Il presidente Rivlin ha assegnato a Netanyahu l’incarico di assumere la guida del governo. Ma la maggioranza si fa attendere
Elezioni in Israele: Netanyahu attende una maggioranza. Lo scorso 23 marzo si sono tenute in Israele le elezioni parlamentari. Per la quarta volta in due anni, la Knesset, il Parlamento monocamerale israeliano, si è sciolta e nuove elezioni sono state indette. La schiacciante maggioranza dei voti ottenuta dal Likud, partito nazionalista guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, non ha impedito tuttavia l’emergere di nuove difficoltà.
Allo stato attuale, infatti, i risultati delle elezioni non consentono al leader del primo partito israeliano di riunire una coalizione e formare un nuovo governo.
Elezioni in Israele: la crisi interna e lo scioglimento della Knesset
La frammentazione politica e l’instabilità interna hanno condotto il Paese, il 2 dicembre 2020, allo scioglimento del Parlamento e alle nuove elezioni previste per il 23 marzo 2021.
A fronte di una Knesset composta da 120 membri, è indispensabile ottenere 61 seggi per assicurarsi la fiducia parlamentare. Al momento, la coalizione di destra capeggiata dal partito di Netanyahu può contare su 59 seggi. Tuttavia, il fronte dell’opposizione include formazioni politiche molto differenti tra loro e poco inclini ad instaurare un rapporto di collaborazione con i partiti emergenti.
Il processo a Netanyahu: nuove accuse gravano sul primo ministro israeliano
Mentre attende una maggioranza, il primo ministro israeliano deve risponde delle accuse di corruzione, frode e abuso di potere. La tesi sostenuta durante il processo, avviato il 5 aprile dalla procuratrice Liat Ben Ari, afferma che Netanyahu ha impiegato il suo potere per conseguire ambizioni e scopi personali. Dal suo canto, il premier ha rivendicato l’infondatezza delle accuse, puntualizzando quanto i magistrati siano responsabili di un processo che si configura in realtà come un “tentativo di golpe”.
Intanto il Paese appare diviso in due schieramenti, tra coloro che difendono la condotta politica di Netanyahu e quelli che invece ne richiedono l’immediata rimozione dalla carica di primo ministro.
Netanyahu attende una maggioranza. Si formerà un nuovo governo o si ritornerà alle urne?
Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha deciso di affidare al premier Netanyahu l’incarico di raccogliere una maggioranza e di organizzare una nuova coalizione governativa. Fra i partiti dell’opposizione figurano l’area centrista rappresentata dal Yesh Atid e dal Blu e Bianco, i laburisti guidati da Merav Michaeli e la Lista Comune arabo-israeliana. Il primo ministro, che dispone di 28 giorni oltre a una possibile proroga di due settimane, dovrà riporre le sue speranze nella volontà e nelle decisioni che saranno intraprese dalle formazioni politiche sopracitate nel corso delle prossime settimane.
Ma sarà possibile inaugurare un sesto governo Netanyahu? Oppure sarà necessario far ritorno alle urne per la quinta volta in poco più di due anni?