Durante la trasmissione di LA7 il cantante si è espresso sul tema di cui si fa portavoce da anni
Elio, all’anagrafe Stefano Belisari, è conosciuto dai più per il suo incredibile talento artistico, la sua ironia e per la sua recente partecipazione al programma Lol: chi ride è fuori.
Ma Elio non è solo risate e Monna Lisa che fa il tip tap: è anche e soprattutto un padre, che si batte affinché suo figlio (e tutti i figli d’Italia) affetto da autismo, abbia una vita quanto più dignitosa possibile.
Le parole di Elio a Propaganda Live
Nella trasmissione condotta da Diego “Zoro” Bianchi andata in onda qualche giorno fa, Elio ha dichiarato che lui, assieme agli altri padri, genitori di figli con autismo, sentono sia ancora “un tema che non interessa a nessuno”.
Il cantante ha continuato affermando:
“Perché se non ce l’hai in casa non puoi renderti conto di cosa rappresenti. Il numero dei casi è sempre più alto: ora si parla di un caso ogni 70 nascite, ma si tratta di un dato in aumento. Ora, è giusto occuparsi dei guai del mondo, che purtroppo non mancano, ma bisogna anche ricordarsi che l’autismo c’è sempre, non se ne va mai. Così, con colleghi di papà ci siamo inventati il titolo di Autism Manager”.
Perché, secondo quanto dice Elio, quando qualcosa non funziona in Italia, se si usa un titolo inglese, sembra che le cose vadano meglio (quando non è così, ovviamente).
Qui il link del video dell’intervento
Le parole di Elio il 2 aprile
Il 2 aprile, giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, Elio aveva già parlato di quanto si dovesse fare sul tema, assieme a Gianluca Nicoletti e Mimmo Pesce. In quella sede, durante una diretta aveva affermato:
“Arrivano puntuali richieste di interviste, partecipazioni a incontri che ormai so non avranno nessun impatto. Non sulla mia vita, ma su quella di tutte le persone con un figlio autistico che ho incontrato: e mi sento spesso quasi in colpa perché ho potuto accedere per mio figlio ad una serie di terapie sia perché ne ho i mezzi, sia perché vivo in un ambiente in cui è più facile”.
Parole forti, che raccontano delle difficoltà dei genitori con figli con disturbi dello spettro autistico, anche quando si è privilegiati. Perché una cura ancora non esiste e queste persone, una volta diventate adulte, diventano invisibili per la società.