Siamo i “Grandi della Mancha”, Sancho Panza… e Don Chisciotte!

Francesco-Guccini

Francesco Guccini e l’eroico cavaliere

Celebrare Francesco Guccini nel giorno del suo compleanno (compie oggi 81 anni) raccontando dei suoi successi, della sua carriera, sarebbe forse un po’ banale. Per quello basta sfogliare Wikipedia e sapere tutto di questo straordinario cantautore italiano.

Voglio farlo con un ricordo personale che mi ha avvicinata a questo moderno poeta.

Un poeta: per Guccini quel che conta sono le parole, proprio per questo gli calza meglio la definizione di scrittore anziché quella di cantante. Uomo dalla sterminata cultura, che spazia dalla storia alla letteratura, fino ai più disparati fatti di cronaca; proprio questa sua ricchezza interiore egli cerca di sversare nei suoi testi, così da farne veri e propri componimenti poetici, dove la composizione musicale fa solo da semplice “corollario”.

Le Stagioni di Francesco Guccini

Questo album, Stagioni, che è il diciannovesimo della sua carriera, era stato ideato come un inno alle stagioni; però manca una stagione importante, cioè l’Estate. Questo perché lo stesso Guccini disse che era un album dai toni essenzialmente tristi, pertanto non riuscì a comporre nulla di tanto allegro e spensierato che potesse rappresentare la stagione simbolo di questi sentimenti.

Visto che, come abbiamo detto, la cultura è la sorgente di ispirazione assoluta del nostro cantautore, spesso capita che in molti suoi testi ed album, vengano citate e richiamate famosissime opere letterarie. Proprio come in questo album (pubblicato nel 2000), che contiene la canzone presa in esame: “Don Chisciotte”.
Il testo di Don Chisciotte non è stato solo opera di Guccini, bensì frutto di una collaborazione con Beppe Dati.

L’ispirazione di Don Chisciotte proviene dal romanzo di Miguel de Cervantes, “Don Chisciotte della Mancia”, classico della letteratura del 1605, che parla di un visionario che crede di essere un cavaliere eroico destinato a salvare il mondo e salvare la sua amata (“il mio impegno ardimentoso l’ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso”) con l’aiuto del suo scudiero, da lui stesso definito molto più concreo e realista, Sancio Panza (“io che sono più realista mi accontento di un castello”).

Idealismo versus realismo

Il testo simula un dialogo tra Don Chisciotte e Sancho Panza, nel quale discutono riguardo le ingiustizie del mondo e sull’utilità o meno di spendere le proprie energie per cambiare le cose.

Il cavaliere è conscio dell’ingiustizia che imperversa nel mondo e per questo intende condurre una lotta, anche se solitaria, per sconfiggere il male. A questi intenti bellicosi e vani (giacché il pericolo nell’opera e nel testo è immaginario), risponde il cinico realismo dello scudiero, che sa quanto il suo “signore” stia vaneggiando. Cerca quindi di farlo desistere riportandolo alla realtà.

Qual è il confine tra l’essere un folle visionario o essere un convinto idealista?
Tantissime volte ho ascoltato questo brano che mi ha sempre toccato il cuore; molte volte non ho saputo trovare una risposta.

Il solo modo di vivere in una realtà come la nostra, sembra essere quello di immergersi nella concretezza delle cose; nella velocità della routine quotidiana. Così facendo però, ci si dimentica che la vita è fatta di valori che sono più alti della semplice ed effimera “materialità” delle cose.

Il cavaliere armato della sua lancia, che cavalca il suo Ronzinante, solitario e desideroso di convincere tutti che ciò che vede è quanto tutti dovrebbero vedere. Il fervore, la passione con cui conduce la sua lotta, fanno sì che anche il suo scudiero finalmente VEDA quello che lui vede e sposi anch’egli quella lotta senza quartiere per gli ideali, come raccontato nella parte finale della canzone:

Il “potere” è l’immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
siamo i “Grandi della Mancha”,
Sancho Panza… e Don Chisciotte!

La lotta per gli ideali (seppure astratti), la voglia di affermare la giustizia, fanno parte di ogni epoca della storia umana; c’è sempre chi è considerato un semplice sognatore e chi invece è più ancorato alla realtà;
ma la verità è che, seppure senza Estate (e quindi in una visione non troppo positiva da parte del poeta, che si ferma alla primavera), la speranza di un mondo migliore e la speranza che ci sia qualcuno che abbia sempre la voglia di combattere per far sì che quel  mondo migliore sia una realtà, esiste e resiste sempre nei nostri cuori!
Consiglio a tutti di ascoltare quest’opera d’arte!

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