Si è concluso ieri il Festivaletteratura 2021, che si è svolto a Mantova dall’8 al 12 settembre. Ma quali sono stati i temi e i protagonisti che hanno reso speciale questa 25° edizione?
Anche quest’anno, dall’8 al 12 settembre 2021, il Festivaletteratura ha fatto ritorno nella sua città, Mantova, dove ha riunito scrittori, artisti, musicisti e intellettuali da tutto il mondo nell’evento più atteso dell’anno.
Il Festival, che fin dal 1997 rappresenta uno degli appuntamenti culturali più imperdibili del nostro Paese, avvicina, nelle strade e nelle piazze della città rinascimentale, autori e lettori nel corso di cinque giorni dedicati non solo alla letteratura, ma a tutte le numerose manifestazioni della cultura italiana e mondiale.
Un’occasione ideale e unica in cui la cultura, nelle sue molteplici accezioni e declinazioni, incontra la realtà attuale per migliorarla attraverso la riflessione e il dialogo.
Festivaletteratura 2021: la letteratura che indaga l’anima e il tempo
Il vasto e ricco programma della 25° edizione del Festivaletteratura di Mantova è stato suddiviso in numerose sezioni, ciascuna dedicata a un tema o a un settore disciplinare specifico. Incontri, spettacoli e laboratori sono stati pensati per bambini e adulti al fine di promuovere la divulgazione culturale e fornire spunti di riflessione su argomenti ed eventi che hanno segnato il passato e accompagnano il nostro presente.
Prima fra tutte, la grande letteratura si è rivelata come il luogo per eccellenza in cui l’anima si confessa e la penna dello scrittore cerca di attraversare i labirinti della coscienza mentre è alla ricerca di sé stessa, delle proprie ragioni, delle proprie paure.
È ciò che accade in Lettere dal sottosuolo, l’evento in cui, nel bicentenario della nascita di Fëdor Dostoevskij, Alice Farina (curatrice dell’epistolario), lo scrittore Marco Archetti e l’esperta di letteratura russa Serena Vitale si sono incontrati sul palco per leggere insieme e analizzare le pagine in cui si rispecchiano le vicissitudini travagliate del grande romanziere moscovita.
Le lettere, in cui “lo scrittore è autore e protagonista insieme”, fissano sulla carta i pensieri, le debolezze e i timori di un uomo che ha deciso di sottoporsi a quello stesso metodo d’indagine dell’animo umano che più volte aveva applicato ai personaggi dei suoi capolavori. Per la prima volta, lo scrittore diventa uomo fragile che decide di misurarsi rispetto al mondo, di sondare la sua anima e di ricercare nei luoghi più reconditi e oscuri della sua coscienza quella verità che ha tentato di scorgere attraverso la scrittura letteraria.
Tese tra passato e presente, l’opera di Francesca Melandri (Eva dorme, Sangue giusto) e quella di Marco Balzano (Quando tornerò, Resto qui), si propongono di raccontare vicende umane che hanno scandito il nostro tempo, attingendo ad una memoria passata e presente. Passando dall’emigrazione al terrorismo, e dal fascismo al colonialismo, i due autori, nell’incontro Un filo tra passato e presente, si sono occupati di spiegare la realtà contemporanea servendosi di documenti, testimonianze, cronache ed esperienze personali.
Al Festivaletteratura di Mantova la fotografia diventa proiezione della realtà
Con 11 settembre, attimi in negativo e Quando la fotografia cambia le cose, l’arte fotografica si fa proiezione della realtà, strumento che immortala attimi indimenticabili della storia da un lato e impegno sociale dall’altro.
In occasione del drammatico attentato al World Trade Center, infatti, il fotografo Alex Majoli e il giornalista Michele Smargiassi, al Festivaletteratura 2021, hanno discusso intorno al ruolo che la fotografia dovrebbe assumere come ritratto della realtà volto a fornire una testimonianza e a trasmettere conoscenza. In questo modo, l’arte fotografica diventa una sorta di “teatro della vita”, una finestra che si apre sulla realtà per esortare gli spettatori a riflettere e a interrogarsi su ciò che li circonda.
Ma la fotografia può essere anche strumento di denuncia e racconto sociale quando le immagini documentano le violenze subite dalle donne e dai bambini all’interno delle mura domestiche. È quanto ha fatto Donna Ferrato, che da anni coniuga la carriera documentaria con l’impegno sociale. I suoi scatti catturano le donne, nel loro coraggio, nella loro forza, saggezza, sessualità. Assegnando alla fotografia il compito di documentare e indagare e di ergersi a manifesto della lotta contro il sistema patriarcale e gli stereotipi.
La cultura incontra l’attualità nella 25° edizione del Festivaletteratura
Al Festivaletteratura di Mantova le molteplici manifestazioni della cultura incontrano l’attualità nel corso di quattro eventi speciali e unici che mirano a promuovere la divulgazione e la conoscenza attraverso la riflessione su questioni ed eventi legati al nostro presente.
Come è accaduto in Videoapparire, che, rivolto a bambini e adulti, vuole far riflettere sui vantaggi e i pericoli della tecnologia più recente e porre domande sul confine incerto che separa e affianca a un tempo intelligenza umana e artificiale e che segnerà inevitabilmente il nostro futuro. O come si è potuto osservare in La cura della nostra casa comune, in cui Gaël Giraud, gesuita ed economista, e autore con Felwine Sarr di L’economia indisciplinata, ha discusso insieme all’economista e storico Emanuele Felice (Dubai, l’ultima utopia) sulla possibilità di “riformare” il sistema capitalistico allo scopo di fondare un nuovo assetto economico che “unisca tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale“.
Il palco del Festivaletteratura 2021 ha anche ospitato Pif e Marco Lillo (autori di Io posso. Due donne sole contro la mafia) in Una grande battaglia quotidiana, mentre raccontavano alla giornalista d’inchiesta Floriana Bulfon la storia di due sorelle che hanno lottato contro la mafia e fronteggiato le manchevolezze di una burocrazia ipocrita e indifferente.
Infine, Dentro le ferite ha reso protagonisti del Festivaletteratura i temi della migrazione e del razzismo nel dibattito di Donatella Di Pietrantonio, autrice di uno dei racconti di Le ferite, e Federica Lezzi.
Dando vita ad uno spazio in cui la cultura si confronta con l’urgenza di una realtà che fa fatica a sottrarsi al nostro sguardo ostile e indifferente.