Stresa-Mottarone: da incidente a omicidio plurimo con dolo eventuale
Da tempo imprecisato, ormai, il pressappochismo è entrato tra le peculiarità del nostro sistema sociale.
Specialmente nella manutenzione e nei controlli, si è assunta una straordinaria ordinarietà delle cose. Un’ispezione di controllo, è diventata quasi un corrivo intermezzo tra la pausa caffè ed il pranzo.
Tanto, ci sono eventi che possono capitare una volta su un milione, e quindi figurati un po’ se…
Figurati se un pilone di 250 tonnellate possa mai collassare su se stesso; figurati se un cavo d’acciaio si possa mai spezzare. Dire che ci sono degli eventi che possono capitare una volta su un milione, equivale anche a dire che in Italia solo un ponte su un milione e mezzo è crollato.
Ma cosa succede quando tutti gli eventi coincidono sfidando le statistiche?
L’impressione generale che arriva dopo i disastri di Genova e di Stresa, è che nel computo delle risorse, quando parliamo di numeri, siano ricomprese anche le persone.
Insomma un cinico bilancio di viti e vite.
Ancor più quando apprendiamo che, in seguito alla manutenzione della funivia del Mottarone, che aveva segnalato delle anomalie, si è deciso comunque di “bypassare il problema” disattivando il sistema di frenata di emergenza per consentire ai turisti di salire.
Facciamo un piccolo riassunto di ciò che è emerso nelle ultime ore; il comando dei Carabinieri di Verbania ha ricostruito i fatti accaduti grazie alle dichiarazioni di Luigi Nerini, proprietario della Ferrovie Mottarone srl (impresa che gestisce l’impianto), insieme al Direttore ed al Capo operativo del servizio. I tre hanno infatti dichiarato di essere a conoscenza del guasto; ma di aver preferito “rischiare” per non perdere gli incassi di una splendida giornata di sole.
Forse, nel rischio d’impresa, costa meno risarcire i danni di potenziali vittime che riparare un impianto?
Probabilmente, lo stesso Lucifero dava troppo per scontata la bontà di Dio: “figurati se mi cacciano dal Paradiso…!”