Il sensale: mestiere del futuro?

draghi

Dall’affitto della casa al moderno criterio

‘O pesone, la pigione, era fissato con partenza al 4 di maggio ed ecco che “e quatto ‘e maggio”, per le famiglie napoletane, significava trasloco.

Prima di tale data, la persona addetta a cercare di soddisfare le esigenze dei nuclei familiari, interessati a cambiare abitazione, aveva un grande da fare. Ci voleva appunto ‘o sensale. Sapeva dove erano allocati i “quartini”, o appartamenti più capienti, adeguati a ciascuna richiesta gli pervenisse. Se l’affare dell’affitto si fosse concretizzato, si sarebbe materializzata anche una “mancia”, per il sensale stesso.

Tuttavia, la stessa figura era assai importante già nelle compra-vendite di bestiame.

Oggi è tutto cambiato. A seconda delle esigenze si è data – alla figura in argomento – una denominazione.

A partire dal mondo sportivo, in cui il “procuratore sportivo” agisce in nome e per conto dei propri assistiti; oggi è una vera e propria professione. Sin dai primi passi gli atleti vengono tutelati da tali “specialisti”.

Il contesto dell’edilizia è diventato un vero e proprio comparto di lavoro, con tanto di pubblicazioni periodiche, contenenti annunci di vendita ed affitto di immobili; per tacere degli addetti costantemente in giro per palazzi e adusi a cercare di interloquire, via telefono, nelle ore più improbabili, per acquisire informazioni circa possibili situazioni cui inserirsi.

Insomma, ovunque esiste una specie di intermediario che agisce in qualunque settore possibile.

Esiste un limite agli scempi?

È una domanda che sta ricorrendo spesso e che, anche intimamente, ciascuno pone a se stesso. La vaccinazione è l’unico rimedio per uscire da questa maledetta pandemia, nonostante le varianti del virus stiano mettendo a serio rischio i sieri benefici fin qui prodotti. Possibile che intermediari siano in grado di proporre elevatissime quantità di forniture senza colpo ferire? Pensabile che si possano verificare tali eventualità, senza poterne arginare le meschinità?

La realtà dice, ineluttabilmente, che le aziende produttrici, propria sponte, annunciano tagli alle forniture e, allo stesso tempo, si affrettano a precisare che non utilizzano altri canali di distribuzione.

L’indimenticabile intercalare del grande giornalista – procidano di nascita – Antonio Lubrano torna prepotentemente alla mente e “la domanda sorge spontanea”: cui prodest? Chi è privilegiato da tali comportamenti? Non siamo ancora in grado di capire, neppure ci è stato spiegato con sufficiente chiarezza, se esistono davvero figure che fungono da intermediazione in una situazione di tale emergenza sociosanitaria.

L’auspicio è che le autorità preposte dipanino, quanto prima, la matassa e prendano gli opportuni provvedimenti.

Abbiamo già sbagliato a sufficienza, speriamo che adesso si trovi rimedio.

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