Via di salvezza per monarchi in fuga, rifugio antiaereo e molto altro ancora. La Galleria Borbonica continua a riservare sorprese
La Galleria Borbonica, anche nota come Tunnel Borbonico, è una vasta cavità sotterranea partenopea che si estende sotto la collina di Pizzofalcone, nelle vicinanze di Palazzo Reale, nel quartiere San Ferdinando.
Tre ingressi consentono l’accesso a questa parte di Napoli Sotterranea: Vico del Grottone, 4 (Piazza del Plebiscito), Via Domenico Morelli, 61 (Parcheggio Morelli) e Via Monte di Dio, 14 (Palazzo Serra di Cassano).
Il sito è visitabile dall’ottobre del 2010 grazie ai proprietari degli ingressi e all’incessante lavoro portato avanti dai volontari dell’Associazione Culturale “Borbonica Sotterranea” i quali hanno reso possibile la messa in sicurezza di ambienti sommersi dalle acque e da detriti di ogni genere.
Un luogo magico che consente di fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo.
Il Tunnel Borbonico nasce come via di fuga
I Borbone di Napoli, in caso di moti o proteste, avevano la necessità di avere una rapida via di fuga che gli consentisse di raggiungere una nave nel porto partenopeo.
La Galleria Borbonica nasce così per volontà di Ferdinando II (soprannominato Re Bomba) con il regio decreto del 19 febbraio 1853. I lavori per realizzare il tunnel sotterraneo furono affidati all’architetto milanese Errico Alvino.
Il passaggio, secondo le disposizioni iniziali, avrebbe dovuto collegare Largo della Reggia (attualmente conosciuta come Piazza Plebiscito) a Piazza della Vittoria, passando al di sotto di Pizzofalcone.
In questo modo dal Palazzo Reale la fuga verso il mare sarebbe stata assicurata.
Oltre a fuggire, la Galleria Borbonica doveva anche costituire un rapido mezzo di collegamento per le truppe acquartierate presso le due caserme della Cavallerizza e della Vittoria.
Lavori complessi
Il progetto originario prevedeva la realizzazione di una galleria a due corsie con due marciapiedi ai lati.
Purtroppo, i lavori furono difficili da subito a causa dell’intercettamento delle cisterne e dei cunicoli collegati all’acquedotto fatto realizzare dal patrizio napoletano Cesare Carmignano tra il 1627 e il 1629.
Oltre a ciò, la morfologia del terreno spesso non era di aiuto così come le numerose cave tufacee incontrate durante i lavori.
Nel 1855 una prima parte della Galleria Borbonica fu inaugurata il 25 maggio di quell’anno. Fu mostrata al pubblico per tre giorni poi i lavori furono interrotti.
Dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi
Con l’Unità d’Italia la Galleria Borbonica fu abbandonata fino all’avvento della II Guerra Mondiale quando il vasto complesso, grazie ai lavori intrapresi dal Genio Militare, fu trasformato in rifugio antiaereo.
Nel secondo dopoguerra e fino agli Anni ‘70, il Tunnel fu trasformato in deposito giudiziario comunale: per questo è ancora possibile vedere auto, motorini e molto altro ancora.

Un dente di squalo e una bomba
Alcuni anni fa un gruppo di ricerca, guidato dal paleontologo Gianluca Minin, ha scoperto nella Galleria Borbonico, tra un cumulo di macerie, un dente fossile di uno squalo preistorico, un megalodonte. La notizia è stata anche riportata dal quotidiano britannico Daily Mail.
Grazie al fatto che questo luogo è stato utilizzato per molto tempo come una sorta di discarica, ancora oggi è possibile realizzare scoperte importanti per la Storia della nostra città, e non solo.
Un’altra eclatante scoperta riguarda una bomba risalente al primo bombardamento aereo di Napoli risalente all’11 marzo 1918.
In quel tragico giorno, pur trovandosi a migliaia di km dalla zona dei combattimenti, la bella Partenope fu bombardata da un dirigibile tedesco partito da una base aerea bulgara. A causa dell’indiscriminato attacco morirono 16 civili.
Un luogo imperdibile per qualsiasi amante della Napoli che fu.