I viaggi di Gulliver, ad ogni luogo la sua morale: 6 lezioni di vita

i viaggi di gulliver

Il 28 ottobre del 1726 veniva per la prima volta pubblicato “I viaggi di Gulliver”. Un capolavoro letterario che lascia in eredità l’importanza dei valori, smascherando la falsa umanità e allo stesso tempo forgiando quella vera

“I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift è un classico senza tempo della letteratura inglese che riprende un più ampio topos letterario, quello del viaggio.

Per quanto Omero e Dante siano stati gli indiziati per quello che è il tema del viaggio in Letteratura, pare che a ispirare Swift, sia stato lo scrittore britannico, Dafoe, autore del romanzo, Robinson Crouse.

In ogni racconto che compone “I viaggi di Gulliver” lo spirito d’avventura, e tutto ciò che è frutto della fantasia, si lascia andare alla fantasia stessa. Tutto sembra riflettere, come uno specchio, i valori dimenticati o la morale troppo spesso, dagli uomini.

I luoghi de “I viaggi di Gulliver”: 5 lezioni di vita

Le ambientazioni fantastiche dei viaggi di Gulliver mettono i protagonisti davanti alle sfaccettature più disarmanti dell’umanità. I luoghi sono: Lilliput, Brobdingnag, Laputa, Balnibarbi, Glubbdubdrib, Luggnagg e il Giappone, fino alla terra degli Houyhnhnm.

Prima lezione di vita. A Lilliput il protagonista si interfaccia con un mondo in cui le cose appaiono minuscole, quasi invisibili, fragili. Dunque l’uomo lì sembra avere la licenza di sentirsi un semidio.

Seconda lezione. A Brobdingnag, invece, accade l’inverso: a dispetto dei Giganti, il protagonista rammenta la sua piccolezza, o meglio forse la sua inconscia sensazione che in una ipotetica riproduzione su scale del mondo, lui sarebbe solo uno dei tanti piccoli puntini rossi. In realtà, è solo un modo per ricordare quanto sia giusto che l’umanità, intesa come valore, si esprima e sia fatta prima di tutto di umiltà, per poi riconoscere a poco a poco la grandezza delle proprie azioni, dei propri gesti, delle proprie vitali aspirazioni.

Terza lezione. Nella tratta che va dalla Laputa al Giappone, a Balnibarbi, i protagonisti inseguono risorse che risorse non sono, poichè si rilevano futili e superficiali, ai quali invece loro tendono. In questa parte del racconto Swift non usa altro che un pretesto per denunciare le frivolezze della società settecentesca.

A Glubbdubdrib, Gulliver incontra grandi filosofi come Aristotele e Cartesio, e grandi della Storia come Giulio Cesare e Bruto

Quarta lezione di vita. Ne “I viaggi di Gulliver” si passa anche per l’isola di Luggnagg, dove il protagonista incontra coloro che hanno il dono dell’immortalità, pur continuando ad invecchiare. Dunque in questo caso, è come se la riserva di vitalità restasse solo un’illusione.

Quinta lezione di vita. Nell’ultima tappa de “I viaggi di Gulliver” il protagonista incontra gli houyhnhnm, creature mitiche che hanno le sembianze di cavalli, intelligenti e dotate di parola. Sorprenderanno Gulliver per la loro saggezza e limpidezza d’animo, qualcosa che Gulliver sembra aver fatto fatica a riconoscere durante il viaggio.

Il ritorno di Gulliver in Inghilterra: l’ultima lezione di vita

Quando Gulliver torna in Inghilterra lo fa con nuove consapevolezze e forse una sensazione di ribrezzo e disgusto nei confronti dell’umanità, perché ne ha appena visto la sorprendente pochezza di cui inconsciamente, talvolta gli uomini stessi sono capaci di farsene vanto, sotto il segno della superbia.

Attraverso il suo capolavoro, Jonathan Swift smaschera i disvalori interpellando la morale di tutti e ci offre in eredità, una grande lezione di vita. A partire dai bambini probabilmente, perché Gulliver vive pur sempre un’ avventura, nel regno che i bambini conoscono meglio e che sanno tenere vivo meglio di chiunque altro: la fantasia.

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