Il delitto di Avetrana: l’omicidio di Sarah Scazzi

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Mr. O ricostruisce, passo dopo passo, l’omicidio di Sarah Scazzi

Giovedì 26 agosto 2010 poco prima delle 14.30 Sarah Scazzi, 15enne di Avetrana, ultimo paese della provincia di Taranto al confine con le provincie di Lecce e Brindisi a pochi passi dal mare, riceve un SMS dalla cugina Sabrina, una sorella maggiore più che una cugina.   

Da quando Sarah è arrivata ad Avetrana che aveva sei anni, la madre Concetta Serrano si è trasferita da Milano per accudire il padre adottivo, è stata la famiglia di zia Cosima il suo riferimento. Cinquecento metri separano le case delle due sorelle Serrano, in via Deledda, e Sarah con il fratello Claudio e il padre Giacomo lontani, sono rimasti a Milano per lavoro, vuole sentirsi parte di quel nucleo familiare completo.  
Zio Michele, zia Cosima e le cugine, Valentina e Sabrina.        

Un anno fa Valentina si è sposata ed è andata a vivere a Roma e allora Sarah si lega a Sabrina con la quale, con l’arrivo dell’estate, inizia ad uscire anche di sera. D’estate il coprifuoco arriva più tardi e poi mamma Concetta si fida della nipote.

Le due escono insieme tutte le sere. Con loro c’è un gruppo di amici che Sabrina conosce da più tempo, è formato da Alessio Pisello, da Ivano Russo e da Mariangela Spagnoletti, è anche cliente. Al gruppo a volte si aggiungono anche Giovanni Copertino e Vera Galasso, Daniele Nigro e la fidanzata Angela Cimmino, che vivono a Chieti e che sono tornati in Puglia per le vacanze.

Sono tutti ragazzi più grandi di Sarah di otto,nove, dieci anni. La accolgono come la mascotte del gruppo. La comitiva capisce che Sarah è una ragazzina sola, bisognosa di attenzioni, un po’ smarrita. Alcuni di loro conoscono il fratello che fa l’autotrasportatore a Milano, altri sanno che la madre è una ligia Testimone di Geova poco incline al divertimento.

Sabrina e il suo gruppo di amici trattano Sarah Scazzi per quello che è, ovvero, un adolescente da proteggere ma comprendono che ha la necessità di essere considerata, di vincere la timidezza e di trovare un po’ di fiducia in se stessa anche rispetto al sesso maschile.

Quei cinquecento metri Sarah li percorrerà con il passo spedito di sempre o forse ancora più velocemente del solito perché è felice di andare al mare, tanto da non pranzare neanche quel giorno, perché vuole fare subito il bagno.  
Auricolari, zainetto in spalla, bikini, pantaloncini e canotta, saluta la mamma, il papà e il nonno e si dirige verso casa degli zii.

Sarah non ha abbastanza credito per rispondere con un SMS al messaggio di Sabrina che, nel frattempo, le invierà un altro messaggio: ”Hai ricevuto il messaggio?”. Sarah le risponderà con uno squillo che vuol dire: “Si l’ho ricevuto?” oppure “Sono partita?”.

Le due cugine devono andare al mare con l’amica Mariangela Spagnoletti, è stata lei, a sua volta, con un altro SMS a comunicare a Sabrina che sta andando a prenderla.     
Sabrina dirà che Sarah non è mai arrivata a casa sua. “L’hanno presa” sarà questo l’allarme che lancia. Sarà lei a far partire le ricerche.

Va a casa di zia Concetta, la donna le dice che Sarah Scazzi non è a casa e che l’ha salutata dicendole: “Vado al mare con Sabrina”. Allora in auto con Mariangela e la sorellina di quest’ultima, torna a casa, vede suo Padre sul ciglio del garage e gli chiede: “Hai visto Sarah?”. La risposta è no.

Ancora un paio di giri del circondario in auto, poi Mariangela lascerà Sabrina a casa per riaccompagnare la sorellina. Bisogna muoversi, bisogna cercare Sarah, che fine può aver fatto?       
Sabrina dice a Mariangela: “Ti raggiungo con mia madre”, ma Mariangela arriverà a casa sua in due minuti, mentre Sabrina con sua madre Cosima, ne impiegheranno quindici.

Sabrina chiama gli amici Ivano e Alessio. Il primo non risponde, sta dormendo. Alessio, invece, la aiuta da subito nelle ricerche.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Ivano_2.jpgQuesta immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Alessio_2.jpg

Mamma Concetta denuncia la scomparsa della figlia ai Carabinieri della stazione di Avetrana, sono le 16.00.

Sono il maresciallo Fabrizio Viva, comandante della stazione, e l’appuntato Fabio Spagnolo ha prendere la denuncia, si raccomandano di portare una foto della quindicenne per completare la segnalazione di scomparsa, che verrà formalizzata un’ora e venti dopo.

“Verso le 14:30 odierne, mia figlia Scazzi Sarah nata a Busto Arstizio il 4 aprile 1995 è uscita di casa per recarsi presso l’abitazione di sua cugina Misseri Sabrina, in quanto unitamente alla stessa dovevano recarsi al mare. Tant’è che ha preso i suoi asciugamani e portandosi via uno zainetto di colore nero, è uscita di casa, vestita con maglietta e pantaloncini color rosa.”

E spiega che “interpellata mia nipote, predetta mi ha riferito che mia figlia non l’ha per niente vista, ma che verso le ore 14:30 ha ricevuto uno squillo sul suo telefono cellulare. Richiamandola, però, il telefono di mia figlia non risultava essere raggiungibile e non lo è tutt’ora. Abbiamo sino a ora cercato invano, ma senza avere sue notizie.

Pertanto, a detta di ciò, ho il timore che durante il tragitto di casa, possa esserle capitato qualcosa. La ragazza ha altezza di un metro e sessanta circa, corporatura normale, capelli lunghi, ricci e biondi, occhi castano chiaro.”

Iniziano i primi depistaggi

Di certo c’è che, quando Sarah Scazzi esce di casa per andare dalla cugina Sabrina, sua madre sta preparando il pranzo. Concetta mangia con il marito e la badante di Cosimo, dunque riassetta la cucina e va in camera da letto per riposare.

Appena prende dal comodino il suo cellulare, nota di aver ricevuto tre chiamate, senza risposta, da parte di Sabrina Misseri. Fa per telefonare alla nipote, ma non ha neanche il tempo di comporre il numero che questa è arrivata a casa loro. “Sabrina, ricorda la donna, quando ha chiesto di Sarah non era agitata, ma rimase un po’ perplessa quando noi abbiamo riferito che era già andata presso la sua abitazione”.

Poco prima di cena, il campanello di casa Scazzi suona. Concetta si precipita alla porta, spera che sia la figlia, invece si trova davanti Sabrina e Cosima. Le due entrano e, sedute al tavolo del soggiorno, iniziano a ragionare. “Abbiamo parlato della scomparsa di Sarah, ricorda Concetta, e poi Sabrina mi ha chiesto di vedere i diari di Sarah, per verificare se si potevano rinvenire notizie utili per il ritrovamento della stessa.

Quindi sono andata nella stanza di Sarah, ho preso i diari e li ho dati a Sabrina, che ha iniziato a guardarli. A un certo punto Sabrina ha visto un diario avente la chiusura con un lucchetto; mi diceva che occorreva aprirlo. Così abbiamo fatto.

Sabrina dopo aver sfogliato le prime pagine, ha subito visto l’unica frase scritta da Sarah che diceva grosso modo: Forse mi sono innamorata di un ragazzo di 27 anni, sono confusa. A questo punto io ho detto che seppure Sarah diceva di non avere interessi verso alcuno, in realtà aveva un interesse proprio per Ivano

La giovane consiglia allora alla zia di non mostrare quel materiale agli inquirenti, perché avrebbero potuto perdere tempo in ricerche su piste inutili, e suggerisce di tenerli da parte. “Con Sabrina, riflette Concetta, concordammo di non dare quel diario ai Carabinieri”.

Dopo alcuni giorni vennero i Carabinieri a chiedere tutti i diari e io diedi anche quello con il lucchetto. Quando lo seppe, Sabrina mi disse: “Mannaggia, ora Ivano avrà dei problemi”.

In effetti, già il 26 pomeriggio Sabrina scrive al ragazzo per informarlo della scomparsa della cugina, e per rivelargli della scoperta dei quaderni a cui Sarah affida le più segrete confessioni: “Abbiamo letto che sta in confusione, che non sa se ti vede come un amico e prova qualcosa di più”.

Ivano prontamente ribatte: “Ma che stai dicendo? Se questo è uno scherzo è di pessimo gusto”. Sabrina purtroppo non scherza. “Come sto agitata, risponde, non sto in vena di scherzi, i miei zii sono rimasti, meno male che non l’abbiamo portato in caserma altrimenti diventavi un sospettato.” “Anche se fosse a casa con mia madre sto… stavo. Non mi mettere in mezzo a ’sta storia Sabri”, ribatte lui, evidentemente preoccupato.

Non ti voglio mettere in mezzo… Comunque stanno sotto controllo il numero mio, mia zia, il tuo, Alessio, Mariangela…”, aggiunge lei.
Dopo cinque minuti, ammette: “Ho paura”.
Teme che qualcosa sia accaduto a Sarah, “Qualche porco sarà stato”.

Poche ore prima, la cugina Antonella ha misteriosamente postato su Facebook tre fotografie. Di queste, una raffigura un burattino in legno avvolto da una corda, un’altra una ragazza con i capelli biondi.

Quella notte vegliano su casa Scazzi e Misseri lo sgomento e il dubbio. Concetta si raccoglie nel consueto silenzio, mentre Valentina e Cosima provano a chiamare con insistenza Sarah. Sabrina, che non cerca quasi mai la cugina per telefono, sono dodici le telefonate che le farà quel giorno.

Intanto, ormai ad Avetrana tutti sanno cosa è successo.

Manca sempre qualcosa…continua


     

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