Pagine di storia vissuta che insegnano quanto è importante gridare la propria libertà di pensiero, Roberto Saviano: Gridalo
Roberto Saviano è tornato nelle librerie lo scorso 10 novembre per presentare il suo nuovo libro: “Gridalo”, volume edito da Bompiani.
La stesura di queste pagine ha un solo obiettivo: difendere la fragile fiamma del vero. Saviano utilizza un linguaggio netto e realista della società di oggi con la quale i giovani si trovano a fare i conti; una società soggiogata dal peso mediatico, da un’economia manipolatrice, dal potere che domina la libertà di pensiero.
L’attenzione di Saviano è dedicata ad un semplice ragazzo di 16 anni. Perché?
Lo scrittore parla al “se stesso” di anni fa, un semplice ragazzo che frequentava il Liceo Diaz a Caserta.
“Le storie che ti racconterò, se saprai leggerle, potrebbero all’occorrenza farti da scudo. Spero persino da munizione, una munizione particolare che, quando esplode, concede vita invece che toglierla”.
Sono racconti che hanno segnato una grande svolta nella storia, da Ipazia a Giordano Bruno, attraversando il coraggio di Anna Achmatova e la comunicazione fotografica di Robert Capa per giungere a Jean Seberg a Martin Luther King, Francesca Cabrini. Nel libro vengono menzionati anche altri autori quali: Hulk Hogan, Joseph Goebbels, Hitler, George Floyd, Edward Snowden, i Fratelli Grimm e il poeta cinese Xu Lizhi.
Questi racconti sono da considerarsi una lanterna di vite umane predominanti che aprono gli occhi alla società giovanile.
Società assuefatta da una pressione mediatica e messa in guardia da un capitalismo che divora l’intelletto.
C’è un filo conduttore che lega tutti i romanzi di Roberto Saviano. Quale?
Roberto Saviano è stato autori di libri vendutissimi tra i più noti: Gomorra, La paranza dei bambini, Zero zero zero e per ultimo Gridalo.
Questo filo conduttore muove verso una stessa direzione: smascherare quelli che sono gli inganni cruciali che si celano dietro macchine economiche internazionali che ci manovrano sotto tutti gli aspetti di vita, smascherare il falso per far predominare la cruda realtà che è spesso irriconoscibile a vista d’occhio.
Perché l’autore preme molto sul cattivo gusto dei social?
“Basta considerare il gossip qualcosa di innocuo e neutrale. Il gossip sembra intrattenere invece manipola, il gossip è il vero squadrismo dentro la democrazia. Ti dice anche quando mente, “io posso tutto” perché se lo dico qualcuno ci crederà”.
I social possono essere definiti come una “mente investigatrice” in grado di entrare in maniera silente nelle vite altrui modificando la “privacy personale”. Proprio per questo sono considerati strumento squadrista di intimidazione, che violano la singola indipendenza intellettiva.
Possiamo considerare questo libro un manuale di guida:
Attraversando queste pagine vediamo come ogni singola parola possa farci riaccendere la lampadina della verità, illuminandoci su quale modo il potere, come un abile stratega, lavora per delegittimare chi vuole smascherarlo e ostacolarlo.
“Quando sta per vincere anche in te la certezza che nulla cambierà, quando dicono che siamo tutti sporchi, tutti ugualmente compromessi, quando provano a metterci gli uni contro gli altri, tu grida che credi in chi combatte con le parole, in chi costruisce con le parole, in chi attraverso le parole prova a cambiare”.
L’apologia dei malfattori, sembra essere diventata un’arma potente verso chi in maniera civile cerca di affrontare un sistema pericoloso e ostruzionista; ed è proprio con un grido che ricordiamo, rendiamo vivi pezzi di vita che hanno combattuto per la propria libertà e che non possono andare in prescrizione.
“Ti voglio portare al punto dove starà a te perderti. Non voglio farti percorrere strade già battute per tenerti dentro a un sentiero segnato, non voglio insegnarti la prudenza, al contrario voglio portarti nel punto in cui la prudenza deve diventare azzardo e la saggezza temerarietà, perché forse solo così si arriva a tracciare una strada nuova”.