Giornata internazionale delle giovani ragazze: 7 storie di emancipazione

Giornata internazionale giovani ragazze

In occasione della Giornata internazionale delle giovani ragazze abbiamo deciso di raccontare storie di emancipazione e indipendenza, che per alcune donne hanno rappresentato il passaggio all’età adulta

Individuare un solo momento, rappresentativo della conquista della propria crescita ed emancipazione è quasi impossibile. Tuttavia, possiamo ricordare un momento rappresentativo, una piccola realizzazione o un grande risultato che ci abbiano portati a ritenerci adulti per davvero. Nella Giornata internazionale delle giovani ragazze abbiamo deciso di raccontare alcune delle vostre storie:

Giornata internazionale delle giovani ragazze: F., 40

La prima volta che mi sono sentita libera, autonoma ed emancipata, avevo ventinove anni. Ho ricevuto il mio primo stipendio. 
Ricordo ancora la cifra: per quindici giorni avevo ricevuto trecentosettantanove euro. Di per sé non erano una cifra enorme ma a me lo sembrarono, perché li avevo guadagnati facendo esattamente ciò che volevo fare: l’insegnante.

Giornata internazionale delle giovani ragazze: C., 29

Mi sono subito venuti in mente i ricordi delle prime storie d’amore, fallimentari, melodrammatiche. Quanto mi sentivo (poco) donna quando aspettavo ore per un tanto agognato “squillo”, quando in discoteca vedevo il ragazzo che mi piaceva baciare un’altra. E quando prendevo in mano la situazione e lo affrontavo di petto “Basta scegli: o me o l’altra”. Anche se, spesso, sceglieva l’altra, sentivo di aver fatto la mia parte. Ma adesso, a quasi trent’anni, posso affermare che il momento in cui mi sono sentita padrona della mia vita, è stato quando a diciassette anni, senza conoscere nessuno, dal quartiere Chiaia, mi sono spinta a Vico Gerolomini, nel pieno centro storico, dove c’era e c’è tutt’oggi il piccolo grande Teatro Elicantropo, ho bussato alla porta, circondata da volti sconosciuti e molto lontani da me, e ho trovato la mia seconda famiglia. Diventare donna è stato questo.

Giornata internazionale delle giovani ragazze: D., 70

Ricordo perfettamente di quando ho avuto la sensazione di essere diventata donna, ma la consapevolezza è arrivata più tardi.
Avevo circa quattordici anni e passeggiavo con mia madre quando per caso ho incontrato lo sguardo di un ragazzo che procedeva verso di noi. Provai un brivido ma non realizzai subito di cosa si trattasse.
Queste sensazioni le ho provate altre volte nel tempo, ma non mi sono mai potuta confidare con nessuno. A quei tempi era tutta un’altra storia. La sessualità piena l’ho provata poi con il mio primo marito ma il sesso non è amore, sbagliai. La maturità è un’altra cosa e l’amore non è solo attrazione. Oggi sono felice perché ho figli e nipoti meravigliosi, sono loro che mi hanno fatto arrivare alla pienezza della maturità. Grazie a loro mi sento una donna realizzata. Grazie a loro sono diventata donna.

Giornata internazionale delle giovani ragazze: V; 22

Per me non è stato un singolo momento a determinare questa sensazione, diventare donna è stato frutto di una serie di piccole cose: la prima volta che ho guidato la mia macchina, quando ho trovato il mio stile, oppure quando ho iniziato a lavorare in ospedale per la mia laurea.
Mi sento adulta quando prendo decisioni che impatteranno la mia vita. Credo che diventare grandi sia un processo fatto di momenti come questi, in cui senti davvero la responsabilità delle tue azioni. Ho ancora molto da imparare sull’”essere adulti”.

Giornata internazionale delle giovani ragazze: T; 55

Quando scoprii di aspettare le mie figlie, la gravidanza non era cercata. Mi spaventai moltissimo, pensai di abortire. Il mio compagno fu molto contento.
Andai a fare l’ecografia, il ginecologo mi comunicò che si trattava di due gemelli. Non sapevo ancora il sesso ma provai una sensazione molto chiara, anche se non so spiegare il perché.
Non importava come ma avrei trovato il coraggio di diventare la loro mamma. 
Raccontai al mio compagno che si trattava di due gemelle e arrivò il suo turno di avere paura, ma io ero decisa a portare avanti la gravidanza, a costo di farlo da sola. Erano una cosa mia. Ci siamo allontanati per un po’. In quel periodo ho capito che era davvero arrivato il mio momento di diventare donna. Dovevo assumermi questa responsabilità, essere grande e forte. Per me e per loro. Così ho raggiunto la mia consapevolezza, la mia maturità. Diventare donna è stato così.

Giornata internazionale delle giovani ragazze: D; 19

Faccio fatica ad accostare la mia idea di maturità o di emancipazione ad un unico evento.
Sarebbe scontato e forse anche piuttosto superfluo stare a raccontare le situazioni che mi hanno portato a raggiungere quella che può essere definita maturità, autonomia e perché no emancipazione. Personalmente riconduco questo genere di concetti a dei veri e propri modi di affrontare le situazioni che mi si presentano, nel mio caso mi riferisco quasi sempre a momenti difficili. Le volte in cui mi sono sentita davvero matura sono state quelle in cui ho trovato il mio modo per affrontare una situazione per la quale ho sofferto. Per questo credo di aver raggiunto e capito le idee di emancipazione e di libertà solo quando ho trovato in me stessa le armi per affrontare quello che prima sarebbe stato un ostacolo insuperabile.

Giornata internazionale delle giovani ragazze: P; 55

La prima volta che mi sono sentita Donna fu la prima volta di una piccola grande bimba. Pensavo di poter diventare donna solo perché, nelle lussuose vie dello shopping milanese, potevo acquistare tutto ciò che mi piaceva con i soldi del mio lavoro, senza il consenso e il giudizio della mia mamma.
Oggi, a cinquant’anni, mi sento donna per la prima volta ripetutamente, ma in forma diversa: ogni giorno scopro che il mio sogno di bambina di diventare mamma l’ho realizzato nel migliore dei modi.
Ho due splendidi figli che mi rendono fiera delle persone che sono.
Nei loro piccoli grandi gesti quotidiani, nel condurre il ballo della vita, illuminati da quel faro di valori che ho cercato di insegnargli, mi rendono DONNA.
La mia vita di madre non è stata certo facile, ma cosa avrei potuto desiderare di più, se non sentire l’emozione della prima volta che si rinnova ad ogni scoperta della loro anima bella?

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