Dalla primavera 2021 la Germania testerà il Reddito Universale per 3 anni
Chi non sognerebbe di avere 1200 euro senza fare nulla? Magari prima o poi il sogno diventerà realtà, nel frattempo in Germania il sogno del Reddito Universale diventa esperimento.
Il progetto
In collaborazione con l’Istituto di Ricerca Economica l’associazione non-profit Mein Grundeinkommen e.V. ha infatti lanciato il progetto: testare l’efficacia del Reddito Universale. A partire dalla primavera del 2021, 120 persone riceveranno 1200 euro mensili per 3 anni, mentre altre 1380 saranno usate come gruppo di controllo. Tutti dovranno compilare questionari ed interviste individuali ogni 6 mesi, per monitorare gli effetti psicofisici del reddito.
L’idea di un Reddito Universale, la troviamo già nel romanzo di Thomas More: “L’Utopia” nel 1516, dove compare per la prima volta un mondo dove tutti abbiano un’entrata garantita. Quest’idea è emersa nella storia attraverso figure della rivoluzione americana e francese, ma anche nel 900. Negli anni 40 in Inghilterra l’economista William Beveridge propose una forma di reddito universale che però fu scartato in favore del welfare state classico. Così come negli USA di Nixon e Carter, l’idea fu bocciata dal Congresso.
Negli ultimi anni, il Reddito Universale è tornato ad essere popolare soprattutto a causa dell’avanzamento tecnologico nelle industrie e dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, che progressivamente sostituiscono i lavori ripetitivi e faticosi ed aumentano la disoccupazione.
Pro e contro
Tra i sostenitori ci sono economisti e politici come l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, ma anche storici come Rutger Bregman e imprenditori del livello di Elon Musk e Mark Zuckemberg.
Per loro, il Reddito Universale sarebbe molto utile poiché permetterebbe la riduzione del tasso di povertà senza burocrazia (in quanto spetterebbe a tutti senza condizioni).
Incentiverebbe la nascita di piccoli business tra gli inoccupati (settore che sta crescendo con la crescita di beni di lusso) e soprattutto:
“il diritto di rifiutare un lavoro è essenziale per un mercato del lavoro funzionante e per una società civile. E per averlo veramente, bisogna avere un’alternativa; perché persone disperate accetteranno di fare cose disperate.”
Yanis Varoufakis
Il reddito è l’alternativa. Il mezzo grazie al quale si può garantire veramente la libertà di scegliere un lavoro che non abbia condizioni degradanti.
D’altro canto però, gli oppositori credono che ci possano essere dei rischi. Dal loro punto di vista infatti, attuare il reddito sarebbe troppo costoso per le tasche degli Stati, anche dei più ricchi; non credono inoltre che la redistribuzione sia una base solida e realistica su cui fondare una società migliore.
Inoltre, non c’è modo di dimostrare con i fatti che le tecnologie distruggeranno i posti di lavoro; anzi persone come Jed Kolko e molte altre, sono convinte che la globalizzazione e l’avanzamento tecnologico creeranno più lavori di quelli che distruggerebbero.
“È sempre più facile immaginare i lavori che esistono oggi e che possono essere distrutti rispetto a immaginare i lavori che non esistono oggi e che possono essere creati.”
Jed Kolko
Infine e di certo non per importanza, questa misura darebbe uno scossone alla mobilità internazionale, favorendo moltissimo le migrazioni economiche (già difficilmente gestite oggi). Si rischierebbe di trasformare il reddito in un mezzo per la competizione internazionale, ma anche di dovere ripensare il significato di cittadinanza e il suo valore civico ed etico.
Il Reddito Universale negli altri Paesi
La Germania non è la prima a provare questo esperimento. In Canada fu iniziato un progetto pubblico simile, che aveva avuto effetti positivi sulla salute psicofisica dei partecipanti. In Finlandia il governo ha dato a 2000 disoccupati 560€ al mese, chiedendogli di frequentare corsi per reinserirsi nel mondo del lavoro. Il reddito non aveva modificato il loro impegno per cercare lavoro, ma aveva contribuito a diminuire le loro ansie e incertezze.
In Italia c’è invece il Reddito di Cittadinanza che si avvicina al concetto di Reddito Universale, ma ne è anche concettualmente diverso. Il RdC infatti non è privo di condizioni, anzi necessita di requisiti di reddito e anche di occupazione.