Ventinove anni dalla scomparsa del cantante e l’ascesa della trap
Sono passati ventinove anni dalla scomparsa di Freddie Mercury, il film Bohemian Rhapsody, uscito nel 2018, ha vinto quattro premi Oscar mentre il singolo dei Queen da cui è derivato il titolo vendette nel gennaio del ‘79 un milione di copie. Uno dei brani più potenti della storia musicale nella penna e nelle corde di un giovane Freddie Mercury. Il frontman dei Queen era eccentrico, rivoluzionario, contraddittorio, aveva una espressività altrettanto potente ed una personalità fuori dagli schemi, a volte criticabile, spesso semplicemente incompresa.
La musica è un pò incomprensione
È sentire senza capirci troppo, un ricettacolo ingarbugliato di stati d’animo, di emozioni grezze inestricabili, incapace in fondo di prestarsi a un’unica, globale interpretazione. Il bello della musica è che arriva a tutti, indistintamente e mai allo stesso modo, non interiorizzata secondo delle convenzioni standardizzate, ma incamerata nella maniera più personale possibile.
La musica dei giovani d’oggi
Ultimamente il rischio che si corre in Italia, è quello di imporre la musica da ascoltare, soprattutto ai giovani, più ribelli, additati spesso come meno sognatori, che canticchiano il nuovo cantante trap di turno e non sempre le canzoni di Celentano.
L’affermarsi della trap
Trap è un neologismo, significa “trash”-“rap”, rap spazzatura.
I giovani italiani ascoltano musica spazzatura, povera di contenuti, con un sound orecchiabile, forse asettico, che fondamentalmente potrebbe non dire niente. Però per loro dice tutto. Forse non c’è bisogno nemmeno di una spiegazione, di una comprensione che non esiste, di un messaggio che deve per forza dire qualcosa di importante, quando non dire niente può diventare l’unica comunicazione plausibile ed urgente.
Ascoltare i giovani prima delle canzoni che ascoltano
Ci sarebbe bisogno di ascoltare i giovani coi loro sogni, con tutte le difficoltà di una vita agli inizi e tutti i disagi di una società che impone loro degli stereotipi inarrivabili.
Freddie Mercury come modello
Freddie Mercury nonostante le critiche, lo sconcerto dovuto all’ermetismo dei suoi testi e l’iniziale diffidenza di molti che poi è diventata consacrazione; ha continuato a fare la musica che voleva e con quella musica, indecifrabile e a tratti destabilizzante, ha emozionato delle persone. La musica aiuta, anche spazzatura, anche senza dire niente, emoziona chi trova sempre un motivo per emozionarsi e capisce chi spesso non si sente capito. Oggi, forse, i giovani non vogliono essere semplicemente capiti, vogliono essere ascoltati, come le canzoni di un giovane cantautore britannico che vive e sopravvive, ancora, dopo ventinove anni dalla sua morte.
ambasciator.it
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STEFANO POPOLO
CEO & Founder
Classe 1993, fondatore di Ambasciator e giornalista pubblicista.
Ho pensato al nome Ambasciator per raccontare fedelmente la storia delle persone, come strumento e mezzo di comunicazione senza schieramenti. Ambasciator, non porta penna.