I giochi della morte, ovvero il fenomeno raccapricciante delle sfide in internet

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I giochi della morte, deriva del Cyberbullismo?

Cyberbullismo, termine nato in America e arrivato come prestito in Italia, parla di un fenomeno che riguarda un atto aggressivo, compiuto attraverso il web. Tale forma di violenza, già nota da molti anni, di recente si è manifestata attraverso forme più brutali. Queste sono rappresentate dalle diverse sfide, o giochi della morte, che hanno letteralmente scosso l’intera popolazione mondiale.

La “Blue Whale” o i giochi della morte

Challenge pericolosa o modo di dimostrare chi è il più forte?

Si parte nel 2017 in Russia dove, documentano i giornali, vi sono state più di 150 vittime, la famosissima “Blue Whale”. In tale challenge, alcuni adolescenti, ai quali è stato fatto il lavaggio del cervello, dovevano sottoporsi a una serie di “sfide”. Se tali prove non fossero state compiute, i ragazzi avrebbero subito una dura punizione; era un ricatto, bisognava, quindi, far finta di nulla, come se tutto sembrasse normale.

Sfidare la vita e lasciar vincere la morte

Tra le sfide, ad esempio, vi era l’obbligo di ascoltare musica triste, deprimente, guardare film horror, video di morti crudeli. Ma tra le più inquietanti: svegliarsi intorno alle 4.20 del mattino e raggiungere palazzi alti, fino a compiere veri atti di autolesionismo. Il raggiungimento degli obiettivi, rendeva chi praticava tale “gioco”, un leader, un eroe;
in particolare chi raggiungeva l’ultimo livello, con precisione il cinquantesimo, ovvero il suicidio. Il fenomeno della balena blu, non si è affatto fermato, sono stati rivenuti alcuni video di adolescenti nelle più disparate parti del mondo. Ma si è dimostrato più gettonato nei paesi occidentali, con relativi video annessi.

Genitori sconvolti, figli strappati alla vita, secondo una manipolazione crudele

Le testimonianze di genitori completamente sconvolti, che per colpa di qualunque malato mentale, si son ritrovati senza il proprio figlio o figlia. Chi “giostrava” tale gioco veniva chiamato Curatore, un vero manipolatore.

Un vero ciclo mortale

Fino alla formazione una vera e propria setta, un ciclo, che porta ad uno sconforto psichico tale, da ritenersi colpevoli, meritevoli di una sofferenza. Se la blue whale è la più diffusa, vi sono anche fenomeni minori, come la “Fire Fairy”, letteralmente la fata di fuoco. Tale gioco della morte evidenziava il fatto di assumere le sembianze di una “Winx”, appunto una fata, mediante una perdita di gas, quindi letteralmente prendere fuoco. Delle ragazzine fan del cartone, furono attratte da tale sfida, hanno subito gravi lesioni. La morte però è stata raggiunta anche da una delle più crudeli, la cosiddetta black out challenge, forse una delle più raccapriccianti. Tale sfida consiste nel provocarsi uno svenimento, privandosi dell’ossigeno per qualche minuto, con la “promessa” di vivere un’esperienza mistica. Si parla addirittura di vivere sensazioni mai provate prima, ma spesso i ragazzi non riuscivano nel loro intento, morendo soffocati.

Un fenomeno più attuale che mai: i giochi della morte

Sebbene tali sfide siano di qualche anno fa, il fenomeno dei giochi della morte è più attuale che mai, basti ricordare che il 30 settembre scorso, è morto suicida un bimbo, appena undicenne, finito nella rete di un certo Jonathan Galindo. Ma chi è tale uomo? Un creepy pasta, letteralmente in italiano “Racconto raccapricciante”, un racconto breve ed originale, nato per terrorizzare e provocare shock nel lettore, che ha portato quindi anche alla diffusione di veri personaggi, che mediante stereotipi, appaiono in videogame, storie, diventando veri e propri fenomeni virali.

Jonathan Galindo: l’uomo misterioso che terrorizza il web

Jonathan è un cosplay di Pippo, il famoso cagnolino della Disney.
Le leggende che girano su di lui, sono davvero tante e probabilmente, è una sorta di “faccia” proveniente da un ragazzo americano, il quale ha sottolineato che il “pippo umano” era stato creato per scherzo, o i quali sostenevano che il ragazzo che l’ha creato aveva dei problemi riguardo una deformazione facciale, un pedofilo, che adesca bambini, coinvolgendoli in sfide, contenuti inquietanti, o addirittura uno stalker di giovani donne.

Chat inquietanti, un addio gelido, non solo luogo dei giochi della morte

Probabilmente è lui l’artefice del suicidio di tale ragazzino, che prima di lanciarsi dal decimo piano del palazzo con cui viveva con la famiglia, ha scritto una lettera, nella quale dichiara: “mamma e papà vi amo, ma devo seguire l’uomo col cappuccio“. Un addio freddo, raccapricciante, nei quale i genitori sono obbligati ad accettare la scomparsa del figlio, probabilmente provocata da un uomo malsano, il quale ha intimato il silenzio al ragazzino, che ha mantenuto la promessa, sprofondando in un vortice che l’ha portato via.

Chiusura in se stessi, internet: un rifugio

Il fenomeno si è incrementato sempre di più con lo stare a casa, con l’aumento del lockdown e quindi il conseguente attaccamento alla rete di tali ragazzi che, dopo aver portato a termine i propri doveri, passano tempo in internet, ricevendo spesso messaggi da persone poco raccomandabili.

Il web, un posto sempre più pericoloso

Un fenomeno di certo diffusissimo, quanto preoccupante; sappiamo che gli adolescenti sono i più manipolabili e di certo quelli con più problemi di autostima; in un momento molto delicato della propria vita, si trovano coinvolti in tali sfide, giochi mortali, per sentirsi accettati, invincibili.
I migliori, sono costretti a compiere follie, ormai accecati e persuasi dai nefasti personaggi; non si rendono neanche conto del grave prezzo da pagare, che spetterà loro, alla fine di tanti sogni e soprattutto alle persone che li circondano che vedranno portarsi via, con violenza, parte di loro.

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