Facebook, nuovo nome nuova veste: ecco perché si chiamerà Meta

Facebook

É stato Mark Zuckerberg in persona, ad annunciare il mutamento di nome della società principale. In nuovo nome di Facebook rappresenta il primo passo verso quel percorso di rebranding dell’azienda di Menlo Park

Alla fine è arrivato il tanto atteso annuncio: “C’è un’altra cosa di cui voglio parlare con voi oggi“. Con queste parole Mark Zuckerberg annuncia il cambio di nome di Facebook, che “da oggi si chiamerà Meta“.

Siamo all’inizio del prossimo capitolo di internet e del prossimo capitolo della nostra società” – afferma il fondatore.

É importante chiarire che a cambiare non sarà l’applicazione in sé, quanto il gruppo che controlla sia l’omonimo social network sia le controllate, tra cui in particolare WhatsApp e Instagram. Il nuovo nome cattura, infatti, al meglio la complessa realtà di Facebook, che include Instagram, Messenger, Quest VR, la piattaforma Horizon VR e altro:

“Siamo visti come un social media – prosegue Zuckerberg – ma nel nostro dna siamo una società che costruisce tecnologia per connettere le persone. Mi auguro che nel tempo saremo visti come una società di metaverso .

Zuckerberg, prevede che proprio il metaverso raggiungerà un miliardo di persone nel prossimo decennio. A dimostrazione di ciò, la società prevede, in questo settore, di creare 10mila posti di lavoro in Europa nei prossimi 5 anni.

Sarà un posto dove la gente potrà interagire, lavorare e creare prodotti e contenuti in un nuovo ecosistema che potrebbe creare milioni di posti di lavoro per i creatori.

La svolta nel momento della crisi: i Facebook Papers

La svolta di Facebook arriva mentre la società è alle prese con quella che, secondo i più maliziosi, è la peggiore crisi della sua storia. La società negli ultimi anni è stato più volte sotto i riflettori per scandali inerenti principalmente alla gestione dei dati dei singoli utenti e dei propri algoritmi. Ultimo caso ma non per ordine di importanza è quello che ha visto Frances Haugen, ex manager e ingegnere informatico presso Facebook, accusare la società di Menlo Park.

Le rivelazioni dei Facebook Papers – migliaia di pagine di documenti interni pubblicati – ha scatenato una pioggia di polemiche raccontando una Facebook in cui i profitti sono stati messi al di sopra di tutto, anche della sicurezza degli amici.

Haugen, trasferendo informazioni sensibili, ha contribuito in maniera importante all’inchiesta realizzata dal Wall Street Journal riguardante la creazione di algoritmi potenzialmente capaci di incentivare la rabbia sociale sfociata successivamente nell’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump.

Che sia vero o no spetterà agli organi competenti accertarlo. Indiscutibile invece è l’appesantimento dell’immagine dell’azienda. Motivo per il quale, l’iniziativa presunta di un eventuale rebranding appare come assolutamente giustificata.

Fatto sta, che l’annuncio come primo effetto ha avuto quello di mettere le ali ai titoli della società di Zuckerberg in Borsa, dove è arrivata a guadagnare il 4,3%.

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