art il fruitore gioca un ruolo cruciale rispetto al concetto di “pubblico come spettatore” – Elena Ferrante si rende nuda, libera, selvaggia e svincolata dalle convenzioni, permettendosi di carpire la potenza della lingua che veicola l’universalità del sentimento, negativo o positivo che sia.
Non è per cui necessario chiedersi chi sia Elena Ferrante, poiché tutto ciò che bisogna fare è: leggere la sua produzione letteraria, in particolare il volume “La frantumaglia” (edizioni e/O), oppure recuperare il documentario FerranteFever che meglio riassume le intenzioni artistiche dell’autrice.
Non è poi così difficile soddisfare la curiosità nei confronti dell’artista serba che, ancora una volta con purezza intellettuale si dona alla collettività, scrivendo di sé in “Attraversare i muri”, un’autobiografia edita Bompiani.
La mia adolescenza è stata disperatamente complicata e infelice. Tutto è cambiato quando ho trovato il medium delle performance artistiche per esprimere me stessa. E’ stata una trasformazione immediata, che mi ha portata ad abbandonare dubbi e sfiducia facendomi sentire bella, radiosa e potente
Marina Abramovic
Indomite e scomode Elena Ferrante e Marina Abramović, all’interno dello scambio per email, si sorprendono poi a “scoprire” l’una l’adolescenza dell’altra, con dei passaggi che ancora una volta attestano la comunione artistica tra le due.
Mi sentivo come un nodo aggrovigliato, impresentabile. Il voler scrivere mi sembrava un motto di orgoglio, come se volessi racchiudere l’intero mondo in me stessa. Così mi sono abituata a condurre la mia vita da persona timida, mantenendola radicalmente separata dal momento in cui scrivo e il mio corpo si lascia andare
Elena Ferrante
Un carteggio preziosissimo che quasi certamente verrà traslato in un prossimo libro da acquistare e gelosamente custodire ma è di un altro romanzo che il lettore deve stare attento, un testo che la Ferrante discute con la Abramović, un romanzo che ha da moltissimo tempo meditato e che vede protagonista proprio l’artista serba.
Da tempo voglio scrivere un romanzo su di te!
Elena Ferrante
Se si provasse in maniera ardita ad immaginare una possibile trama, di un romanzo che diventerebbe sicuramente “l’uscita del secolo”, allora si potrebbe partire sicuramente da Napoli, dal periodo cupo ed inquieto degli “anni di piombo” e da una performance artistica della Abramović che scandalizzò critica e pubblico “Rhytm 0”.
Fu lo Studio Morra di Napoli ad invitarmi: Vieni qui e fa’ quello che vuoi. Era l’inizio del 1975
Marina Abramovic in Attraversare i muri
La possibile trama: Elena Ferrante scrive un romanzo su Marina Abramović
E’ il 1975 e la Galleria Studio Morra è costretta ad interrompere la performance artistica di Marina Abramović, poiché a poche ore dall’inizio, oltre ogni previsione, essa provocò la sopita aggressività dei fruitori e l’artista si ritrovò “con i vestiti lacerati, la pelle graffiata ed una pistola carica puntata alla testa”.
La performance prevedeva l’installazione di un lungo tavolo su cui giacevano oggetti di vario genere: catene, coltelli, specchi. La performance prevedeva il coinvolgimento attivo del pubblico che poteva utilizzare gli oggetti a disposizione sull’artista stessa.
La notizia fece il giro del mondo ed una bambina osservava rapita il telegiornale e ascoltava la voce nasale della giornalista che riportava l’accaduto “…è lecito interrogarsi sul perché venga definita artistica un’operazione che appare prevalentemente di altra natura”. Anni dopo, la bambina ormai adulta avrebbe compreso la natura, la vera natura di quella performance e di quella donna che tutti avrebbero imparato a conoscere come Marina Abramović.
Non è dato sapere se questo romanzo vedrà mai le stampe una cosa però possiamo dirla e cioè che di fatto siamo coloro che vissero ai tempi in cui Elena Ferrante dialogava con Marina Abramović.
E concludere quindi affermando che Elena Ferrante sta alla letteratura come Marina Abramović sta all’arte vuol dire dichiarare con fermezza che esse, donandosi incondizionatamente con modi differenti, hanno elevato il discorso artistico contemporaneo su un altro piano e, forse senza volerlo, si sono poste come “punti fermi” in un mondo rumorosamente vuoto.
Carteggio completo pubblicato sul Magazine del Financial Times ‘I have a lot of questions for you’: Elena Ferrante talks to Marina Abramović