I cento anni di Federico Fellini: un compleanno guastato dal Covid

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Un omaggio al grande maestro italiano della settima arte che compie cento anni: I cento anni di Federico Fellini

I cento anni di Federico Fellini. Il 20 gennaio di quest’anno il grande maestro della settima arte avrebbe spento cento candeline e coronato una lunga carriera di indimenticabili successi. In occasione del centenario della sua nascita (il 20 gennaio del 1920), numerose sono le iniziative e gli eventi organizzati per ricordare e celebrare l’opera cinematografica dell’autore riminese. Ma, prima, ripercorriamo alcune tra le principali tappe del suo memorabile percorso artistico.

Infanzia e giovinezza nei primi fumetti di Federico

La carica visionaria e onirica dell’opera felliniana prende le sue mosse dai primi fumetti del piccolo Federico. Il talento nel disegno si manifesta, quando è ancora un adolescente, nelle numerose vignette e caricature di personaggi tratti dalla realtà quotidiana. Il linguaggio narrativo e figurativo del fumetto avvicina il futuro regista alla curiosità e alla passione per il cinema. E qui è solito recarsi nel tempo libero, sognando di popolare le sue storie inventate con quegli stessi protagonisti a cui la sua matita dà vita.
In un connubio avvincente di arte e scrittura.

L’esordio da vignettista a Roma

Nella capitale, dopo aver lasciato gli studi in Giurisprudenza, il giovane Fellini approda nel mondo giornalistico: disegna vignette e caricature per il Marc’Aurelio, una delle principali riviste satiriche degli anni Trenta.
Il suo estro giocoso e inventivo lo porterà ben presto ad essere notato da alcuni dei più importanti scrittori radiofonici e televisivi del suo tempo: si aprono così, per Fellini, le porte del cinema e dello spettacolo italiano.

L’esordio alla regia: Luci del varietà e Lo sceicco bianco

Il 1950 è l’anno del lungometraggio Luci del varietà, con la collaborazione alla regia di Alberto Lattuada. La realtà decadente dell’avanspettacolo e l’aridità dell’inventiva artistica non convincono però il pubblico italiano. L’insoddisfazione si manifesta attraverso un poderoso calo degli incassi. Salvo la critica, che dimostra il suo apprezzamento con pochi giudizi positivi. Due anni dopo è la volta de Lo sceicco bianco, con la straordinaria interpretazione di Alberto Sordi e il contributo di Ennio Flaiano alla sceneggiatura. Con una particolare attenzione per la stesura del copione e per la scelta accurata degli attori, Fellini inaugura una nuova stagione nell’ambito della sua opera cinematografica. Solo accennato nelle produzioni precedenti, il realismo magico e onirico, insieme ad un sottile taglio umoristico, rinnova il linguaggio dell’opera felliniana.
Il Fantarealismo de Lo sceicco bianco incontra per la seconda volta il malcontento del pubblico e anche della critica, seminando un’unica certezza. La nuova poetica felliniana dovrà attendere, prima di essere scoperta e apprezzata.

I vitelloni e La strada: arriva il successo…

Nel 1953 realismo magico e memoria si intrecciano nel terzo lungometraggio del regista: I vitelloni. Sullo sfondo di una realtà provinciale noiosa e ripetitiva, cinque personaggi conducono una vita dissoluta e oziosa, spesa tra ozio e amori fugaci. L’incapacità dei protagonisti di sfuggire ad una condizione esistenziale vuota e mediocre si colloca in un’atmosfera rarefatta e sospesa. Dove i ricordi della giovinezza e la fantasia si confondono. Al successo di questo film si accompagna quello che, un anno dopo, è ottenuto da La strada. Con l’eccezionale interpretazione di Anthony Quinn, esso apre il ciclo della produzione dedicata al mondo del circo e degli emarginati. Personaggi che figurano anche in una prima fase dell’opera picassiana. Il film, i cui personaggi rifletterebbero forse alcuni dei tratti psicologici dello stesso Fellini, vince l’Oscar al miglior film in lingua straniera. La fama del grande regista si allarga così a livello internazionale.

…e l’Oscar per 8 1/2

Dopo aver raggiunto il vertice della sua creatività con lo straordinario successo de La dolce vita, l’ispirazione assopita del regista si risveglia insieme a quella del protagonista. Marcello Mastroianni interpreta il ruolo di un regista di mezz’età che, in preda a una crisi professionale oltre che esistenziale, riscoprirà sé stesso, osservando il mondo con occhi diversi.
La consapevolezza di un’alternativa esistenziale possibile si accompagna, secondo una poetica cinematografica già sperimentata nelle produzioni precedenti, al ricordo dei momenti dell’infanzia e della giovinezza.
Ed è così che, alla fine del film, il protagonista rivede sé stesso da bambino.

I cento anni di Federico Fellini: il ricordo del maestro deve attendere

Numerosi gli eventi e le iniziative in ricordo della straordinaria carriera cinematografica del regista riminese: essi avrebbero dovuto tenersi a partire dall’ultima settimana di ottobre. Ma i laboratori digitali organizzati per i più piccoli e i diversi incontri dedicati all’analisi delle opere felliniane dovranno attendere. L’aumento della curva epidemiologica ha infatti sospeso le iniziative. Che sono state rimandate a data da destinarsi.

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