“La filosofia, il castello e la torre” attraverso le parole di Raffaele Mirelli

universi

Torna questo settembre il festival della filosofia made in Ischia. Tema di questa edizione, gli Universi

“La Filosofia, il castello e la torre”, un festival tutto isolano, torna come di consueto a settembre nella sua VIII edizione. Tema di quest’anno sarà “Universi” e noi di Ambasciator abbiamo deciso di seguire questa edizione a partire da un’intervista con il direttore e ideatore del festival oramai al suo 7°anno. Raffaele Mirelli. Dopo un dottorato in filosofia e un periodo in Germania; Raffaele è ora stabilmente ad Ischia e si occupa ogni anno (per tutto l’anno potremmo dire) dell’organizzazione e coordinazione del Festival. Vantando anno dopo anno sempre più adesioni tra relatori e ospiti d’onore, il festival “La filosofia, la torre e il castello” diviene ogni anno sempre più conosciuto all’interno e fuori dalla sua madrepatria.

La tematica

Il tema scelto per quest’anno dal comitato tecnico scientifico, è quello dell’Universo. La domanda che tesserà un file rouge tra le varie conferenze ospitate, è infatti la seguente: Universi: ci può essere armonia nelle differenze?”
A quasi un anno dalla fine della sesta edizione, che ha visto come tematica centrale il tempo, la scelta di quest’anno si rivela essere una naturale e logica conseguenza per iniziare o magari proseguire, quei dibattiti filosofici che forse, per antonomasia, non arrivano mai ad una chiusa definitiva. Ma che anzi, lasciano sempre spazio a futuri interrogativi.

Non è questo lo scopo della Filosofia?

Ma ora lasciamo che domande e risposte parlino attraverso la voce del Patron del festival!

Salve Raffaele! Siamo alla settima edizione di questo festival che, anno dopo anno, diventa sempre più di rilievo nel panorama italiano. Ci parli di come ha avuto origine il festival, del significato che ha avuto per te negli anni e di quello che assume per te ora?

Il Festival della filosofia Ischia, nasce come idea nel 2014 e vede la prima edizione nel 2015 ad Ischia, un’isola di eccezionale bellezza a forza evocativa. Ci siamo interrogati da subito sul ruolo della filosofia e del filosofo nella contemporaneità. Il nome stesso dell’evento ci porta alla riflessione circa la chiusura degli intellettuali nelle roccaforti del pensiero. Un processo storico che parte – molto probabilmente – con Platone. Cerchiamo dunque di lavorare sui filosofi e di attivare una sorta di traduzione del pensiero filosofico per tutti. Il Festival è cambiato negli anni perché, riuscendo nel suo intento divulgativo, porta a confronto e mette in campo la pluralità delle scienze e degli approcci interdisciplinari. Coinvolge moltissimi giovani, portando nuova linfa alla discussione accademica. È la filosofia stessa che ricerca un cambiamento istituzionale.

Il tema di quest’anno è “Universi”. Ci parli di questa topic, del significato che assume e che assumerà all’interno della cornice del festival di quest’anno? Pensando al tema dell’anno scorso, è intrinsecamente in relazione con quello di questa edizione no? 

Tutte le tematiche annuali sono interconnesse. Dopo il “Tempo” – trattato nel 2020 – ci avviamo alla riflessione sugli “Universi” intesi come contenitori di differenze morali, etiche e dunque esistenziali. È un tema di grande rilievo per la contemporaneità perché cerca di evidenziare le differenze come risorsa per la comunità mondiale. Siamo contro ogni forma di intolleranza umana e crediamo che il vero Wi-Fi  – che genera password di connessione reali – è la filosofia, il pensiero di individui forti, pensanti, meno egocentrici.

Non solo relazioni e grandi ospiti, ma anche incontri e laboratori. Insomma, ogni anno ci sono tutta una serie di attività che partono e che un po’ “preparano” al festival e che, molto spesso, iniziano ancor prima del mese di settembre (mese in cui si entra nel vivo del festival). Quest’anno dobbiamo aspettarci lo stesso? A cosa possiamo immaginare di prendere parte, visto che questo Festival è sopratutto interazione?

Esatto, il festival resta una “festa” per cui vuole creare inclusione, a tutto tondo. Lavoriamo 365 giorni per la costruzione dell’evento e non ci fermiamo mai. Durante l’anno teniamo laboratori nelle scuole, portando avanti la campagna di sensibilizzazione – quest’anno il titolo è Intolleranze Elementari – e disegnando modi d’interazione pubblica molto variegati: dai laboratori alle conferenze serali, dalle mostre d’arte ai concerti. Ci apriamo al pubblico offrendo oltra 130 eventi. Settembre a Ischia è nel segno della cultura e dell’inclusione. Inoltre, il festival – ospitando relatori da tutto il mondo – riesce a creare una scuola di confronto per i numerosi partecipanti. Non si parla solo di filosofia, ma di psicologia, arte, letteratura, architettura, fisica e di tutto lo scibile umano. 

Questa edizione vede per il secondo anno consecutivo la presenza di un’area “psy” all’interno del festival. Un po’ come a ribadire a voler affermare a gran voce il legame indissolubile tra queste due branche delle scienze umane, o sbaglio? Cosa ci puoi dire di questa scelta, di questa integrazione?

La filosofia deve ritrovare la sua identità nelle altre discipline! Deve riportare il “confronto” alla luce della contemporaneità. Lo richiede la sua stessa natura. La psicologia è una stupenda disciplina che – a nostro parere – costituisce il futuro della neuroscienza. Allo stesso modo potremmo sottolineare l’importanza per questa della Fenomenologia, una filosofia rigenerata che sta dando i suoi frutti migliori proprio in questo secolo. Le scienze, le arti e le forme di attività umane quindi intellettuali, devono sostenersi a vicenda in un dialogo costante per superare i propri limiti costitutivi. La filosofia resta la madre delle scienze – anche se è naturale e voi lo sapete meglio di noi – ; ma la sua negazione è stata importante alla crescita della scienza stessa.

So che ci hai comunicato che gli ospiti non sono ancora stati annunciati. Ma puoi sbilanciarti omaggiandoci di un piccolo spoiler per questa edizione del festival della filosofia Ischia?

Quest’anno avremo il gradito ritorno di Benedetta Barzini, donna di grande fascino intellettuale e portatrice di una “dolce inquietudine” produttiva, una fonte di ispirazione per molti. Ci siamo affezionati a lei e lei a noi! Saranno tanti gli ospiti di rilievo a omaggiarci con la loro presenza: una serata sarà dedicata al genio fiorentino Dante Alighieri, vi dico solo questo. Lasciami dire, però, che tra tutti gli ospiti che accogliamo, vorrei sottolineare la presenza dei giovani.
Nel festival si muove il “Young Thinkers Festival” dedicato ai ragazzi. Anche quest’anno abbiamo avuto una buona risposta alla Call for Papers. Saranno in tanti i giovani che terranno conferenze con i filosofi senior, questo ci riempie il cuore di gioia e ci fa sperare per edizioni future sempre più interessanti. 

Concludo questa intervista ringraziandoVi per lo spazio e il tempo che ci state dedicando e spero di vedervi al nostro festival a settembre, contando di ritrovarci tutti in un clima rilassato. Grazie!

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Ambasciator