In un quaderno, conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, è stato ritrovato un lavoro giovanile di Leopardi sull’imperatore Giuliano l’Apostata
Il volume “Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito dalle carte napoletane” sarà presentato nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli oggi, dalle ore 16, con interventi di Lucia Annicelli, Rosa Giulio, Maria Iannotti, Giulio Sodano, Silvio Perrella e Francesco Piro.
In questa occasione sarà presentato l’inedito lavoro di un giovanissimo Giacomo Leopardi (aveva 16 anni) per una ricerca, realizzata nella biblioteca paterna, sulla tragica figura dell’imperatore romano Flavio Claudio Giuliano, meglio conosciuto come Giuliano l’Apostata (regnante dal febbraio 360 d.C. al 26 giugno 363 d.C.).
Il ritrovamento del lavoro inedito di Leopardi
Nella Biblioteca Nazionale partenopea è presente un prestigioso fondo Leopardiano: proprio da questo fondo è stato ritrovato il quadernetto realizzato dal celebre recanatese.
Una scoperta che ha visto l’interessamento dei professori Paola Zito (Università Vanvitelli) e Marcello Andria (Università di Salerno), ricercatori del fondo Leopardiano dal lontano 1986, che hanno curato la pubblicazione del lavoro per la casa editrice Le Monnier Università.
Giacomo Leopardi, già a 16 anni, era uno studioso e un ricercatore provetto, formato nella biblioteca paterna (il conte Monaldo), con un metodo di lavoro delineato grazie a questa nuova importante scoperta.
La ricerca su Giuliano l’Apostata
A 15 anni, il futuro poeta de “L’Infinito” decise di studiare il greco antico, per questo l’anno successivo, siamo nel 1814, redasse un piccolo quaderno (formato da quattro mezzi fogli, ripiegati a metà così da ottenere otto facciate), con una lunga e fitta lista alfabetica di autori dell’Antichità che si erano occupati di Giuliano l’Apostata. Ogni autore, 160 i nomi trovati, è accompagnato da una serie di riferimenti numerici (più di 550).
In una nota possiamo leggere che:
“Siamo di fronte ad uno scritto di Leopardi appena sedicenne, assiduo frequentatore della biblioteca paterna, che realizza un accurato e capillare spoglio dell’Opera omnia di Giuliano imperatore, ricorrendo all’autorevole edizione di Ezechiel Spanheim, apparsa a Lipsia nel 1696“.
Probabilmente, Leopardi deve aver deciso di studiare una figura così complessa come quella di Giuliano perché potrebbe aver sentito un legame con questo imperatore, letterato e filosofo, che tentò di riportare indietro le lancette del tempo e far ritornare Roma Antica pagana.
Come ha scritto uno storico su Flavio Claudio Giuliano, quest’ultimo era “vissuto allucinato dai libri, in una specie di trans”, una passione per i libri che ha folgorato, sin da giovanissimo, anche Giacomo Leopardi.
Un comune amore che ha accompagnato entrambi, l’imperatore e il poeta, per tutte le loro vite.