Giannis Antetokounmpo, il mondo è tuo: Milwaukee Bucks campioni NBA

Giannis Antetokounmpo

The Greek Freak trascina i suoi Bucks con una delle migliori prestazioni di sempre nelle Finals

Giannis Antetokounmpo, una divinità greca scesa in terra per riportare nel Wisconsin un titolo che mancava da troppo tempo. 50 punti, come 50 erano gli anni ormai passati dall’ultimo titolo dei Milwaukee Bucks. Una prestazione impreziosita da 14 rimbalzi, 5 stoppate, 2 assist, 16/25 dal campo e 17/19 dalla lunetta.

Il primo a segnare 50 punti con 10 rimbalzi in una gara di Finals NBA dai tempi di Wilt Chamberlain (1970). Il primo giocatore della storia delle Finals con una partita da 50 punti, 10 assist, 5 stoppate. Il secondo giocatore della storia delle Finals dopo Shaquille O’Neal con tre partite da 40 e 10. Il massimo di punti in una partita che vale il titolo, pareggiando i 50 di Bob Petit datati 1958. Il titolo di MVP delle NBA FINALS 2021. In una sola parola: dominante.

Milwaukee Bucks – Phoenix Suns: La serie

Giannis Antetokounmpo ha chiuso la serie con una media di 35.2 punti e 13.2 rimbalzi di media, consacrandosi anche nelle partite decisive dopo aver già messo in bacheca due titoli MVP della regular season. I Milwaukee Bucks hanno vinto, meritatamente grazie ad una squadra solida attorno al primo violino, con altri protagonisti determinanti quanto la stella greca: Khris Middleton su tutti, ma anche Jrue Holiday, grande difensore che in queste Finals ha saputo segnare ed essere determinante.

I Suns hanno accarezzato il sogno di arrivare al titolo, dopo aver vinto le prime due partite della serie. Per Chris Paul, a 36 anni, poteva essere il titolo della consacrazione. Per Devin Booker, talento che sta mostrando tutte le sue potenzialità, ci sarà tempo per rifarsi. La delusione in casa Phoenix però è tanta: portarsi avanti sul 2-0 nella serie per poi subire una rimonta così devastante, non è semplice da digerire.

Chris Paul e quell’anello mai indossato

Quando davanti ti ritrovi uno come Giannis Antetokounmpo, c’è poco da fare. Chris Paul, per l’ennesima volta, è costretto a ritagliarsi il ruolo di “non vincente”.

“Grande stagione, ma di passato e futuro ci sarà tempo per pensare, adesso è dura da digerire questa sconfitta. Le cause del k.o.? Troppe palle perse e i lori tiri liberi. Mi rimetterò al lavoro dopo queste Finals, non ci sono vittorie morali. Di sicuro non mi ritiro. Siamo cresciuti durante la stagione, nessuno se l’aspettava così tranne noi. Pensavamo di avere abbastanza per l’anello, e invece non è stato sufficiente”

Chris Paul

Che futuro per i Suns? Riprogrammare e subito, dopo una stagione fantastica chiusa alle Finals dopo 10 anni d’assenza dai playoff. Oltre ogni aspettativa, con Paul che ha avuto un impatto pazzesco, Booker che si è consacrato, Ayton che è cresciuto, un cast di supporto che ha mostrato affidabilità e margini di crescita. È un gruppo giovane quello dei Soli dell’Arizona, a parte CP3. È mancato solo il lieto fine. Tornare a giocarsi il titolo non sarà facile dopo un’annata anomala tra covid e infortuni a valanga per ogni squadra. Per questo la delusione nelle parole degli sconfitti di gara 6 a Milwaukee è palpabile.

Giannis Antetokounmpo, tra mito e realtà

Mito s. m. [dal gr. μῦϑος «parola, discorso, racconto, favola, leggenda»]. – 1. “Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine.”

Non a caso la parola mito deriva dal greco. Non a caso il mito in questione, è greco. O meglio, la divinità in questione. Un viaggio partito da lontano, cominciato prima ancora che lui nascesse. Quello dei suoi genitori, che dalla Nigeria migrarono verso la Grecia alla ricerca di condizioni socio economiche migliori rispetto a quelle in patria.

Una storia fatta di povertà, quella di Giannis, rinunce, sacrifici. Un’infanzia passata tra i vicoli di Sepolia, città poverissima della Grecia, dove insieme ai suoi fratelli faceva da ambulante: borse, scarpe, orologi, tutto pur di portare un piatto caldo a tavola. Tra gli occhi pieni di rancore della gente, pieni di disprezzo verso quello che veniva visto come un diverso, non come un figlio della Grecia.

Poi la svolta, grazie a quella palla a spicchi che lo salverà. Un incontro che arriva solo nel 2008, quando Giannis Antetokounmpo ha 14 anni.

Un viaggio che lo porterà nel 2013 ad essere selezionato con la 15esima scelta al DRAFT NBA dai Milwaukee Bucks, dai quali non è più andato via, fino a consacrarsi campione NBA.

PhotoCredit: @bucks

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